Sostenibilità ambientale

Effetto covering: l’agrivoltaico riduce il suolo agricolo di 400 ettari



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L’uso del fotovoltaico nel nostro paese solleva questioni cruciali sull’equilibrio tra produzione energetica e conservazione del suolo da destinare alle attività agricole. L’analisi ISMEA rivela come l’effetto covering possa influenzare la biodiversità e l’economia delle comunità locali

Pubblicato il 4 dic 2024



impianto fotovoltaico

Uno dei “costi” indiretti della transizione energetica è rappresentato dagli effetti sul territorio delle strutture per la produzione di energie rinnovabili. Fotovoltaico ed eolico sollevano da tempo discussioni anche molto accese. In particolare, la declinazione del fotovoltaico che viene adottata dal mondo delle imprese agricole, nella forma di agrivoltaico, rappresenta una delle soluzioni più implementate per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e per generare energia che non abbia impatto sul climate change.
L’adozione su larga scala di questa tecnologia pone questioni significative riguardo l’utilizzo del suolo e al cosiddetto “effetto covering”. In Italia, come in altre parti del mondo, la necessità di bilanciare la produzione energetica con la salvaguardia delle terre coltivabili si fa sempre più pressante. Analizzando la distribuzione geografica dei pannelli solari e il loro impatto economico sulle comunità locali, emergono dinamiche complesse che richiedono un approccio attento per garantire uno sviluppo sostenibile che non comprometta le risorse fondamentali del Paese. Vediamole di seguito.

Lo studio ISMEA: l’effetto covering riduce il ruolo agricolo di 400 ettari

ISMEA, in collaborazione con ISPRA e SNPA, ha realizzato uno studio nel quale si mette in evidenza la crescente tendenza all’utilizzo di suoli agricoli per l’installazione di impianti fotovoltaici. Questa pratica, definita “effetto covering”, ha riguardato nel 2023 circa 400 ettari di terreno, rappresentando il 9,5% del totale del suolo agricolo consumato. L’analisi sottolinea inoltre come la conversione non sia uniforme sul territorio nazionale e pone l’accento su questioni che riguardano l’impatto economico e produttivo.

L’installazione di pannelli fotovoltaici sui terreni agricoli ha un impatto diretto sulla disponibilità di superficie coltivabile ma anche sulla perdita di biodiversità locale. Sebbene il fenomeno presenti una reversibilità a differenza della cementificazione, il consumo di suolo agricolo rimane una preoccupazione centrale per il settore agroalimentare e per la sovranità alimentare del paese.

Il rapporto ISMEA rileva che oltre la metà delle aree interessate dall’installazione fotovoltaica sono destinate all’agricoltura intensiva, situazione che potrebbe compromettere la produzione in zone già sottoposte a forte pressione antropica. Il passaggio da terreno agricolo a spazio per energie rinnovabili comporta una riduzione della terra disponibile per colture tradizionali, e mette in allarme sulle possibili ripercussioni in termini di attività e di continuità operativa delle filiere locali oltre che sulla varietà dei prodotti offerti.

Un fenomeno prevalente nel Nord Italia

La distribuzione territoriale degli impianti agrivolatici mostra una maggiore concentrazione al Nord Italia, in particolare il Veneto è la regione con più impianti. In questa geografia dell’effetto covering fotovoltaico si riflette l’impegno in termini di politiche energetiche regionali le specificità economiche delle diverse aree.

Le regioni del Sud e delle Isole mostrano ad esempio una significativa inclusione delle colture permanenti nei nuovi impianti solari. Questa diversificazione territoriale suggerisce di prestare attenzione anche alla variazione nel valore economico dei terreni coinvolti. Questo valore viene stimato da ISMEA in circa 9,7 milioni di euro per il 2023. La valutazione monetaria è importante anche perché indirizza possibili ipotesi e risposte in merito alle compensazioni per gli agricoltori e alle strategie a lungo termine per mantenere un equilibrio tra necessità energetiche e protezione delle risorse agricole vitali.

Le dinamiche relative alla distribuzione geografica di questi impianti solari delineano di fatto anche nuovi scenari economici a livello regionale e nello stesso tempo chiamano in causa una serie di interrogativi essenziali sull’equilibrio tra sviluppo energetico e conservazione delle risorse terrestri.

Effetto covering: cos’è esattamente

L’effetto covering nell’agrivoltaico si riferisce all’impatto che le installazioni di pannelli solari possono avere sulle colture agricole. L’agrivoltaico è una pratica che combina la produzione di energia solare con l’agricoltura, posizionando i pannelli solari sopra i campi coltivati. Questo approccio mira a ottimizzare l’uso del terreno, consentendo la coesistenza di produzione agricola ed energetica.

L’effetto covering può influenzare diversi aspetti delle colture. Da un lato, i pannelli solari forniscono ombreggiamento, che può essere benefico in regioni con climi caldi e soleggiati, riducendo lo stress idrico delle piante e migliorando la resa agricola. L’ombreggiamento può anche contribuire a mantenere temperature del suolo più basse, riducendo l’evaporazione dell’acqua e garantendo efficienza nell’uso delle risorse idriche.

D’altro canto, l’effetto covering può anche limitare la quantità di luce solare diretta che raggiunge le piante, influenzando negativamente la fotosintesi e, di conseguenza, la crescita e la produttività delle colture. La progettazione e la disposizione dei pannelli solari devono quindi essere pianificate per bilanciare l’ombreggiamento e l’accesso alla luce solare, tenendo conto delle esigenze specifiche delle colture coltivate.

L’effetto covering infine può influenzare la biodiversità del suolo e l’ecosistema agricolo, alterando il microclima e le interazioni tra le specie vegetali e animali. Per massimizzare i benefici dell’agrivoltaico, è essenziale adottare pratiche di gestione sostenibile che considerino l’interazione tra i pannelli solari e l’ambiente agricolo.

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