Finanza sostenibile

Ethical Banking: significato e importanza per aziende al vaglio ESG

Ethical banking come vero e proprio movimento che vede impegnati gli istituti finanziari a operare in modo socialmente responsabile e sostenibile, senza un focus esclusivo sul profitto e senza cause di finanziamento che possono danneggiare le persone o il pianeta.

Pubblicato il 02 Dic 2022

Che cos'è l'ethical banking

Ethical banking: cosa è perché se ne parla sempre più spesso? L’ethical banking è un approccio in cui le banche perseguono pratiche o iniziative che riflettono la loro responsabilità sociale (Corporate Social Responsability) tenendo conto, sia nelle loro politiche di investimento sia nelle loro politiche di prestito, dei possibili impatti sociali e ambientali.

L’accezione del termine è piuttosto ampia, descrivendo quegli istituti finanziari che operano secondo principi e ideali utilizzati per governare il modo in cui interagiscono in particolare con i loro stakeholder, i loro clienti, le comunità servite e, in generale, con le società e il  resto del mondo. Per inciso, la strategia europea legata all’ethical banking e alla finanza sostenibile svolge un ruolo fondamentale per la mobilitazione delle risorse private da affiancare al piano Next Generation EU a cui è affidato il compito di rilanciare l’economia europea dopo la grave crisi economica determinata dalla pandemia. 

Cos’è il banking etico

Più in dettaglio, l’ethical banking è correlato a movimenti legati al commercio equo-solidale, al consumismo etico e all’impresa sociale, e comprende:

  • investimenti etici
  • investimenti a impatto
  • investimenti socialmente responsabili
  • responsabilità sociale d’impresa

Per inciso, la maggior parte delle banche etiche e sostenibili fissa un tetto salariale per garantire che i top manager non guadagnino salari sproporzionatamente più alti rispetto agli altri lavoratori.

Il rapporto di retribuzione massimo/medio (o minimo), infatti, è sempre inferiore a 10 (ad eccezione di una banca). Questo è un caso unico nel sistema bancario europeo ed è anche una delle caratteristiche peculiari delle banche etiche e sostenibili (Fonte: Ethical and sustainable finance in Europe terzo rapporto – Finanza Etica 2020). Come fanno notare gli esperti, essere vincolati a un rigido insieme di principi può spesso rivelarsi difficile da attuare da un punto di vista puramente pratico.

Banche etiche e banche tradizionali: le differenze

Banche etiche e banche tradizionali sono realtà molto diverse: le banche etiche si concentrano sulla raccolta di depositi e sulla concessione di prestiti mentre, in media, le banche tradizionali sono molto più impegnate in altre attività come investimenti in titoli, servizi finanziari e via dicendo.

Come sottolineano gli osservatori, le banche finanziarie tradizionali hanno avuto diverse relazioni con la responsabilità sociale delle imprese e gli investimenti etici ma è a partire dagli anni ’90 che, grazie al contributo di alcuni economisti illuminati, la necessità di incentivare uno sviluppo sostenibile ha portato anche una parte del mondo finanziario a guardare al modello della triple bottom (People, Planet, Profit) e a perseguire l’ethical banking come scopo (purpose).

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Sotto la pressione del pubblico, delle ONG, dei governi, degli organismi di regolamentazione e degli operatori nel ranking l’ethical banking sta contribuendo a cambiare la cultura del fare.

Movimenti come Fridays for Future hanno già iniziato a influenzare l’opinione pubblica. I loro attivisti non sono altro che persone che votano, consumano, risparmiano e investono e ora stanno anche imparando a usare questi strumenti per cambiare il mondo. Attualmente questa tipologia di mercato è in pieno sviluppo: sempre più spesso anche le banche di tipo tradizionale offrono investimenti in fondi definiti etici, anche se manca una definizione univoca di quali criteri possano definire se un investimento è etico e sostenibile.

