Si può contribuire al bene comune facendo impresa? E può l’innovazione supportare iniziative ad alto valore sociale? La risposta è sì. Lo hanno dimostrato le quattro storie di impresa presentate in occasione della giornata conclusiva della Seasonal School “Management of Innovation and Common Good”, organizzata dalla Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa coinvolgendo studenti provenienti da più parti del mondo, con l’accento sul ruolo delle cosiddette “purpose-driven organizations”, sulla loro capacità di stimolare l’innovazione per affrontare i problemi della società, nonché sull’emergere di nuove modalità di interazione con i contesti sociali, ambientali e culturali. Ma anche sui paradigmi oggi al centro del dibattito sulla trasformazione dell’economia, come quelli della creazione di valore condiviso, dell’ecologia integrale e dell’economia civile, unitamente al ruolo degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
Tra queste, anche quella di Alessandra Farris e della sua IntendiMe che offre soluzioni tecnologiche per migliorare la vita delle persone sorde e con deficit uditivi al fine di farle sentire più indipendenti, libere e al sicuro. Al centro della mission aziendale l’inclusione e l’accessibilità, espresse sia nei processi di lavoro che nella composizione di un team oggi in grado di offrire il primo servizio clienti composto esclusivamente da persone sorde e da figli di persone sorde (CODA – Children of Deaf Adults). IntendiMe nasce dal desiderio di Alessandra di fornire ai propri genitori, entrambi sordi, un supporto tecnologico in grado di avvertirli di suoni e vibrazioni all’interno della loro casa. Una delle prime soluzioni realizzate è il sistema di rilevazione di suoni e vibrazioni KitMe: composto da sensori, da uno smartwatch sempre collegato alla persona per la ricezione delle notifiche e da un’applicazione, consente a chiunque di “sentire” i suoni di avviso o di pericolo che risuonano all’interno delle mura domestiche o in tutti i luoghi assimilabili, come uffici e alberghi, direttamente sul proprio polso.
“La nostra nasce per definizione come un’organizzazione votata a uno scopo, perché fin dal primo giorno l’attenzione è stata rivolta non al profitto ma allo sviluppo di una soluzione in grado di agevolare la vita di una collettività di persone, unite da una medesima necessità – commenta Alessandra Farris, presidente di IntendiMe – Al centro del nostro lavoro abbiamo sempre posto la persona sorda, l’inclusione, l’accessibilità e l’uguaglianza, i pilastri che ci hanno consentito, da una parte, di tirare a bordo e valorizzare le specifiche abilità di tante persone sorde o CODA come me; dall’altra, di dare vita a una soluzione sviluppata non solo per i sordi ma ‘con’ i sordi. Un dettaglio linguistico che fa tantissima differenza se inquadrato nell’ottica di creazione di bene comune”.