Complessità da una parte e ricchezza di prospettive rappresentano forse le principali dimensioni in cui si declina la sostenibilità. Riuscire ad abbracciare in modo responsabile tutte le variabili che permettono di comporre il “mosaico” della sostenibilità implica uno straordinario lavoro a livello di coinvolgimento e di motivazione di tutti gli stakeholder e costituisce una sfida prima di tutto sul piano della responsabilità sociale.
Se si deve individuare un tema, tra i tanti, che emerge con maggiore evidenza nell’interessante confronto con Lauretta Filangieri, Group Insurance Head of Sustainabilty in Intesa Sanpaolo Vita quello del rapporto tra sostenibilità e responsabilità sociale assume probabilmente un valore speciale.
Vediamo quali sono oggi i principali obiettivi legati alla sostenibilità per Intesa Sanpaolo Vita?
La sostenibilità è da molto tempo uno dei pilastri della strategia di tutto il Gruppo Intesa Sanpaolo, nonché del Piano di Impresa 2022 – 2025, un impegno costante che ci ha portato ad essere presenti in tutti i principali indici. Anche come Divisione Insurance abbiamo iniziato anni fa il percorso su questi temi, attuando il nostro impegno sia attraverso progetti legati all’evoluzione dell’offerta sia con progetti dedicati alla società, abbracciando un’interpretazione ampia di quello che significa conseguire gli obiettivi net zero.
Una speciale attenzione viene rivolta all’impegno strategico nell’inserire elementi ESG in tutti i processi aziendali.
Per far questo abbiamo adottato un approccio olistico alla sostenibilità, nella convinzione che si tratta di un obiettivo che si può raggiungere solo con il coinvolgimento, anche culturale, di tutti gli stakeholder.
Soffermiamoci su questo punto: gli attori della sostenibilità
La nostra realtà si deve relazionare con un grande numero di stakeholder. Per noi la sostenibilità si concretizza in tante e diverse dimensioni: è un obiettivo diretto che si sostanzia nell’integrazione dei fattori ESG nei nostri prodotti e nelle nostre strategie di investimento, ma è anche un obiettivo strategico, perché la visione net-zero che abbiamo adottato implica un impegno che va ben oltre i requirements della normativa e impone una serie di programmi che si configurano anche in un contributo concreto all’economia reale. In questo contesto si inserisce la nostra adesione alla Net Zero Asset Owner Alliance e alla Net Zero Insurance Alliance.
Siamo fermamente convinti che per aiutare la transizione ecologica occorre anche stimolare e accelerare da un lato l’innovazione tecnologica e cambiare i paradigmi con cui abbiamo gestito per tanti anni la produzione e il consumo delle risorse, dall’altro portare innovazione anche a livello di inclusione sociale.
Come avete impostato le vostre azioni?
Prima di entrare nel merito delle azioni devo precisare che la filosofia che sta alla base di questo approccio prevede una visione della sostenibilità come patrimonio comune di tutta l’organizzazione. La sostenibilità entra a far parte del vissuto di tutte le funzioni aziendali, sia in termini di visione sia in termini di motivazione.
La Divisione Insurance di Intesa Sanpaolo ha al proprio interno diverse compagnie con le quali copriamo le diverse “anime” del mondo assicurativo: Vita, Danni, Salute, oltre a tutte le dimensioni legate ai rapporti con i broker. E’ stato quindi per noi fondamentale garantire, attraverso la creazione di un’apposita struttura dedicata alla sostenibilità, un coordinamento globale tra le compagnie e le diverse funzioni aziendali.
Abbiamo poi un articolato programma ESG, con all’interno dieci stream di lavoro dove sono rappresentate tutte le funzioni aziendali, tutte le compagnie con c-level, che in molti casi assumono anche il ruolo di capi stream. Il team prevede degli incontri operativi periodici anche con tutto il top management, per garantire sia un coordinamento trasversale sia un presidio verticale.
Riteniamo che in un’attività così ampia che deve confrontarsi con tante variabili, dalla normativa all’evoluzione delle esigenze e della percezione stessa dei clienti, sia fondamentale creare collaborazione e complicità tra tutte le funzioni. Va poi aggiunto che stiamo operando in un settore, quello finanziario, che sta affrontando dei cambiamenti epocali con normative che stanno evolvendo, con esigenze di reporting che a loro volta sono in rapida evoluzione e, in definitiva, con la necessità di governare una elevata complessità, con un senso di responsabilità da parte di tutti.
Possiamo citare qualche azione in particolare?
Ce ne sono tante. Sottolineo il processo di self assessment, tipico dei framework delle B-corp, che abbiamo adottato per dare ancora maggiore consistenza alla roadmap di sostenibilità e perché vogliamo affrontare a 360 gradi le esigenze di tutti stakeholder.
Inoltre, l’appartenenza al gruppo Intesa Sanpaolo, che ha scelto di puntare strategicamente sulla sostenibilità, e il poter lavorare a fianco dei nostri asset managers, sono un punto di forza che facilita la trasversalità e l’ingaggio su questi temi. Questa condizione consente di avere a disposizione le giuste competenze per ogni attività, ad esempio per pianificare e attuare l’evoluzione della gamma prodotti.
