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A Frascati nasce un polo di ricerca sulla fusione nucleare

Si tratta del polo scientifico-tecnologico DTT (Divertor Tokamak Test), che verrà realizzato nel Centro Ricerche ENEA di Frascati (Roma), con una società partecipata tra Enea ed ENI

Pubblicato il 29 Gen 2020

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Mentre l‘energia nucleare, perlomeno in Occidente, sta vivendo una fase di declino per gli irrisolti problemi di sicurezza legati allo sfruttamento energetico dell’atomo, la ricerca scientifica sull’energia atomica va avanti in maniera decisa. In particolare quella sulla fusione nucleare, che punta a riprodurre lo stesso principio alla base della produzione di energia delle stelle, dunque potenzialmente inesauribile e sicura, senza la produzione di scorie. In questa direzione va segnalato l’avvio in Italia di un progetto da oltre 600 milioni di euro che vede coinvolte ENEA ed Eni.  Si tratta del grande polo scientifico-tecnologico sulla fusione DTT (Divertor Tokamak Test), che verrà realizzato nel Centro Ricerche ENEA di Frascati (Roma) dalla società DTT Scarl, di cui Eni avrà il 25 % delle quote, ENEA il 74% e il Consorzio CREATE l’1%.

Più nel dettaglio il DTT – Divertor Tokamak Test, che verrà realizzato in 7 anni , sarà realizzato per fornire risposte scientifiche e tecnologiche ad alcuni aspetti del processo di fusione, come ad esempio la gestione di temperature elevatissime e i materiali da utilizzare. Fornendo così supporto e infrastruttura di test per le più avanzate soluzioni tecnologiche che sono messe in atto nei grandi progetti internazionali sulla fusione, come ad esempio il mega progetto ITER.  Il progetto sarà sostenuto da Unione europea,  Consorzio Create, BEI (con un finanziamento record di 250 milioni di euro garantiti dal Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici FEIS, pilastro del Piano Juncker), dal Consorzio europeo EUROfusion (con 60 milioni a valere sui fondi Horizon 2020), Ministero dello Sviluppo Economico e il MUR (con 80 milioni di euro circa) e Regione Lazio (con 25 milioni più le spese per la connessione alla rete elettrica nazionale) e altri 30 milioni da partner internazionali. Le ricadute del progetto sul PIL nazionale sono stimate in circa due miliardi di euro con la creazione di 1.500 nuovi posti di lavoro, dei quali i 500 diretti, tra scienziati e tecnici. Quello della fusione nucleare è un ambito strategico per la competitività del nostro Paese, quello della fusione, dove le aziende italiane hanno già vinto oltre 1,2 miliardi di euro di contratti.

“Il progetto che verrà realizzato da ENEA ed Eni presso il Centro di Ricerche di Frascati, pone ancora una volta l’Italia all’avanguardia internazionale nel campo della ricerca per ottenere energia pulita, sostenibile e sicura – ha dichiarato il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli – . Lo sviluppo e l’applicazione di tecnologie innovative rivestono, infatti, un ruolo decisivo nella transizione energetica che punta in direzione della decarbonizzazione e della sostenibilità ambientale. Per il MiSE è prioritario rafforzare le sinergie tra il mondo della ricerca e quello produttivo per favorire, attraverso il trasferimento tecnologico, la competitività industriale del nostro Paese e la creazione di nuovi posti di lavoro”.

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