Sostenibilità

La necessità della formazione per accelerare la decarbonizzazione in Italia

L’Italia deve decarbonizzare i propri sistemi industriali in modo più rapido di 8-10 volte, solo così si può far fronte all’emergenza climatica in corso e rispettare gli obiettivi imposti dall’UE nel contenimento delle emissioni inquinanti entro il 2050

Pubblicato il 08 Ott 2021

Martina Molinari

Coordinatrice scientifica del Master Energy Management e Sostenibilità Ambientale di 24ORE Business School

decarbonizzazione

Per far fronte all’emergenza climatica in corso e rispettare gli obiettivi imposti dall’Unione Europea nel contenimento delle emissioni inquinanti, con il Green Deal, l’Italia deve decarbonizzare i propri sistemi industriali in modo più rapido rispetto a quanto lo stia facendo oggi. Si stima addirittura 8-10 volte più rapidamente rispetto alla decarbonizzazione attuale. Se nel 2018 infatti, in Europa, il settore dell’energia produceva circa un quarto di tutte le emissioni dei gas effetto serra, seguito dai trasporti con un 18%, l’industria con il 17%, le costruzioni con l’11% e l’agricoltura con il 10%, entro il 2030, per poter raggiungere la carbon neutrality nel 2050, le emissioni dovranno ridursi del 71% nel settore dell’energia, del 62% nelle costruzioni, del 22% nell’industria e del 16% nei trasporti, per arrivare a 0 nel 2050[1].

Il consumo globale di energia continua a crescere

Eppure, secondo il Report Energy 2021 pubblicato da Strategic Management Partner a settembre 2021, il consumo primario globale di energia nel mondo continua a crescere: dal 2000, quando era meno di 400 EJ (Exajoule), infatti, è cresciuto con un ritmo del 2% annuo, registrando un valore di 584 EJ nel 2019. Fortunatamente le fonti rinnovabili, osservando i dati per fonte, passerebbero dal 4,7% del 2018 al 7,8% nel 2025 fino al 22,2% nel 2050, guadagnando quote a discapito di carbone e petrolio mentre, si stima, che tra il 2018 e il 2050 l’idroelettrico, l’energia nucleare e il gas naturale rimarrebbero sostanzialmente stabili.

Anche l’Opec vede un futuro più roseo verso la decarbonizzazione: la domanda primaria di energia si concentrerà sulle fonti rinnovabili, con aumenti più marcati per idroelettrico e biomasse, le quali entro il 2040 dovrebbero crescere rispettivamente del 40% e del 26%. Ma l’aumento principale è tra le restanti rinnovabili (ad esempio eolico e fotovoltaico), che segnerebbero nelle previsioni un incremento del 338%. Tra quelle tradizionali, il nucleare è visto in forte crescita nello stesso periodo (+52%) mentre il carbone è previsto non incrementare significativamente nei prossimi venti anni.

Green Deal

La situazione energetica italiana

Se entriamo nel dettaglio, la situazione energetica italiana, per il 2019, mostra un quadro in cui la domanda di energia è in contrazione: il consumo interno lordo del Paese è stato di 152,2 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) nel 2019 con una diminuzione del 2,4% rispetto al 2018 (dopo tre anni consecutivi di crescita), a fronte di una crescita del PIL reale dello 0,9%.

Tra il 2018 e il 2019 è diminuito l’utilizzo dei combustibili solidi e del petrolio mentre è aumentato l’utilizzo del gas naturale da un lato e delle fonti rinnovabili dall’altro. Nel 2019 le fonti energetiche rinnovabili (FER) hanno consolidato il proprio ruolo di primo piano nel sistema energetico italiano sia per la produzione di energia elettrica, sia nella produzione di calore (settore termico) e in forma di biocarburanti immessi in consumo (settore dei trasporti).

Sebbene i consumi di energia elettrica per i trasporti su strada risultino ancora bassi, le nuove tecnologie green, quali le auto elettriche, hanno visto una crescita a doppia cifra, anche grazie agli incentivi alla vendita e alla sempre maggiore capillarità dei punti di ricarica.

La capacità totale delle installazioni da fonti rinnovabili in Italia è cresciuta con un incremento medio annuo dal 2008 al 2019 dell’8,2%.

Green Deal

Il ruolo dell’Europa nella decarbonizzazione, il Green Deal

Risulta evidente che la roadmap del cambiamento, che è stata ulteriormente incentivata dal pacchetto regolamentare adottato dalla Commissione Europea il 14 luglio 2021, denominato “Fit for 55” (ossia “pronti per il 55%), risulta tracciata dagli obiettivi di contenimento delle emissioni di CO2. In quest’ottica, quindi, non deve essere persa l’opportunità dei cambiamenti in atto continuando gli investimenti sul digitale e sfruttando al meglio le opportunità delle nuove tecnologie.

Il pacchetto regolamentare dell’Europa, Green Deal, è senza precedenti nella sua storia, e non solo in materia energetica e climatica – con 13 misure che vanno dalla efficienza energetica, alla tassazione dell’energia, fino alla legislazione sulle rinnovabili – per citarne alcune. Le misure inedite che vogliono portare il settore dell’energia a un cambiamento avranno conseguenze su tutti gli ambiti della società: dagli investimenti allocati dalle aziende, alla nascita di figure professionali in grado di traghettare la transizione energetica. Le esigenze dei consumatori e dell’industria stanno infatti rapidamente cambiando, e il settore dell’energia non è visto più solo come una commodity, bensì come un sistema complesso e sinergico da sfruttare al meglio. Sostenibilità e innovazione da anni vanno sempre più di pari passo e guidano le scelte strategiche aziendali. Il rischio climatico sta guidando e guiderà sempre più la maggior parte delle scelte strategiche delle nazioni e delle aziende del settore energy.

Video: Realizzare il Green Deal europeo

La necessità di una formazione adeguata

Tornando alla necessità di decarbonizzare l’Italia fino a 10 volte più rapidamente di quanto stiamo facendo, questo è non solo necessario per raggiungere gli obiettivi, ma anche perché le aziende, di fronte a uno scenario di ambiguità sul futuro dei carburanti fossili, stanno seguendo la strada della diversificazione del proprio business sia attraverso nuove strategie di integrazione lungo la catena del valore, sia attraverso l’espansione verso nuove tipologie di mercati, di prodotti e aree geografiche.

A queste strategie serve una forza lavoro preparata culturalmente, e le nuove generazioni sembrano già esserlo, ma soprattutto professionalmente, con una formazione adeguata a questi tempi in costante cambiamento.

Note

  1. Stefano Soro, Head Of Unit di Green and Circular Economy – European Commission, durante la Open Lesson Green New Deal, Transizione Energetica e i Nuovi Obiettivi Carbon Neutrality al 2050, organizzata da 24ORE Business School il 20 settembre 2021, durante la quale professionisti del settore hanno illustrato i possibili scenari futuri e i modelli di sviluppo economico che le imprese dovranno adottare.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

M
Martina Molinari
Coordinatrice scientifica del Master Energy Management e Sostenibilità Ambientale di 24ORE Business School

Articoli correlati

Articolo 1 di 5