Un’auto elettrica che scambia l’energia in modo bidirezionale con la rete. Questa l’idea alla base dell’impianto Vehicle to grid (V2G) da poco inaugurato nello stabilimento Fca di Mirafiori. Il progetto è frutto della collaborazione fra Fca, Terna e Engie Eps, quindi è completamente italiano.
La tecnologia Vehicle-to-Grid consente ai veicoli elettrici lo scambio di energia bidirezionale e in maniera intelligente con la rete, facendoli diventare parte integrante del sistema elettrico nazionale.
Sul piazzale dello stabilimento torinese sono già attive 32 colonnine, a cui possono essere collegate 64 vetture. Per ora si tratta unicamente di Fiat 500 elettriche. Entro la fine del 2021, quando l’impianto sarà completato del tutto, vi sarà posto per collegare in contemporanea fino a 700 veicoli e diventerà il più grande al mondo.
Il progetto V2G è stato concepito all’insegna della sostenibilità. Il parcheggio destinato alle vetture collegate, infatti, sarà coperto da una maxi-pensilina, che sarà realizzata da Engie Italia, composta da circa 12 mila pannelli fotovoltaici che andranno ad alimentare con energia elettrica pulita i locali di produzione e di logistica. L’impianto permetterà di produrre oltre 6.500 MWh di energia su base annua, che significano un abbattimento di oltre 2.100 tonnellate di CO2 ogni anno.
I punti chiave del progetto V2G
Il progetto V2G ha come obiettivo quelli di fornire servizi alla rete elettrica di Terna, garantendo al contempo un risultato economico positivo per Fca e Engie Eps.
Ma i vantaggi ci saranno anche per gli automobilisti, che avranno l’opportunità di ottimizzare i costi di esercizio delle vetture. La tecnologia bidirezionale non è ancora disponibile per tutte le auto elettriche; funzionerà in modo efficace quando le auto e l’infrastruttura di ricarica comunicheranno in un linguaggio comune, cosa che è oggetto della sperimentazione che è partita con l’inaugurazione dell’impianto lo scorso 14 settembre. Considerando che le vetture stanno ferme per il 95 per cento del tempo, collegandole alla rete si abbattono i costi di gestione e manutenzione grazie all’immissione nel sistema di una parte di corrente elettrica prodotta.
Il progetto V2G va nella direzione di realizzare un sistema elettrico più sostenibile e decarbonizzato. L’amministratore delegato di Engie Eps, Carlalberto Guglielminotti, prevede che “i veicoli elettrici diventeranno la tecnologia dominante che rivoluzionerà la rete elettrica e deciderà ogni singolo equilibrio all’interno dei mercati dell’energia europei”, considerando anche solo una quota del 5 per cento di veicoli circolanti in Europa nel 2030.
L’impegno delle istituzioni nazionale ed europea
Per il sistema industriale italiano questo progetto consente di assumere un ruolo da protagonista nello sviluppo del futuro della mobilità sostenibile; grazie a tre aziende nazionali, infatti, e l’utilizzo di una tecnologia innovativa, si inizia a sperimentare una soluzione di ricarica bidirezionale che ha la caratteristica di possedere un’aggregazione fisica in un unico punto di interconnessione con la rete elettrica, capace di interagire con altre risorse energetiche.
Anche il governo italiano mostra attenzione verso queste nuove tecnologie rivolte alla sostenibilità. Tramite il ministro allo Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, annuncia un investimento di 27 miliardi in 5 anni su industria 4.0 con il settore della mobilità elettrica che sarà uno degli elementi trainanti. Attenzione anche da parte dell’Unione Europea. In un videomessaggio trasmesso durante l’inaugurazione del progetto, la commissaria europea all’Energia, Kadri Simson, ha tenuto a sottolineare come “i sistemi energetici europei beneficeranno in modo significativo della partecipazione dei veicoli elettrici in tutti i mercati dell’energia elettrica in qualità di fornitori di elettricità – direttamente o attraverso aggregatori. Ciò permetterà di utilizzare più elettricità rinnovabile per una più consistente decarbonizzazione”.
Il decreto V2G pubblicato in G.U.
Il via al progetto V2G di Fca, Terna e Engie Eps segue di qualche mese la pubblicazione sulla G.U. del decreto per lo sviluppo del “vehicle to grid”. Il decreto, infatti, afferma che un’auto elettrica (EV) può vendere l’energia quando non è in uso e quando viene lasciata agganciata alla colonnina diventa a sua volta un accumulatore di energia a cui può attingere il gestore energetico.
Il documento prevede che il singolo automobilista si affidi a un “aggregatore di rete”, come per esempio Enel X.
Ma come funziona il V2G? L’automobilista collega l’auto elettrica alla colonnina (sia quelle tradizionali e monodirezionali, sia quelle nuove e bidirezionali) e non solo riceve energia per caricare le batterie, ma la fornisce anche nei momenti di necessità, bilanciando la rete. L’automobilista viene remunerato dallo stesso aggregatore, che applica uno sconto sul successivo “pieno” di energia elettrica.
Come adeguare un’auto elettrica alla tecnologia Vehicle to grid
Per quanto riguarda i costi, il decreto afferma che l’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) provvede alla copertura, anche in via forfettaria, dei costi aggiuntivi connessi alla installazione dei dispositivi e dei sistemi di misura necessari ad assicurare l’interazione tra veicolo e rete elettrica.
Spetta al Gse, poi, anche a seguito di indagine sulle caratteristiche dei veicoli elettrici e delle infrastrutture di ricarica presenti, pubblicare la procedura con la quale sono delineate le informazioni che devono essere date ai possessori di auto elettriche per sfruttare la tecnologia Vehicle to grid, fornendo informazioni dettagliate sulle modalità e sulle condizioni, anche economiche, in base alle quali il veicolo può partecipare alla fornitura di questi servizi.