Spesso quando si affrontano i temi legati ai progetti e ai percorsi di sostenibilità di aziende e organizzazioni si fa riferimento alla necessità di un “cambiamento di paradigma“. Per Zornitza Kratchmarova, Sustainability & ESG Advisory Director di Connexia e ESG Lead di Retex questo cambiamento vuol dire creare le condizioni per una “Good company“, vuol dire “passare da una dimensione della sostenibilità vicina alla filantropia, in cui si sceglie di destinare una parte dei propri profitti a cause ambientali o sociali, verso una gestione imprenditoriale della sustainability, dove il modo stesso di generare profitti è sostenibile, dove la sostenibilità fa parte in modo naturale delle logiche stesse del business”.
Questa convinzione di fondo è il tema che caratterizza il lavoro, l’esperienza e la passione per il sustainability management di Zornitza Kratchmarova.
Restiamo sul punto chiave del cambiamento di paradigma per capire quali sono i principali obiettivi direttamente e indirettamente legati alla sostenibilità per Connexia e per Retex.
Come Connexia abbiamo scelto già nel 2020, in piena pandemia da Covid-19, di diventare Società Benefit, abbiamo rivisto lo statuto e abbiamo definito il perimetro d’azione entro cui avremmo convogliato tutte le nostre azioni di beneficio comune. Dall’anno successivo abbiamo voluto rendicontare i risultati e l’abbiamo fatto adottando gli standard GRI. Prima con i Report di Impatto 2021 e 2022, e da quest’anno con il nostro primo Report di Sostenibilità. Con una novità su tutte: abbiamo coinvolto in prima persona tutti i nostri stakeholder chiave, ossia le nostre persone, i clienti, i fornitori, la proprietà e tutti coloro che vivono nel contesto in cui operiamo.
Quali sono le principali evidenze metodologiche di questo bilancio?
Una delle più importanti riguarda la scelta, che abbiamo voluto fare, chiedendo ai nostri interlocutori più importanti una valutazione del nostro operato. Abbiamo voluto capire cosa migliorare e abbiamo cercato di verificare se desiderano fare un pezzo di strada assieme a noi. Il tutto partendo dalla ferma convinzione che la sostenibilità non si può raggiungere da soli: è fondamentale collaborare con tutti gli stakeholder e per questo è importante conoscere e approfondire i rapporti.
Come avete impostato le vostre azioni?
Già dall’anno scorso abbiamo deciso di far confluire le nostre azioni su 6 dei 17 SDGs dell’Agenda 2030 dell’ONU e l’abbiamo fatto per un motivo di chiarezza interna ed esterna identificando i punti su cui crediamo di potere dare il contributo maggiore. Con i nostri collaboratori o, ancora, con i nostri clienti. Per l’esattezza abbiamo scelto gli SDGs 1, 4, 5, 8, 10 e 13.
Abbiamo poi aderito all’United Nations Global Compact (UNGC) e abbiamo lanciato una unit dedicata alla sostenibilità a 360°. Obiettivo: accompagnare clienti e prospect in un percorso di trasformazione ambientale, sociale e di governance che possa posizionarli al meglio in un contesto sempre più sfidante.
In termini più generali abbiamo scelto di concentrare l’attenzione sulle nostre risorse, sui nostri colleghi. In Connexia siamo 168 talenti e abbiamo ritenuto, con convinzione, che il coinvolgimento in prima persona fosse una importantissima leva di attrazione e di ingaggio. Soprattutto per le generazioni più giovani.
Un altro aspetto significativo delle nostre azioni riguarda la scelta di pianificare e coordinare azioni interne, con i colleghi, in sinergia con azioni esterne, realizzate insieme ai clienti e ai fornitori. Un modello questo che ha lo scopo di confermare la convinzione in base alla quale la sostenibilità si raggiunge solo se si lavora in team.
Possiamo fare qualche esempio?
Ne possiamo fare due tra i più rappresentativi. La collaborazione con l’organizzazione di volontariato “Il Pozzo Dei Desideri” che realizza pozzi per l’estrazione di acqua in uno dei paesi più poveri del mondo: il Malawi. Con loro abbiamo realizzato un pozzo Connexia che permette di assicurare acqua potabile a centinaia di persone laddove l’acqua è un bene preziosissimo e scarso.
Un altro progetto riguarda la collaborazione con la cooperativa agricola sociale Agrivis che unisce i temi legati all’inserimento nel mondo del lavoro di persone fragili, assicurando loro un lavoro dignitoso e assolutamente in regola sotto tutti i punti di vista, con lo sviluppo dell’agricoltura biologica attenta all’ambiente e alla biodiversità.
Ci sono poi progetti che sono nati e si sono sviluppati nel segno della collaborazione con i clienti, come nel caso di Conai, il Consorzio Nazionale Imballaggi che in Italia garantisce il raggiungimento degli obiettivi europei di riciclo, con cui abbiamo realizzato per esempio la mostra denominata “Rinascimento per l’Ambiente: con l’arte del riciclo il packaging diventa un capolavoro” che, nel contesto del Meeting di Rimini dello scorso anno, ha riscontrato un grandissimo successo di pubblico con oltre 100 mila visitatori per una nuova forma di comunicazione in favore dell’economia circolare. Alla mostra è stata associata inoltre una campagna di branded content con il curatore d’arte Nicolas Ballario distribuita sulle principali piattaforme social.