Che cos’è una banca etica

Sebbene ogni banca possa determinare quali principi saranno al centro delle sue azioni, rispetto all’ethical banking esistono alcune caratteristiche in comune, che includono, lo screening dei clienti, il coinvolgimento della comunità e la coerenza dell’etica interna ed esterna.

Una banca etica, detta anche banca sociale, alternativa, civica o sostenibile, generalmente dimostra il suo impatto con certificazioni esterne o designazione di terze parti in merito agli adempimenti e agli impegni relativi alle azioni ambientali o sociali che riflette le sue pratiche di prestito e gli investimenti della comunità.

  1. La scelta dei clienti etici

È importante che qualsiasi banca controlli i propri clienti ma, nel caso degli istituti che aderiscono ai principi dell’ethical banking, l’obiettivo non è solo assicurarsi che il cliente sia finanziariamente sano.

In linea con gli obiettivi ESG è fondamentale che un istituto bancario responsabile e sostenibile si assicuri di non lavorare con aziende e individui che non mantengono pratiche etiche.

Ad esempio Banktrack, un’organizzazione internazionale che monitora gli impatti sociali e ambientali delle scelte delle banche, spiega che le banche, come tutte le aziende, producono gas serra non solo attraverso le loro attività dirette ma anche e soprattutto in modo indiretto, finanziando clienti e progetti che generano emissioni.

Le banche continuano inoltre a svolgere un ruolo chiave come principali finanziatori dell’industria del carbone, del petrolio e del gas, ritardando di fatto la transizione tanto necessaria da un’economia basata sui combustibili fossili a un’economia basata sull’efficienza e sulle energie rinnovabili.

Secondo l’ultimo rapporto Banking on Climate chaos 2022 il finanziamento dei combustibili fossili da parte delle 60 maggiori banche del mondo ha raggiunto i 4,6 trilioni di dollari dal 2016 al 2021 di cui 742 miliardi di dollari nel 2021.

Fondi socialmente responsabili: gli investimenti delle banche nelle aziende fossili
  1. Partecipazione alla comunità locale

Le banche che seguono i principi etici sono in genere desiderose di interagire con le loro comunità locali e promuovere un ambiente locale sano e prospero. Le loro linee guida possono includere cose come stabilire finanziamenti per complessi di appartamenti a prezzi accessibili, agire come sponsor per un evento comunitario o istituire borse di studio universitarie per studenti delle scuole superiori.

Anche l’ambiente è un obiettivo chiave per le banche etiche così come per alcune banche convenzionali che ritengono importante l’adozione di pratiche più etiche dal punto di vista sociale e ambientale. Gli istituti finanziari che operano in questo campo sono spesso indicate come banche sostenibili o verdi.

  1. Codice etico della banca

Le banche convenzionali si occupano principalmente di etica interna, le banche etiche si aggiungono alle preoccupazioni interne applicando l’etica esterna. Qualunque cosa la banca ritenga etica esternamente deve essere mantenuta internamente. Se, ad esempio, una banca etica rifiuta di lavorare con un cliente perché l’azienda non ospita lavoratori portatori di handicap, dovrebbe ospitare personale con diversi tipi di handicap.

Inoltre, l’attività bancaria etica incoraggia la trasparenza, aiuta a costruire comunità forti e stabilisce una serie di principi e ideali che regolano come e a chi affluiscono le finanze. Le banche che seguono una tale pratica sono spesso anche l’ultima possibilità a disposizione di molte start-up per ottenere i finanziamenti necessari per decollare.

Etica interna: il benessere dei dipendenti

L’etica interna riguarda il work life balance, includendo il benessere dei dipendenti, la loro soddisfazione e la soddisfazione dei clienti, ma anche i benefit, i salari, la sindacalizzazione, le quote rosa e la rappresentanza razziale e la posizione ambientale della banca.

