Schneider Point of view

Manifatturiero e transizione elettrica: come affrontare una strategia di sostenibilità

La sostenibilità è un percorso che deve essere necessariamente affrontato anche dalla medie realtà industriali. Vediamo quali sono le strategie e gli strumenti di ultima generazione facilitano e accelerano questo percorso evolutivo in chiave green

Pubblicato il 27 Set 2022

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Le aziende del settore manifatturiero sono sottoposte oggi a due differenti spinte esterne: da una parte la necessità di essere sempre più efficienti per non perdere la propria competitività sul mercato. Dall’altra la presenza di normative ambientali più rigorose sulle emissioni prodotte, nonché un’opinione pubblica maggiormente attenta alle tematiche relative alla sostenibilità.

Conciliare queste due diverse tendenze diventa quindi fondamentale per restare sul mercato: un contributo importante può arrivare dall’elettrificazione dei consumi, che consente dei notevoli miglioramenti sia in termini di efficienza che di sostenibilità. Come racconta Giancarlo Terzi, Vice Presidente della divisione Field Services di Schneider Electric Italia, “È sempre più evidente che la neutralità climatica non può prescindere dall’elettrificazione del sistema manifatturiero. Quello che si prevede per il futuro è una rapida crescita della domanda di elettricità nel settore: oggi il peso del vettore elettrico in Europa è pari a circa il 23% del totale della domanda di energia industriale, ma si prevede che arriverà intorno al 30% nel 2030, per poi toccare il 50% nel 2050. Si tratta di una sfida complessa: la transizione energetica passa dalla definizione di una strategia di sostenibilità, che ogni azienda dovrebbe accompagnare con una profonda trasformazione digitale. Serve insomma definire il punto di partenza e di arrivo, a lungo termine, con delle azioni che devono essere definite e prioritizzate in ragione del loro impatto e del loro ritorno dall’investimento”.

I vantaggi della decarbonizzazione

Il primo vantaggio immediato della elettrificazione è quello della decarbonizzazione, dal momento che il vettore elettrico tenderà sempre più a essere prodotto a partire dalle fonti rinnovabili, in luogo delle inquinanti risorse fossili. Un altro importante beneficio è quello di aumentare la resilienza del sistema energetico: scegliere un’elettricità prodotta sempre più da fonti green permetterà di limitare l’esposizione geopolitica rispetto ad altri Paesi, considerato che l’Italia è sempre stata fortemente dipendente dalle importazioni di materia prime energetiche dall’estero.

Per quegli specifici settori industriali che non hanno la possibilità di sposare l’elettrificazione, a causa delle caratteristiche peculiari dei propri processi produttivi (i cosiddetti comparti hard to abate) esistono comunque delle alternative low carbon, rappresentate dall’idrogeno verde e dagli altri e-fuel. Le conseguenze di una svolta sostenibile del manifatturiero possono assicurare un importante contributo al contenimento del climate change nel lungo termine, mentre nel breve termine ci sarebbero significativi vantaggi ambientali, grazie alla riduzione significativa delle emissioni inquinanti, a beneficio soprattutto delle aree urbane più densamente popolate.

Sostenibilità, ovviamente significa anche sposare l’efficienza energetica, un tema oggi di particolare importanza nel settore industriale, in un momento di grande crescita dei prezzi dei beni energetici: “Senza dubbio il caro energia ha portato a un’accelerazione relativamente ai progetti legati all’efficientamento energetico. Il costo dell’energia attuale permette dei ROI decisamente ridotti rispetto al passato. Lo vediamo rispetto alla modernizzazione degli impianti esistenti: ormai tutti i progetti hanno intrinsecamente incorporato il tema dell’efficienza energetica, anche per effetto del PNRR e della possibilità di accedere a dei finanziamenti di questo tipo”.

La sostenibilità secondo Schneider Electric

La sostenibilità, però, non è qualcosa che può essere messa in atto dall’oggi al domani, ma è, piuttosto, un processo lungo e che ha bisogno di un adeguato monitoraggio, nonché di una ridefinizione delle azioni su base continuativa. Ecco perché la digitalizzazione ricopre un ruolo chiave, soprattutto nel mondo industriale: “La trasformazione digitale costituisce una conditio sine qua non per mettere in atto una strategia di sostenibilità. In particolare nell’industria manifatturiera, che dal punto di vista della digitalizzazione è stata tra i settori in prima linea, grazie nell’integrazione crescente tra l’Information Technology e mondo OT, assicurata dall’IoT. In questo senso la nostra piattaforma EcoStruxure, che è un’architettura a protocolli di comunicazione aperti, in grado di integrare prodotti e servizi di terze parti, permette di creare l’IoT all’interno di un ambiente industriale. Assicurando il miglioramento dei processi di produzione e la gestione delle singole macchine. Con vantaggi importanti anche da un punto di vista dell’efficienza energetica, grazie alla capacità di restituire continuamente informazioni e dati misurabili”.

Più in generale, l’approccio che distingue Schneider da altri operatori presenti nell’ambito industriale è la capacità di tenere insieme la strategia con l’azione: “Noi siamo in grado di supportare il cliente non solo nel pianificare una strategia di sostenibilità, ma anche nel metterla in atto. Questa è una caratteristica unica che ci contraddistingue, perché alcuni attori sono specializzati nella parte strategica e lasciano ad altri soggetti l’esecuzione pratica. Altri ancora sono specializzati nella tecnologia, ma non hanno competenze di strategia. Schneider si pone sul mercato della sostenibilità con una proposta in grado di fare entrambe le cose: a livello mondiale possiamo contare su 130.000 dipendenti, 2.000 dei quali si occupano proprio di supportare i nostri clienti e i nostri partner nel definire una strategia di sostenibilità. Per quanto riguarda l’operatività, con il nostro vasto catalogo soluzioni hardware e software siamo senza dubbio in grado di mettere i nostri clienti in condizione di agire e implementare progetti tesi alla diminuzione dell’impatto ambientale”.

Cosa devono fare le PMI

Progetti di questo tipo, ormai, non interessano più soltanto le corporate o le imprese industriali attive nel B2C, ma sempre più spesso anche le medie realtà attive nel B2B, che operano perlopiù come fornitori di aziende più grandi. “Quello che osserviamo è che le corporate stanno sempre più spingendo i propri fornitori a intraprendere dei percorsi di sostenibilità. Quelle PMI che non attiveranno una strategia di sostenibilità, potrebbero prima o poi anche non essere più selezionate come partner. Diventa quindi fondamentale supportare questi attori nel definire delle vere strategie di sostenibilità, senza mettere in atto soltanto azioni spot. Bisogna chiaramente stabilire un percorso che abbia delle chiare tempistiche e delle priorità, in funzione dei risultati e del ritorno dall’investimento”, conclude Terzi.

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Gianluigi Torchiani

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