RISK MANAGEMENT

Rischio di fornitura: una panoramica essenziale



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La possibilità che variabili esterne compromettano l’approvvigionamento di materiali o servizi necessari per le operations rappresenta un rischio sempre più frequente per le imprese che possono trovarsi senza le risorse necessarie per produrre i propri prodotti. La complessità e interconnessione delle catene di approvvigionamento globali pone l’interruzione operativa al secondo posto tra i rischi più…

Pubblicato il 3 dic 2024

Marco Perona

Professore Ordinario dell’Università degli Studi di Brescia, Direttore Scientifico del Laboratorio RISE e Senior Partner di IQ Consulting



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Negli ultimi anni, le interruzioni della catena del valore legate a perturbazioni della rete di fornitura sono emerse come uno dei principali fattori di preoccupazione per le aziende di tutto il mondo. Eventi globali come la pandemia da COVID-19, il blocco del Canale di Suez, e le recenti tensioni geopolitiche che vedono come massima espressione i conflitti ucraino-russo e gli eventi bellici del Medio Oriente, hanno dimostrato quanto siano vulnerabili le catene di fornitura globali.

E anche le impese che hanno mantenuto la massima parte dei propri fornitori sul territorio domestico o in Paesi della UE o comunque geograficamente prossimi, non ricorrendo al global sourcing, hanno vissuto periodi difficili a causa di eventi meteorologici estremi, come le ripetute esondazioni della Romagna o diversi eventi sismici gravi, in Italia, Turchia e Marocco.

Importanza strategica di gestire i rischi legati alla fornitura

Questi episodi hanno messo in luce l’importanza cruciale di comprendere e gestire i rischi legati alla fornitura, che possono minare gravemente la continuità operativa delle imprese, provocando danni anche molto rilevanti.

Il rischio di fornitura non è certo un fenomeno nuovo, ma la sua frequenza, gravità e complessità è cresciuta notevolmente con l’aumento della globalizzazione, la conseguente interconnessione delle economie e la concomitante riduzione delle scorte e dei tempi di fornitura legati alla ubiquitaria applicazione delle tecniche lean.

Questo articolo ha l’obiettivo di fornire una panoramica essenziale sul rischio di fornitura, esplorando le sue principali cause, le conseguenze che può avere sulle aziende e la crescente importanza di adottare strategie efficaci per mitigarlo, anticipando gli eventi indesiderati anziché subendoli. In un contesto in cui l’incertezza e l’imprevedibilità sono diventate la norma, è fondamentale che le aziende conoscano appieno i rischi associati alla loro supply chain e si preparino ad affrontarli.

Esso fa parte di una piccola serie dedicata al rischio di fornitura, ad esplicitare i rischi di una gestione passiva di tali rischi e a descrivere quali leve possano essere adottate per una loro gestione proattiva. Nel prossimo articolo, esploreremo in dettaglio i principali fattori da considerare quando si valuta il rischio di fornitura e quali azioni possono essere messe in atto per gestirlo efficacemente. Capiremo come la combinazione di tecnologia e strategia può aiutare le aziende a ridurre i rischi e proteggere il proprio futuro.

Il rischio di fornitura ed i suoi effetti

Il rischio di fornitura si riferisce alla possibilità che variabili esterne compromettano l’approvvigionamento di materiali o servizi necessari per le operazioni aziendali. Questo tipo di rischio può nascere da diverse fonti: ad esempio disastri naturali che bloccano le operazioni di un fornitore, instabilità geo-politiche che -attraverso l’imposizione di sanzioni- impediscono il commercio con il Paese dove il fornitore è attestato, scioperi prolungati degli operatori logistici oppure instabilità finanziaria del fornitore medesimo. Indipendentemente da quali ne siano le cause, il risultato finale è che un’azienda potrebbe trovarsi senza le risorse necessarie per produrre o consegnare i propri prodotti, rendendo impossibile il soddisfacimento di uno o più ordini cliente e subendo ingenti perdite economiche e reputazionali.

Negli ultimi anni, il rischio di fornitura è aumentato notevolmente, spinto dalla crescente complessità e interconnessione delle catene di approvvigionamento globali. Tra i fattori che stanno esacerbando questo rischio ci sono i disastri naturali, come le inondazioni in Asia che hanno colpito importanti centri produttivi nel 2022, o la crisi energetica in Europa, che ha rallentato o fermato molte fabbriche nel 2023.

Gli eventi locali, come il conflitto in Ucraina e le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, evidenziano come queste interruzioni possano propagarsi rapidamente a livello globale, mettendo a rischio la continuità operativa​. Questa preoccupazione è anche evidenziata dall’Allianz Risk Barometer 2024, che identifica l’interruzione operativa come il secondo rischio più rilevante per le aziende a livello globale. Ben il 31% delle imprese segnala infatti la dipendenza dalle supply chain come un fattore critico, sottolineando l’importanza di gestire con attenzione i potenziali punti deboli nelle reti di approvvigionamento.

Figura 1 – l’interruzione della catena del valore è ritenuto il 2° rischio più grave secondo l’Allianz Risk Barometer

Le supply chain globali permettono alle aziende di accedere a fornitori specializzati, ridurre i costi e beneficiare di economie di scala. Tuttavia, questa necessità di operare su scala globale comporta una maggiore esposizione ai rischi, poiché problemi che si verificano in un paese possono rapidamente propagarsi lungo tutta la catena di approvvigionamento, provocando interruzioni a cascata. Inoltre, operare con fornitori lontani geograficamente e culturalmente costituisce evidentemente una maggiore difficoltà rispetto all’interazione con fornitori di prossimità, e tutto questo contribuisce alla crescita dell’esposizione al rischio.