Come si configura il modello organizzativo dedicato alla sostenibilità? Come siete arrivati all’impostazione attuale?
Dobbiamo dire pragmaticamente che siamo partiti da quello che serviva fare. Rispetto ad un tema così complesso e variegato, con tante anime e specializzazioni, abbiamo voluto creare una struttura centrale che avesse una funzione di governo, ma anche di boost, di coordinamento, di supporto, e di “incubazione” di nuove idee.
Lavoriamo in gruppi multidisciplinari, affrontando queste tematiche trasversali con team di lavoro che sono formati espressamente per presidiare le sfide più importanti con le competenze più adeguate e dando contributi specifici, come ad esempio in ambito sviluppo prodotti, finanza, marketing, risk management, compliance, IT.
Naturalmente si tratta di un percorso. Non siamo arrivati, ma abbiamo avviato un processo, che si consolida e si rinnova con l’attivazione e sviluppo di diversi progetti.
Come state misurando e controllando le performance relative alla sostenibilità?
Abbiamo definito dei KPI ben precisi in termini di evoluzione della gamma prodotti, delle strategie di investimento e di integrazione degli indicatori di sostenibilità nelle nostre politiche. Con l’adesione alle alleanze net zero abbiamo, inoltre, implementato obiettivi quantitativi specifici per il 2030 che ci hanno visto lavorare tantissimo nel corso del 2022.
Oggi i nostri prodotti vita offrono, per più del 70% dei casi, opzioni di investimento ESG, in un processo che sta andando di pari passo con l’arricchimento delle politiche di investimento e con il consolidamento delle metodologie di classificazione dei prodotti. Abbiamo inoltre dei sistemi di monitoraggio e presidio sugli obiettivi ESG.
L’altro aspetto importante riguarda poi il contributo al sociale e all’ambiente. Ci sono diversi progetti che definiamo Impact e ognuno ha i suoi KPI in termini di visibilità, di numero di persone raggiunte e di valutazione dell’impatto creato. Ad esempio, il progetto In Action ESG Climate lanciato l’anno scorso ad aprile ha permesso di sostenere, offrendo un contributo totale di 500 mila euro, tre imprese che hanno presentato idee e progetti focalizzati sulla transizione ecologica con un forte impegno in termini di innovazione.
In ambito sociale, invece, in collaborazione con Dynamo Academy, abbiamo formato nel settore del caring circa 80 giovani senza un lavoro né un’occupazione o formazione in corso, aiutandoli a inserirsi nel mondo del lavoro.
Che ruolo svolge l’ESG? Come lo valutate?
La transizione ecologica è fondamentale e abbiamo il dovere di dare il nostro contributo. Alle aziende viene chiesto tanto e le piccole forse oggi lo vedono ancora come un onere, ma sappiamo che può essere un importante vantaggio competitivo.
I clienti cercano valori, cercano la condivisione di modelli e principi, per questo è importante ci sia reale coerenza tra tutti i fattori che incidono su questo percorso e trasparenza di comunicazione. L’ESG può e deve avere un impatto sempre più sistemico, per garantire che l’impegno delle imprese in termini di trasformazione sostenibile sia correttamente valutato e rappresentato anche nelle scelte di investimento.
Possiamo raccontare una esperienza particolarmente significativa legata ai temi della sostenibilità?
Per noi è importante il dialogo e la diffusione di una cultura assicurativa che permetta di affrontare i temi della trasformazione sostenibile. Riteniamo a questo proposito che sia importante utilizzare un linguaggio e un lessico sempre più vicino alle persone. In questo senso si colloca il progetto “Proteggere ad Arte “, il contest dove più di 800 artisti hanno raccontato in modo creativo cosa è la protezione, coinvolgendo più di 10.000 giovani nella votazione delle loro opere. Questa iniziativa è stata frutto di una fase di ascolto dei bisogni dei giovani attraverso un’analisi quantitativa e qualitativa, con il coinvolgimento di opinion leader e di millennials che hanno disegnato iniziative, linguaggi, modalità di relazione.
Ad inizio anno abbiamo lanciato, invece, un nuovo contest che abbiamo denominato “La Sfida” proseguendo il nostro impegno verso i giovani: si tratta di un gioco a bivi, con una serie di video dove protagonista è il Trio Medusa, in cui le persone si trovano a dover affrontare percorsi e sfide della vita quotidiana, prendendo decisioni in ambiti come la propria pensione, la prevenzione della salute, la protezione della propria casa e dei cari.
Tutte queste iniziative rientrano all’interno di In Action ESG, un programma lanciato per il pubblico che mira a dare un contributo concreto alla società, sensibilizzando sui temi legati alla cultura assicurativa ma anche su quelli del clima e dell’inclusione. Il progetto punta ad ascoltare le nuove esigenze emergenti per orientare il nostro operato e fornire un aiuto alle persone ad aquisire maggior consapevolezza nel fare le loro scelte di vita. Tutte le iniziative, infine, hanno un unico grande obiettivo culturale che si concretizza nell’impegno di essere utili alle persone, con un chiaro approccio metodologico ed un linguaggio semplice che permetta di definire obiettivi chiari e azioni concrete.
Prosegui la lettura delle strategie e delle esperienze di sustainability manager di importanti aziende e organizzazioni.