Per capire come sono vissuti i temi e le aspettative legate alla sostenibilità nel mondo del manifatturiero è importante analizzare come si stanno muovendo le imprese che operano all’interno di catene del valore complesse dove i risultati si raggiungono grazie all’orchestrazione di tanti e diversi attori. Eurostampa rappresenta in questo senso un bell’esempio di come si configurano le esigenze e i valori della sostenibilità all’interno di supply chain caratterizzate da un forte sbilanciamento verso i consumatori finali, come sono appunto le catene del valore del beverage, del food, dei prodotti di largo consumo. L’azienda, impegnata nella produzione di etichette per tantissime tipologie di prodotti, è caratterizzata da una rilevante presenza internazionale, dalla collaborazione con grandi brand multinazionali e da iniziative come l’Innovation Lab nel quale si sviluppano forme di co-creation e co-design. Per capire come l’azienda vive il rapporto con i temi della sostenibilità e dell’innovazione ESG360 ha incontrato Fabio Colli Medaglia, Innovation & Sustainability Manager della società.
Quali sono i principali obiettivi direttamente e indirettamente legati alla sostenibilità?
Il primo obiettivo sul piano della sostenibilità è quello di rispondere alle richieste dei clienti. Abbiamo approcciato il tema della sostenibilità considerando con la massima attenzione le richieste che abbiamo ricevuto da alcuni partner che domandavano espressamente di disporre di un calcolo della CO2 equivalente emessa per la produzione delle nostre etichette.
Uno dei principali punti di attenzione verso la sostenibilità è dunque rappresentato dal procurement dei clienti che chiedono sempre più frequentemente di disporre di queste informazioni. Ma come Eurostampa non ci siamo limitati a rispondere a queste richieste e siamo andati oltre. Abbiamo analizzato il mercato, le tecnologie, gli adempimenti per la reportistica e abbiamo definito degli obiettivi che ci hanno permesso di definire una strategia sulla sostenibilità.
Nel frattempo sono arrivate altre richieste a dimostrazione di una tendenza di mercato che impone alle aziende di preparare i propri prodotti e i propri processi per rispondere a una domanda che non permette eccezioni.
Come avete impostato le vostre azioni e come è stata vissuta questa evoluzione dell’azienda?
Devo dire subito che ho intravisto in questa prospettiva un percorso personale molto interessante e mi sono candidato a svolgere questa attività. L’impegno, l’attenzione e la sensibilità personale sui temi della sostenibilità mi hanno fatto avvicinare a questa sfida e ho scelto di passare a questo incarico che univa, sin dall’inizio, l’impegno sui temi dell’innovazione con quelli legati alla sostenibilità. Dal punto di vista operativo il percorso ha visto una serie di passaggi relativi alla scelta delle piattaforme e dei tools per il calcolo dell’impatto della CO2 e poi arrivare alle attività per dare vita al report di sostenibilità con la definizione di piani di raccolta dei dati dai vari stabilimenti, con la definizione dei KPI di monitoraggio e con il piano di azione per il raggiungimento degli obiettivi che l’azienda ha scelto di definire.
A proposito di obiettivi, quali sono i vostri punti di riferimento? Che ruolo hanno per una impresa come la vostra gli SDGs: sono “troppo distanti e generici” o è vero che “stanno entrando in azienda”?
Gli SDGs sono indubbiamente un punto di riferimento. Nella definizione del posizionamento aziendale e degli obiettivi gli SDGs permettono di tracciare la strada e di avere dei punti fermi. Ma certamente va detto che i temi della sostenibilità hanno bisogno di standard, manca ancora una vera e propria metrica internazionale condivisa per calcolare l’impatto CO2 in modo universale. I nostri punti di riferimento, al netto degli SDGs, sono rappresentati da GRI Global Reporting Initiative e da Science Based Target.
Quali sono i motivi di questa doppia delega su innovazione e sostenibilità?
La scelta di questa configurazione si è rivelata strategica: l’innovazione è uno dei fattori abilitanti per la sostenibilità e la sostenibilità stimola e incalza processi di innovazione. In questa posizione ho il compito e la necessità di guardare al mondo esterno, di cogliere esigenze, ma anche di cercare nuove soluzioni. L’impegno sulle attività di Open innovation dell’azienda è un ulteriore tassello che permette di unire la conoscenza verso nuovi bisogni e la ricerca di nuove soluzioni.
Vediamo in particolare il ruolo del digitale
Il digitale è fondamentale, anche dal punto di vista della gestione. Sull’innovazione di prodotto, stiamo parlando di piattaforme che permettono ai clienti di alzare i livelli di personalizzazione, con loro facciamo co-design e attiviamo forme di collaborazione che sono possibili e praticabili solo grazie al digitale. Inoltre ci sono tematiche di tracciabilità che stanno crescendo e che ancora una volta si possono affrontare solo grazie al digitale.
Che ruolo svolge per voi la prospettiva ESG? La state valutando? State misurando le performance in termini di sostenibilità nelle varie declinazioni dell’ESG?
La stiamo analizzando. Abbiamo avviato una prima analisi in questo senso partecipando a un questionario di un importante provider e siamo in attesa delle valutazioni. Siamo nella piattaforma Ecovadis che abbraccia queste tematiche, con un buon punteggio. Stiamo lavorando al report di sostenibilità che ci aiuta ad andare in quella direzione, e che sarà pronto all’inizio del prossimo anno, ma va detto che se sulla parte “E” di Environmental abbiamo dati e competenze, sulla “S” di Social e sulla “G” di Governance dobbiamo ancora lavorare per raccogliere dati e per impostare il lavoro. È ragionevole pensare che possa esserci un percorso verso l’ESG anche perché oggi si assiste a una serie di sollecitazioni e spinte che si concretizzano su tanti ambiti, come la grande attenzione al packaging sostenibile, alla gestione delle materie plastiche, alla riduzione in generale dell’impatto ambientale, ma stiamo andando nella direzione di una gestione complessiva di tutte le variabili e ci vuole ancora un po’ di tempo.
Si può vedere qualche progetto speciale particolarmente significativo per la capacità di unire innovazione e sostenibilità?
Un bell’esempio di questo percorso arriva dalla creazione del data base di carte sostenibili dove stiamo raccogliendo informazioni e caratteristiche sui nuovi materiali. Si tratta di un progetto che ci permette di pianificare l’evoluzione con i clienti nel loro passaggio verso prodotti più sostenibili gestendo tutte le variabili di prodotto.
Stiamo poi realizzando la prima etichetta a CO2 Zero. In questo caso siamo partiti da un assessment per individuare le soluzioni a più basso impatto ambientale in termini di materiali, abbiamo ottimizzato i processi di produzione, abbiamo poi accorpato più produzioni perché più aumenta la tiratura e più si riduce l’impatto ambientale, in più abbiamo avviato un progetto per gestire recupero e riciclo. A tutto questo stiamo aggiungendo anche un piano di off-setting per compensare la parte mancante. Il risultato per i clienti è una etichetta a impatto zero.
Questo servizio fa parte di un percorso di conoscenza e confronto avviato da ESG360 con sustainability manager di imprese e organizzazioni italiane e internazionali e per mettere a disposizione competenze, esperienze e best practices in sustainability management