Bilanciare l’efficienza con la resilienza

Le aziende moderne sono quindi costrette a bilanciare l’efficienza con la resilienza: l’efficienza che deriva dalla globalizzazione della supply chain per ridurre i costi rischia infatti di essere compromessa di fronte a eventi imprevisti. Al contrario, aumentare la resilienza significa essere pronti ad affrontare interruzioni avendo predisposto efficaci politiche di mitigazione per limitare i danni, riducendo da un lato la probabilità delle interruzioni e dall’altra la gravità dei loro effetti. Trovare un equilibrio tra queste due forze è diventata una delle sfide più urgenti per le imprese nel contesto attuale.

Ecco perché avere visibilità sui potenziali punti deboli della propria catena di fornitura diventa cruciale: le aziende che riescono a prevedere i problemi e ad implementare soluzioni preventive non solo proteggono la propria operatività, ma possono anche ottenere un vantaggio competitivo.

Un rapporto di ricerca del Laboratorio RISE dell’Università di Brescia rivela che le aziende, quando costrette a cambiare fornitore a causa di interruzioni, affrontano un aumento del 12% nei costi di approvvigionamento, una crescita del 7% nei difetti e un allungamento dei termini di pagamento di ben 33 giorni. In questo periodo di transizione, la carenza di materiali può bloccare la produzione, scatenando disservizi che spesso sfociano nella perdita di ordini per oltre un terzo delle aziende e nella fuga del 16% dei clienti verso la concorrenza.

Figura 2 – Principali effetti di un’interruzione di fornitura secondo il report del Laboratorio RISE dell’Università di Brescia

Il ruolo dell’ufficio acquisti

Il ruolo dell’ufficio acquisti all’interno delle organizzazioni è cambiato radicalmente negli ultimi anni. Se in passato il loro compito principale era emettere ordini e garantire che i materiali arrivassero nei tempi previsti, oggi i responsabili degli acquisti sono chiamati a gestire il rischio di fornitura in modo strategico. Secondo il Across the procurement-verse: Changing trends in the procurement function condotto da Economist Impact con il supporto di SAP, il 40% dei CPO prevede di spostare la loro attenzione sulla gestione del rischio nei prossimi tre-cinque anni e lo reputa tra le principali priorità strategiche del procurement.

È proprio per questo che un approccio proattivo nella gestione del rischio di fornitura è diventato cruciale per evitare gravi interruzioni, ma un approccio proattivo per funzionare necessita di una buona visibilità sulla supply chain, non è più possibile “navigare a vista”.

In questo contesto è necessario che i CPO prendano decisioni il più possibile data-driven e proprio per questo motivo il 78% dei CPO reputa prioritaria una strategia di trasformazione digitale.

Figura 3 – Priorità maggiori per i CPO delle aziende secondo Across the procurement-verse: Changing trends in the procurement function

È evidente che l’ampia disponibilità di dati presenti sia in azienda sia fuori costituisca un’enorme potenzialità anche nella valutazione del rischio di interruzione delle forniture: infatti oltre ai dati reperibili all’esterno (ad esempio circa la solidità finanziaria dei fornitori) diventa cruciale anche avere visibilità dell’impatto che i fornitori hanno rispetto alle specificità della propria organizzazione e del proprio business.

Non è quindi solo l’esposizione al rischio che conta ma anche l’impatto potenziale che questo può avere sul processo di generazione del valore: ad esempio, fornitori da cui si acquistano materiali o servizi per poche decine di migliaia di € all’anno potrebbero essere cruciali per la continuità dell’azienda e la loro perdita potrebbe avere impatti che superano i milioni di euro, mettendo la nostra azienda in ginocchio.

Sempre dal rapporto sul rischio di fornitura del Laboratorio RISE dell’Università di Brescia, infatti, si evince che -in media- ogni interruzione di fornitura causa perdite di circa 7 mila euro, ma nei casi peggiori può raggiungere fino a 120 mila euro di perdite.

Figura 4. Investimenti per tornare a regime a seguito di un’interruzione delle forniture secondo il Laboratorio Rise dell’Università di Brescia

È quindi prioritario per i CPO muoversi prima che questi fenomeni disruttivi avvengano, esaminare con tutti i dati a disposizione la propria rete di fornitura, identificare le principali causali di rischio ed i fornitori su cui esse insistono, misurare quantitativamente il rischio calcolando per ciascun fornitore la probabilità di un’interruzione ed il costo che essa potrebbe determinare, ed infine adottare le leve più opportune per prevenire gli eventi indesiderabili e per proteggersi dalle loro conseguenze.

Gestione strategica del rischio di fornitura come fattore di competitività

Nel vasto quadro delle catene del valore internazionali, abbiamo introdotto il concetto di rischio di fornitura, evidenziando la sua crescente importanza e le sfide che le aziende moderne devono affrontare per mitigarlo. La gestione strategica del rischio, e il ruolo cruciale dell’ufficio acquisti sono diventati fondamentali per garantire la continuità operativa e la competitività aziendale in un mondo sempre più interconnesso e vulnerabile.

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