Come vi siete organizzati per la gestione delle tematiche di sostenibilità e ESG? Come avete definito il vostro modello organizzativo?
In ambito Connexia siamo partiti nel 2020. All’epoca eravamo due persone e condividevo questo impegno con la collega Nicoletta Vetere, People & Culture Manager, con cui siamo tuttora responsabili d’impatto come previsto dalla legge per le Società Benefit. Ma è molto importante precisare che il nostro lavoro è in realtà frutto di un impegno corale che coinvolge tanti altri colleghi. Dal punto di vista della governance rispondiamo direttamente all’amministratore delegato.
Vediamo anche RETEX?
Certamente, questo è un “pezzo di storia” a cui si aggancia una importante evoluzione del nostro percorso. Ai primi del 2022 siamo stati infatti acquisiti da RETEX e nel processo di integrazione le tematiche ESG hanno fatto da punto focale. Al di là del business, nel momento in cui si parla di ESG, si trattano temi valoriali molto importanti sui quali RETEX era a sua volta fortemente posizionata e attenta.
A valle di questa acquisizione l’executive board ha deciso di assegnarmi il ruolo di ESG Lead per dare continuità a queste tematiche su tutta l’azienda che conta su quasi 600 persone distribuite tra 12 sedi.
Dal punto di vista del modello organizzativo cosa è cambiato?
All’interno di RETEX conto su un comitato ESG al quale partecipano 8 colleghi che svolgono un po’ il ruolo di “sentinelle” della sostenibilità all’interno dei vari gruppi di lavoro. In generale abbiamo definito una struttura disseminata su più sedi. Mentre, parlando di linea di comando, rispondo direttamente all’executive board. Disponiamo di un budget ad hoc e facciamo investimenti molto concreti. Per quest’anno ci siamo focalizzati in particolare su temi quali il calcolo della carbon footprint e la certificazione per la parità di genere, ma l’aspetto da sottolineare in modo specifico riguarda la scelta, a nostro avviso strategica, di dare vita a un piano di formazione obbligatoria per tutti i colleghi sulle tematiche ESG. Si tratta di percorsi formativi con workshop in presenza, con test finali sulla corretta comprensione degli argomenti e con una call to action volta ad avere il contributo di tutti o quasi in questo percorso di miglioramento continuo. È una sfida, certo. Ma anche una grande opportunità.
Come state monitorando e misurando le performance relative alla sostenibilità?
La sostenibilità comprende tante dimensioni e ci muoviamo con logiche specifiche in funzione degli obiettivi. Alcuni KPI sono quantitativi ed è più semplice. Ad esempio, acquistiamo solo materiali certificati; le risorse digitali in generale sono in leasing e abbiamo attuato la massima digitalizzazione in tutti i processi. Di fatto abbiamo un approccio basato su logiche di green procurement.
Poi disponiamo di soluzioni gestionali che ci permettono di tracciare e verificare sia i temi dell’impatto relativo ai nostri servizi sia in relazione alla profittabilità dei servizi stessi. Con questo metodo abbiamo attuato un approccio che consente di controllare l’impatto esercitando, nello stesso tempo, un controllo molto attento sul business.
Rispetto a obiettivi più qualitativi ci muoviamo utilizzando strumenti che ci permettono di capire come siamo percepiti. Ad esempio, abbiamo introdotto delle survey presso i clienti che ci permettono di conoscere l’opinione e la valutazione del cliente rispetto ai servizi che stanno utilizzando. In concreto disponiamo di un mix dettagliato di KPI quantitativi e qualitativi.
Che ruolo svolge l’analisi di materialità nella costruzione della strategia di sostenibilità e nella definizione delle azioni?
L’analisi di materialità è veramente importante ed è uno strumento che ci ha permesso di riflettere in modo molto attento su tutti gli asset e su tutti i punti che generano o impattano il valore aziendale.
Nella nostra esperienza l’analisi di materialità permette di fotografare lo status quo per avere un quadro chiaro delle aree sulle quali focalizzare l’attenzione e per comprendere in modo preciso quali sono i punti di miglioramento più importanti che possono contribuire meglio alla generazione di valore.
Veniamo al ruolo dell’ESG? Come lo valutate?
L’ESG è fondamentale. Voglio aggiungere che l’ESG ha rappresentato anche un terreno sul quale si è registrata una delle più importanti forme di convergenza di intenti tra Connexia e RETEX. Certamente, il fatto di avere identificato questo terreno valoriale ha aiutato e supportato il processo che ha portato all’acquisizione.
C’è una esperienza particolarmente significativa da raccontare sui temi della sostenibilità?
Il premio “Impresa Sostenibile” ricevuto lo scorso anno da Il Sole 24 Ore nella categoria “sostenibilità digitale”. E naturalmente, in questi giorni, la presentazione del primo report di sostenibilità.
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