Dal punto di vista ambientale, il potenziale effetto combinato delle banche che passano a pratiche più rispettose dell’ambiente (cioè meno uso di carta, meno uso di energia elettrica, energia solare, lampadine a basso consumo energetico, politiche di viaggio dei dipendenti più coscienziose con riguardo al pendolarismo e ai viaggi aerei) è enorme. Tuttavia, se confrontate con molti altri settori dell’economia, le banche non devono sostenere lo stesso carico di energia, acqua e uso di carta.

Etica esterna: prodotti delle relazioni/prodotti delle banche

L’etica esterna riguarda le più ampie ramificazioni delle azioni delle banche. L’etica esterna esamina l’impatto delle varie pratiche commerciali, ad esempio a chi prestano o dove investono, considerando l’impatto sulla società e sull’ambiente delle decisioni intraprese. Nell’applicare l’etica esterna, si osserva come i prodotti delle banche possono essere utilizzati in modo non etico, ad esempio come i mutuatari utilizzano il denaro prestato dalla banca.

Certo è che, come spiegano gli esperti, le banche etiche non possono fare affidamento esclusivamente sul sistema legale per determinare se un potenziale cliente ha agito o meno in modo non etico o se i loro piani futuri non sono etici. Ciò è dovuto alla vasta gamma di leggi in tutto il mondo. Sebbene un’attività possa essere legale in un contesto internazionale, infatti,  ciò non significa che le leggi fossero all’altezza degli standard morali in cui ha origine la banca. Ad esempio, in molti Paesi meno sviluppati sono consentite leggi sull’inquinamento e sul lavoro che non sarebbero considerate legali in molti paesi sviluppati.

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Finanza etica e sostenibile in Europa: le banche

Il settore della finanza etica e sostenibile in Europa è tutt’altro che marginale: nel 2019 valeva 715 miliardi di euro, pari al 5% del PIL dell’UE.

Al suo interno convivono diversi attori: banche etiche (più reattive alla crisi rispetto agli istituti di credito tradizionali), fondi socialmente responsabili, microcrediti e social impact bond.

Le banche europee con un profilo esplicitamente etico e riconosciute dal GABV (The Global Alliance for Banking on Values) di cui in Italia fa parte solo Banca Etica sono:

  • 3Bank – Serbia
  • Alternative Bank Schweiz – Banca Alternativa Svizzera – Svizzera
  • Banca Etica – Italia
  • Center-invest Bank – Russia
  • Charity Bank – Regno Unito
  • Cooperative Bank of Karditsa (CBK) – Grecia
  • Credo Bank – Georgia
  • Cultura Bank – Norvegia
  • Ecology Building Society – Regno Unito
  • Ekobanken – Svezia
  • Fiare Banca Etica – Spagna
  • Freie Gemeinschaftsbank Genossenschaft – Svizzera
  • GLS Bank – Germania
  • MagNet Bank – Ungheria
  • Merkur – Danimarca
  • Triodos Bank Belgium – Belgio
  • Triodos Bank Germany – Germania
  • Triodos Bank Netherlands – Olanda
  • Triodos Bank Spain – Spagna
  • Triodos Bank UK – Regno Unito
  • UmweltBank – Germania
  • Unity Trust Bank – Regno Unito
  • vdk bank – Belgio

Fanno parte del movimento dell’ethical banking anche alcune associazioni come Febea (Federazione Europea delle Banche e Finanziarie Etiche e Alternative) e Inasie (Association Internationale des Investisseurs dans l’Économie sociale).

Quali sono i rendimenti delle banche etiche

Gli analisti segnalano nel V Rapporto La Finanza etica in Europa come gli asset, i depositi, i prestiti e il patrimonio delle banche etiche siano cresciuti rispetto alle banche tradizionali:

  • Crediti: 72,98% pari a 46,61 miliardi di euro (+4,27% rispetto al 2019); banche tradizionali:  +36,96%;
  • Depositi: +73,29% pari a 46,66 miliardi di euro (+15,56% rispetto al 2019); banche tradizionali: +40,96%
  • Patrimoni netti: +9,25%  pari a 63,97 miliardi di euro (+15,24 rispetto al 2019); banche tradizionali: +7,29%.

