Il primo approccio tra una PMI e l’ESG non è sempre facile. Già affrontare in modo strategico i temi della sostenibilità impone alle imprese una preparazione importante, a partire dalla fase di orientamento in merito alle attività da affrontare e da svolgere, rispetto alle informazioni necessarie per partire, alla definizione delle priorità e alla stessa individuazione dei principali punti di riferimento. Il percorso verso la sostenibilità poi non è privo di difficoltà, in particolare per le imprese di minori dimensioni che faticano a trovare le competenze adeguate per seguire questi processi. Nello stesso tempo, si tratta di un percorso che non ammette ritardi: perché se sono sempre più evidenti i benefici per chi lo intraprende (ed è nella condizione di rappresentare e rendicontare i risultati raggiunti), è altrettanto vero che iniziano ad essere sempre più evidenti anche gli svantaggi per chi invece lo trascura, a partire, ad esempio, dai rischi di esclusione dai processi di green procurement. La domanda dunque è come fare per prepararsi, per non “fare passi falsi” e per disporre della conoscenza necessaria per affrontare questa sfida. Una risposta innovativa che permette alle imprese di disporre delle competenze necessarie per analisi e assessment e della flessibilità indispensabile per “agire” velocemente su progetti e percorsi di sustainability è rappresentata da ViSO, Virtual Sustainability Officer, il primo servizio in Italia che offre un nuovo approccio al sustainability management e all’ESG.
Sergio Fumagalli, Team leader sostenibilità di P4I e Luca Grassadonia, ESG Senior Consultant di P4I ci aiutano a capire come questa nuova tipologia di servizi permette di semplificare l’avvio di ESG roadmap e di programmi di sustainability nel mondo PMI.
Cosa succede in un’azienda nel momento in cui inizia ad essere necessario raggiungere obiettivi di sostenibilità?
Diciamo subito che questo tema si presenta in diverse forme: può essere un obbligo di un bilancio, possono essere gli stimoli che arrivano dalla clientela, oppure la pressione degli investitori o ancora la necessità di garantirsi la presenza all’interno di liste di green procurement, comunque sia le aziende cercano tipicamente di affrontare in maniera puntuale queste esigenze, ma scoprono di non avere tutte le competenze necessarie, di non saperle affrontare in maniera olistica anche perché sono tematiche spesso nuove, per le quali serve un orientamento specifico.
Facciamo un esempio?
La compilazione di questionari ESG o legati alle policy di determinate supply chain. Il sustainability management è per definizione una attività che presuppone l’orchestrazione di diverse competenze e la capacità di recuperare i dati appropriati su tematiche che ancora non sono consolidate. Il rischio di sbagliare può essere alto e il rischio, ad esempio, di essere estromessi da una catena di fornitura, può avere conseguenze molto rilevanti per il business.
E per preparasi servono tempo, risorse dedicate, competenze… Quale soluzione proponete per accelerare e per “rimanere” flessibili?
Il ViSO, Virtual Sustainability Officer, primo servizio in Italia di questo tipo nell’ambito ESG e sustainability che si propone nella forma di un assistente in grado di gestire perfettamente tutte le esigenze specifiche e di orientare l’azienda nel rispetto degli adempimenti, delle valutazioni strategiche e delle azioni operative legate appunto alla sostenibilità e all’ESG.
Come funziona, quali servizi mettete a disposizione?
Con questo approccio forniamo un servizio che ha una doppia valenza: strategica e progettuale. Le aziende che affrontano i valori della sostenibilità si rendono conto di quanto questo tema sia “orizzontale” e onnipresente. Anche se si individuano delle figure o delle competenze adeguate, le imprese comprendono che non possono affrontare mille emergenze, ma devono avere un approccio strategico, una visione attraverso la quale definire delle priorità e un percorso specifico. Sulla base di questo approccio si accorgono che devono essere nella condizione di disporre di informazioni corrette per prendere in considerazione tutte le ricadute possibili, e devono avere una chiara visione dei rischi e delle opportunità. Noi, con ViSO, Virtual Sustainability Officer intendiamo mettere a disposizione delle imprese questa capacità di conoscenza in funzione delle loro specifiche esigenze. Magari alcune aziende dispongono già di alcuni “pezzi” mentre non hanno indicazioni e competenze su come gestirne altri.
Quindi con un approccio modulare?
