In pochi anni il concetto e le dimensioni della sostenibilità hanno vissuto una notevole evoluzione. La rendicontazione e il “racconto” dei risultati ottenuti in un documento ufficiale come il Bilancio di Sostenibilità per una impresa assume oggi un valore ancora più speciale proprio perché rappresenta in modo rilevante l’occasione per raccontare una specifica interpretazione della sostenibilità a cui corrisponde sempre più spesso una altrettanto specifica visione del valore aziendale.
In queste occasioni il ruolo del sustainability management conferma la sua centralità e importanza, proprio perché si fa interprete dell’identità dell’azienda e del suo rapporto con l’ambiente, con la società e con i territori in cui sviluppa la propria capacità di creare valore.
Per Gruppo Reda, arrivato in queste settimane alla pubblicazione del quarto Bilancio di Sostenibilità e per Luca Bruschi, Head of Sustainability, si tratta di un passaggio particolarmente importante perché testimonia in modo chiaro e dettagliato la missione aziendale e del modo con cui interpreta il sustainability management, come ha spiegato in questa intervista Bruschi, Reda: più attenzione alle normative e più investimenti in competenze in questa fase del sustainability management n.d.r.
Un percorso di innovazione e di sostenibilità
Al Bilancio di Sostenibilità (consultabile direttamente qui n.d.r.) è affidato il compito di testimoniare come l’azienda sia da tempo impegnata in un percorso di innovazione che ha come obiettivo la creazione di condizioni di sviluppo in grado di rispettare tanto la dimensione ambientale quanto quella sociale, con una speciale attenzione ai temi del governo della sostenibilità sotto ogni aspetto: dall’attenzione alle materie prime ai processi produttivi, dalle catene di fornitura al rapporto responsabile con le fattorie e con tutti gli stakeholder attivi con il Gruppo.
“Siamo partiti dal bilancio degli anni precedenti – spiega Bruschi -. Abbiamo rivisto dati e informazioni alla luce degli indicatori GRI. Abbiamo rifatto l’analisi di materialità coinvolgendo i nostri stakeholder e l’abbiamo ampliata alla luce delle evidenze che sono emerse in quest’ultimo anno in termini di fenomeni che determinano un impatto sulla sostenibilità. Abbiamo poi scelto di rivedere il layout e la struttura unendo la doverosa attenzione all’accuratezza del dato alla creazione di uno storytelling che fosse chiaro, trasparente e ingaggiante, perché siamo convinti che una delle finalità del Bilancio di Sostenibilità debba essere anche quella del racconto, del coinvolgimento, di un accompagnamento nella conoscenza dei valori aziendali”
Peraltro, il Gruppo Reda conta su una storia tutta da raccontare. Fondata nel 1865, l’azienda biellese nasce come produttore di tessuti sostenibili in pura lana Merino. Proprio per rispettare e valorizzare la propria vocazione sceglie, prima azienda tessile italiana e una delle prime al mondo, di ottenere la certificazione B Corporation. Non un punto di arrivo questo, ma una tappa di un percorso con cui nel 2021 aggiunge la decisione di diventare Società Benefit. In questa veste “ufficializza” il proprio impegno in un’azione ispirata ai principi della responsabilità, della sostenibilità e della trasparenza a tutti i livelli: persone, ambiente e società nell’interesse di tutti gli stakeholder.
Lo scenario normativo e le scelte aziendali
Bruschi sottolinea che con le normative e in particolare con la CSRD il Bilancio di sostenibilità tenda progressivamente ad assumere caratteristiche simili al bilancio di esercizio. Anche per questa ragione è importante non limitarsi ai dati e alle tabelle, ma appare necessario spiegare dettagliatamente i temi e i fenomeni sui quali l’azienda ha scelto di impegnarsi mostrando i risultati che si sono raggiunti perché rappresentano anche una sorta di carta d’identità aziendale.
“La capacità di produrre profitto, utile economico e nel contempo creare valore per la collettività riducendo le esternalità sull’ambiente – spiega Bruschi – rappresentano anche il frutto di un grande lavoro di orchestrazione tra tante e diverse competenze e tante e diverse funzioni: produzione, ricerca e sviluppo, operation, marketing, HR, procurement, finance. Il sustainability manager in questo senso è un po’ come un “sarto” che deve tenere le fila di tutte le informazioni, delle azioni e delle interpretazioni per esprimere al meglio l’identità dell’azienda”.
Le evidenze di questo Bilancio di sostenibilità sono tante a testimonianza del percorso avviato da Gruppo Reda in termini di raccolta dati, di analisi, di rispetto degli standard. Alcuni rappresentano temi sui quali questo documento porta un contributo in termini di evoluzione del mercato altri sono più specifici dei valori aziendali e territoriali dell’azienda. Il grande lavoro a livello di certificazioni sulle materie prime rappresenta un fattore chiave che unisce sempre di più i temi della qualità e della sostenibilità, lo sguardo e l’attenzione verso un’agricoltura rigenerativa certificata è il segno di una visione sempre più responsabile nei confronti del rapporto con le risorse produttive in relazione alla capacità di sviluppo dei territori, il ruolo evidentemente centrale della lana e delle buone pratiche adottate perché possa continuare ad essere vissuta come un asset dallo straordinario valore aggiunto e non come una commodity. E poi i temi del personale, della formazione, dell’evoluzione nella professionalità di tutti operatori, ciascuno per le proprie specificità ma tutti uniti sui temi dell’orgoglio per il prodotto e per la possibilità di contribuire alla creazione del valore aziendale.
“Fare sostenibilità – conclude Bruschi – sta diventando sempre più sfidante e complesso: occorre contribuire alla strategia portando un contributo diretto nella definizione degli obiettivi e occorre nello stesso tempo vivere la produzione sostenibile, il procurement, lo sviluppo, il rapporto con tutti gli stakeholder e contribuire alla individuazione delle competenze necessarie per far crescere l’azienda in modo sostenibile. Per certi aspetti il Bilancio di Sostenibilità è anche la fotografia di come sta evolvendo questa professione”.