L’Action Plan ESG di una finanza etica e sostenibile

Facendo riferimento alla triade ESG, la finanza sostenibile si riconosce su tre livelli:

  • Environmental: le considerazioni di ordine ambientale fanno riferimento all’attenuazione dei cambiamenti climatici e all’adattamento a questi nonché in senso lato all’ambiente e ai rischi connessi, come per esempio le catastrofi naturali.
  • Social: le considerazioni di ordine sociale possono fare riferimento a questioni di ineguaglianza, inclusività, rapporti di lavoro, investimenti in capitale umano e comunità
  • Governance: le considerazioni di ordine ambientale e sociale sono spesso interconnesse, in particolare poiché i cambiamenti climatici possono esacerbare i sistemi di ineguaglianza in essere la governance delle istituzioni pubbliche e private, comprese le strutture di gestione, le relazioni con i dipendenti e la retribuzione dei manager, svolge un ruolo fondamentale nel garantire l’inclusione delle considerazioni ambientali e sociali nel processo decisionale

Secondo l’Action Plan di Bruxelles, l’obiettivo dei legislatori punta a:

  1. riorientare i flussi di capitali verso investimenti sostenibili al fine di realizzare una crescita sostenibile e inclusiva
  2. gestire i rischi finanziari derivati dai cambiamenti climatici, l’esaurimento delle risorse, il degrado ambientale e le questioni sociali
  3. promuovere la trasparenza e la visione a lungo termine nelle attività economico-finanziarie

Rischio di credito e valutazione del rischio in ambito ESG: le linee guida

Come riportato da Assolombarda, nel maggio 2020 la European Banking Authority (EBA) ha pubblicato le nuove Linee Guida sulla concessione e monitoraggio del credito che sono entrate in vigore a partire dal 30 giugno 2021. Il documento riporta le indicazioni e le aspettative del Regolatore riguardo ai comportamenti e alle prassi che gli istituti bancari dovrebbero adottare in sede di concessione e monitoraggio del credito, al fine di garantire che questi dispongano di standard solidi e prudenti per l’assunzione, la gestione e il monitoraggio del rischio di credito e che i finanziamenti di nuova costituzione mantengano buoni livelli di qualità del credito anche nelle successive fasi di vita.

Una novità rispetto alle versioni degli anni precedenti è l’introduzione del rischio in ambito ESG (Environmental, Social and Governance), ossia una serie di principi da seguire per la gestione e monitoraggio del rischio di credito, ponendo l’attenzione non solo sulla struttura economico-finanziaria delle imprese beneficiarie, ma anche sui fattori ESG.

Questo approccio è previsto nella valutazione dei finanziamenti da erogare ad aziende di qualsiasi dimensione, quindi anche PMI, alle quali verrà richiesto di inserire nei propri business plan informazioni relative a fattori ambientali, climatici, sociali e di gestione dell’azienda, valutando anche gli strumenti e le strategie adottate di contenimento dei rischi in tali ambiti (Fonte: Assolombarda Finanza sostenibile: priorità e prospettive per la crescita e lo sviluppo delle imprese – aggiornato a febbraio 2022).

Che cos’è il nuovo indice Green Asset Ratio (GAR)

Dal 1° gennaio 2022, sempre su indicazione dell’EBA, è stato introdotto in Europa anche il nuovo indice Green Asset Ratio (GAR), che identifica il peso degli asset delle banche che finanziano attività sostenibili dal punto di vista ambientale sulla base della tassonomia delineata dall’Unione europea.

Il nuovo indice è un rapporto che ha al numeratore i crediti green e al denominatore il totale dei prestiti concessi dalla banca. Più precisamente, secondo le indicazioni EBA di marzo 2021, nel calcolo del GAR, andranno inclusi i crediti green concessi non solo alle imprese e alle famiglie (in questo caso per ora limitatamente ai mutui casa e ai prestiti auto), ma anche investimenti in azioni e titoli di debito (tranne i titoli di Stato e l’esposizione verso le varie banche centrali). Per i gruppi bancari che hanno esposizioni creditizie in Paesi extra Ue, tali prestiti non rientrano nel GAR, ma andranno comunque evidenziati a parte in vista di un progressivo allineamento delle diverse tassonomie internazionali.