Ogni azienda ha un proprio punto di partenza e ha esigenze che sono molto specifiche, tuttavia non possiamo trascurare che per l’avvio di strategie di tipo net zero e per la la preparazione dell’azienda ad esempio al bilancio di sostenibilità ci sono processi che devono coinvolgere tutta l’organizzazione e che hanno bisogno di un supporto continuativo. Noi vogliamo offrire un servizio modulare per garantire il presidio strategico indispensabile per effettuare le scelte corrette, ma anche con moduli più operativi per rispondere a una specifica necessità o adempimento.
In termini di offerta vera e propria come si sviluppa lo schema di offerta?
Diversi moduli ad accesso volontario in funzione delle esigenze di ciascuna azienda con la possibilità di disporre di un pacchetto completo e di un eventuale accompagnamento sino alla fase in cui l’azienda decida di creare un proprio sustainability office.
Da dove si parte?
Capita che le aziende non siano in grado di rispondere in modo adeguato alle sollecitazioni che ricevono magari da imprese clienti o da richieste legate a processi ESG e rischiano di sbagliare. Tutti oggi riceviamo costantemente richieste sui temi della sostenibilità,, sono tante che le aziende che si trovano a subire pressioni e che faticano a gestirle, prima di tutto perché non sono di facile comprensione. Il nostro servizio è pensato anche per aiutare l’azienda ad orientarsi in questo scenario e a trasformare un bisogno, spesso ancora indistinto, in una serie di azioni concrete, con delle priorità precise che tengano conto – aspetto molto rilevante – del contesto normativo specifico per il mercato in cui l’azienda opera anche in termini di standard e di metriche di riferimento.
Occorre sottolineare che per molte aziende è veramente difficile affrontare questo percorso senza le competenze necessarie e in molti casi si arriva a rispondere a determinate sollecitazioni con la semplice redazione di un documento sul sito, pensato per rispondere a un adempimento, ma che rischia di essere un risultato modesto, che potrebbe essere magari valorizzato e contribuire al posizionamento dell’azienda. In concreto l’obiettivo del servizio è quello di colmare un gap tra un’aspettativa molto concreta e sempre più diffusa e la capacità delle imprese di far fronte a questa aspettativa nel miglior modo possibile garantendo la giusta flessibilità.
Possiamo dire che la “materia prima” oggi più scarsa nel sustainability management è rappresentata dalle competenze?
Il tema delle competenze relativamente ai sustainability manager è fondamentale e per le imprese di minori dimensioni è un problema importante che ha anche un impatto in termini di organizzazione e di gestione della motivazione delle persone. Il rischio che spesso si corre è quello di vedere dipendenti a “mezzo servizio” sulla sostenibilità con una delega che si esercita magari in certi momenti dell’anno o in certe situazioni. Un modello debole, che spesso non funziona: la sustainability ha e avrà sempre di più un valore strategico e anche se su alcuni temi può essere vissuta come un adempimento, non si può limitare alla compilazione di questionari e alla produzione di documenti. Serve portare in azienda visione, continuità e competenze.
Come avete impostato la struttura del servizio?
I moduli sono costruiti sulle principali richieste sul mercato in tema sostenibilità e sono sviluppati in funzione di precise esigenze: c’è il modulo relativo alla strategia, il modulo per la reportistica, quello per la formazione, per la comunicazione o l’engagement e poi ci sono moduli più specifici per la gestione di questionari relativi ai rating ESG e per le “green list” dei fornitori.
Qual è il punto più importante sul quale si deve concentrare a vostro avviso l’attenzione delle aziende?
La comprensione vera del tema relativo alla sostenibilità e delle varie forme in cui si presenta. Succede, ad esempio, che ci siano questionari di pre-qualificazione che non sono dichiarati esplicitamente, ci sono aziende che interpretano certe richieste come se fossero fatte per loro e non invece sono concepiti per raccolgiere informazioni a beneficio di chi li sta proponendo, ci sono aspettative da chiarire per evitare di “pensare” che quello strumento possa risolvere le loro esigenze di sostenibilità. Ecco che in questi casi è necessario aiutare le imprese a capire esattamente le logiche che governano determinati meccanismi per poter svolgere un ruolo attivo. Il primo punto e il più importante di ViSO, Virtual Sustainability Officer è aiutare le imprese a capire di cosa si sta parlando quando si parla di sostenibilità e a mostrare quanto questo tema sia profondamente vicino al business.