Finanziamenti sostenibili: che cosa sono i Green Bond

La Commissione europea sta lavorando anche alla definizione di label e marchi per prodotti finanziari, tra cui rientrano strumenti come i Green Bond Standard.

I green bond sono identici alle emissioni tradizionali e incorporano i medesimi rischi, la loro caratteristica distintiva risiede nell’utilizzo dei proventi che devono obbligatoriamente finanziare progetti nuovi o esistenti con impatti positivi sul piano ambientale. I campi di applicazione dell’uso dei proventi possono essere, ad esempio:

  • efficientamento energetico
  • adattamento al cambiamento climatico
  • gestione sostenibile delle risorse naturali e dell’acqua
  • energie rinnovabili
  • edilizia verde
  • trasporti puliti

Lo standard contenuto nella proposta di Regolamento della Commissione UE (Proposta di Regolamento COMM/2021/391 del 6 luglio 2021) allinea i bond alla tassonomia europea, per fornire indicazioni concrete agli investitori su quali siano le attività coerenti con la transizione green (Fonte: Assolombarda “Finanza sostenibile: priorità e prospettive per la crescita e lo sviluppo delle imprese” – aggiornato a febbraio 2022).

L’obiettivo della tassonomia è di creare la prima green list al mondo – ossia un sistema di classificazione per le attività economiche sostenibili – per creare un linguaggio comune, puntuale e preciso, per gli investimenti in progetti e attività economiche che hanno un impatto positivo sostanziale sul clima e sull’ambiente. A questo proposito Assolombarda fa presente anche come: “sia opportuno e corretto applicare la bussola della tassonomia per definire l’ammissibilità e il monitoraggio dei progetti green, garantendo la coerenza tra progetto finanziato e gli obiettivi ambientali a lungo termine. Invece, suscita maggiore perplessità e timore la possibilità di applicare la tassonomia, nel breve periodo, anche all’erogazione del credito bancario: se è vero che la direttrice di qualsiasi strumento finanziario dovrà essere la tassonomia, al contempo è innegabile che l’erogazione di finanziamenti dagli istituti bancari necessiterà di maggiore tempo e maggiore formazione sia alle imprese sia agli stessi istituti finanziari. Ribadiamo che se l’approccio deve essere lo sviluppo di un mercato/canali di finanziamento dedicati al sostegno di investimenti e di attività sostenibili, questo non deve passare da strumento di indirizzo di politica industriale a strumento di policy normativa (introducendo indirettamente obblighi in capo alle imprese)“.

I vantaggi della finanza sostenibile

Riassumendo, l’ethical banking rappresenta un’occasione importante per indirizzare capitali pubblici e privati verso modelli economici e progetti sempre più performanti e sempre più compatibili con la dimensione sociale e ambientale.

Tuttavia, in questo processo, la finanza sostenibile non deve perdere il ruolo di sostegno alle politiche industriali europee e nazionali e potrà farlo solo se porterà regole e processi che non introducano maggiore burocrazia o forme mascherate di protezionismo, ma che permettano al sistema industriale di avviare o rafforzare il percorso verso modelli di business concretamente più sostenibili.

Consumismo etico nel mondo finanziario: si può fare di più

Prima di scegliere una banca etica, è importante capire come una banche etiche misuri o qualifichi le sue politiche etiche. A differenza di molte aree del consumismo etico, che hanno codici e regolamenti completi che devono essere rispettati per essere certificati, l’etica bancaria non si è sviluppata fino a questo punto.

Per questo è difficile creare una definizione concreta che distingua le banche etiche dalle banche convenzionali. Si va da criteri minimalisti, per esempio la scelta di non investire in aziende che producono armi, a criteri più rigidi basati su un’attenta selezione di tutti i comportamenti delle aziende interessate, dal rispetto dei diritti dei lavoratori, al rispetto delle norme in materia di tutela dell’ambiente. Le banche etiche sono regolate dalle stesse autorità delle banche tradizionali e devono attenersi alle stesse regole.

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Sebbene ci siano differenze tra una banca etica e un’altra, tutte condividono il desiderio di difendere i principi nei progetti che finanziano, i più frequenti tra cui: trasparenza e valori sociali e/o ambientali. Le banche etiche a volte lavorano con margini di profitto più ristretti rispetto a quelle tradizionali, quindi possono avere pochi uffici e operare principalmente per telefono, Internet o posta.

Mettere il pensiero ESG al centro del processo di investimento

Per le aziende mettere il pensiero ESG al centro dei loro processo di investimento significa valutare e riconoscere il ruolo e il valore dell’ethical banking. Il tutto partendo da un presupposto fondamentale: l’ESG non è una asset class ma un sistema di selezione degli investimenti. Ad esempio, se un investitore istituzionale dichiara di usare criteri ESG non è detto che lo faccia per l’intero portafoglio. La stessa definizione di investimenti ESG non è univoca.

Un approccio più ristretto considera soltanto gli investimenti SRI (Sustainable Responsible Investing), ossia quelli che incorporano i fattori di sostenibilità nel processo di investimento, mentre uno più ampio comprende anche il Social Impacting Investing, investimenti mirati a obiettivi come i fondi a impatto che ricercano, oltre il rendimento finanziario, un impatto misurabile su specifiche questioni come l’ambiente, lo sviluppo delle comunità locali o le diversità di genere o addirittura approcci convenzionali in cui siano però incorporati criteri ESG, tipicamente criteri di esclusione .

Ethical banking e fondi d’investimento ESG 

Le informazioni ESG sono sempre più utilizzate dagli investitori nel processo di selezione degli investimenti. Inizialmente, i criteri per classificare gli investimenti sostenibili riguardavano principalmente strategie di screening negativo che escludevano a priori delle pratiche, delle imprese o addirittura interi settori dai portafogli.

Negli ultimi anni invece, si sono progressivamente sviluppate strategie basate su uno screening positivo per le aziende con buone prestazioni ESG (best-in-class o in miglioramento), per le aziende che soddisfano determinati standard o norme minime (screening basato su norme) o per i settori considerati sostenibili (investimenti per livello di sostenibilità).

Più di recente, le informazioni sustainability e ESG sono gradualmente integrate in modo esplicito e sistematico in tutte le analisi degli investimenti e nelle decisioni di investimento. 

Rating ESG: il ruolo degli specialisti nel valutare la sostenibilità

Uno dei principali problemi legati al rating di sostenibilità risiede nella netta differenza di valutazione ESG di una determinata impresa o di un determinato titolo fornita dalle diverse agenzie specializzate.

Secondo uno studio dell’Università MIT di Zurigo, ad esempio, la correlazione fra i rating attribuiti allo stesso titolo dai cinque principali provider ESG (MSCI, Sustainalytics, Vigeo-Eiris, Asset4 e RobecoSam) è, in media, pari a 0,61: un valore piuttosto basso se confrontato con la correlazione pari a 0,99 fra i rating di credito forniti dai provider finanziari Moody e S&P.

Tra le cause alla base di valutazioni ESG così contrastanti vi è, da un lato, la mancanza di una definizione univoca di attività sostenibile, che verrà colmata soltanto con la piena applicazione della tassonomia green e sociale, e, dall’altro, le diverse metodologie adottate, in quanto ciascuna agenzia decide quali aspetti includere nel proprio rating e che peso attribuire a ciascun aspetto.

A livello di valutazione si stanno muovendo anche gli specialisti del settore. Fitch Ratings, agenzia internazionale di valutazione del credito e rating, nel 2021 ha annunciato il lancio di Sustainable Fitch, unità specializzata in una serie di prodotti di rating ESG su tutte le asset class globali. La copertura dei rating parte dai prodotti già provvisti di etichetta ESG ma, nel corso del tempo, verrà estesa con l’inclusione dei prodotti di reddito fisso.

Il nuovo sistema di rating ESG di Fitch valuta la performance e il profilo di sostenibilità di emittenti e loro strumenti, sulla base di metodologie ben definite, e dati rilevati dalle stesse fonti normalmente utilizzate dal gruppo per i rating di credito. L’obiettivo è fornire un’analisi completa della performance ESG a livello di emittente, strumenti, e di framework, per consentire una comparazione chiara e dettagliata.

Trasparenza sulla sostenibilità di servizi e prodotti finanziari

Ad aiutare a fare chiarezza e a fornire alcune linee guida a supporto dell’ethical banking in Europa sono intervenuti finalmente i legislatori.

Il Regolamento (UE) 2019/2088 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 novembre 2019, con attuazione dal 10 marzo 2021, prevede nuove regole di trasparenza circa la sostenibilità nel settore dei servizi finanziari.

Nello specifico, i partecipanti ai mercati finanziari e i consulenti finanziari sono tenuti a dare, in via precontrattuale e continuativa, informazioni precise agli investitori circa i rischi per la sostenibilità (per i quali si intende un evento o una condizione di tipo ambientale, sociale o di governance che, qualora si verificasse, potrebbe provocare un impatto negativo sul valore dell’investimento); tali informazioni, infatti, sono necessarie per consentire agli investitori finali di adottare decisioni di investimento orientate al rispetto della sostenibilità.

Ethical banking: come riconoscere gli investimenti sostenibili

In concreto, i partecipanti ai mercati finanziari e i consulenti finanziari sono tenuti a pubblicare, sui rispettivi siti web, informazioni circa le proprie politiche sull’integrazione dei rischi di sostenibilità nei processi decisionali relativi agli investimenti. Quindi, devono spiegare il processo decisionale sia nel caso in cui non sussistano rischi di sostenibilità rilevanti per il prodotto finanziario sia nel caso in cui, invece, tali rischi possano incidere sulla performance del prodotto finanziario. In quest’ultimo caso, saranno tenuti a comunicare in quale misura, in termini quantitativi e qualitativi, tali rischi siano rilevanti in quanto incidenti negativamente sui fattori di sostenibilità.

Il Regolamento mira quindi a rafforzare la protezione degli investitori finali, anche nel caso di acquisti transfrontalieri, assicurando agli stessi gli strumenti per prendere decisioni sempre più consapevoli sulle scelte di investimento. Introdurre maggiore trasparenza su come i partecipanti ai mercati finanziari integrino i rischi di sostenibilità nelle loro decisioni in materia di investimenti darebbe sicuramente un contributo alla diffusione di canali e strumenti di finanziamento per le imprese.

Bruxelles punta a realizzare il Database Unico Europeo ESG

Nel febbraio 2021, nell’ambito del nuovo piano di azione sulla Capital Markets Union, la Commissione europea ha pubblicato una consultazione per la costituzione di una piattaforma unica di accesso delle informazioni finanziarie e di sostenibilità (ESAP – European Single Access Point) confermata a luglio 2022 con indicazioni di attuazione entro il 31 dicembre 2025. Il fine è quello di creare un database europeo, pubblicamente accessibile, finalizzato a incrementare la trasparenza sul mercato e a fornire ad investitori e utenti informazioni armonizzate che siano confrontabili e disponibili in formato elettronico.

La mancanza di un simile strumento a livello europeo è considerato un elemento di svantaggio competitivo del mercato dei capitali europeo rispetto a quello di altri paesi nel panorama internazionale. La Commissione europea ha avanzato l’ipotesi di costruire un unico Database Pubblico Europeo contenente le informazioni ESG delle imprese (banche incluse), che possa essere consultato gratuitamente da tutti gli operatori del mercato.

Ciò potrebbe comportare un vantaggio competitivo per i Paesi UE con una composizione imprenditoriale di aziende di medio-grandi dimensione, che, per obbligo o per maggiori disponibilità di risorse, possano più facilmente reperire e comunicare tali informazioni. Infatti, vista la facile reperibilità delle informazioni ESG dalle DNF pubblicate, è chiaro che possa essere un percorso facilitato per le imprese di maggiore dimensione. Occorre, quindi, evitare che solo poche e grandi imprese entrino nel radar di investitori e soggetti finanziatori.

Ethical banking e Green Supporting Factor

Sempre secondo quanto riportato da Assolombarda, la Commissione europea e il Parlamento europeo stanno lavorando all’introduzione di un Green Supporting Factor (GSF), ossia un trattamento prudenziale di favore per le istituzioni finanziarie in relazione ai finanziamenti green. Questo meccanismo di incentivi, riducendo il requisito patrimoniale sui finanziamenti verdi per le banche, dovrebbe accelerare gli investimenti climatici e ridurre i rischi sui bilanci. Attualmente oggetto di discussione nel contesto della revisione delle norme europee sui requisiti patrimoniali nel settore bancario, il GSF è incluso nel piano d’azione della Commissione europea.

L’introduzione del GSF nella CRR (Credit Requirements Regulation) sarebbe di certo vantaggiosa per le imprese e per orientare i comportamenti delle istituzioni finanziarie, come lo è già stato per lo SME Supporting Factor, che permette di ridurre l’accantonamento di capitale di vigilanza effettuato dalle banche a fronte di fidi fino a 2,5 milioni di euro erogati alle Pmi.

Net-Zero Banking Alliance: che cos’è e quali sono gli obiettivi concreti

Un altro criterio per capire gli orientamenti etici delle banche sono le associazioni. A questo proposito, la Net-Zero Banking Alliance (NZBA), convocata dalle Nazioni Unite, riunisce banche che si impegnano ad allineare i loro portafogli di prestiti e investimenti con emissioni nette zero entro il 2050. L’iniziativa, che attualmente rappresenta circa il 40% delle attività bancarie globali, combinando l’azione a breve termine con la responsabilità nel medio lungo periodo, vede le banche aderenti fissare un obiettivo intermedio da qui al 2030 utilizzando linee guida solide e basate sulla scienza.

L’adesione alla Net-Zero Banking Alliance si inserisce in una strategia ESG di lungo periodo che il movimento dell’ethical banking sta implementando nella convinzione che la sostenibilità, in tutte le sue dimensioni, e lo sviluppo del business debbano essere pienamente integrati e complementari.

Riconoscendo il ruolo vitale delle banche nel sostenere la transizione globale dell’economia reale verso emissioni nette zero, l’Alleanza rafforza, accelera e sostiene l’attuazione di strategie di decarbonizzazione, fornendo un quadro e best practices coerenti a livello internazionale in cui operare, supportati dall’apprendimento tra pari da parte di banche pioniere. Inoltre, l’Alleanza svolge anche attività di advocacy e allineamento coordinate come elemento bancario della Glasgow Financial Alliance for Net Zero e elemento incentrato sul clima dei principi per un’attività bancaria responsabile.

Il contributo della formazione all’ethical banking

Inserire nei programmi di educazione finanziaria tutti gli elementi di sostenibilità e avviare una forte promozione in scuole, università, associazioni e imprese rimane fondamentale affinché l’ethical banking si consolidi sempre di più al punto da far auspicare agli esperti che, in futuro, non si parlerà più di finanza sostenibile perché sarà parte integrante della finanza ordinaria. Allo stesso modo non si potrà più fare impresa se non in maniera sostenibile. I nuovi modelli di business dovranno andare oltre la nozione di profitto, non parlando più di obiettivo aziendale ma di purpose (scopo).

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Laura Zanotti

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