La rivoluzione della mobilità elettrica sta avanzando con rapidità: per rispondere ai crescenti obiettivi europei in materia di decarbonizzazione dei trasporti, entro il 2030 il 70% delle auto vendute sarà elettrico. Una svolta che richiede, necessariamente, un nuovo approccio alla produzione, che coinvolge necessariamente gli operatori del settore elettrico, in particolare i produttori di batterie e sistemi di accumulo. Lo conferma l’’Indagine Protolabs “In Charge” ha intervistato 201 aziende di 7 paesi europei, 30 delle quali italiane, che evidenziano l’imminenza dei cambiamenti. L’80% degli intervistati dichiara che entro 12 mesi avvicineranno la supply chain agli stabilimenti di produzione per far fronte alla crescente domanda. Una percentuale anche superiore, l’82%, ha rilevato che in meno di un anno presenterà nuove batterie con una tecnologia alternativa agli ioni di Litio. Il rispetto dei tempi potrà essere garantito attraverso l’ampliamento della capacità produttiva interna grazie alla manifattura additiva. Ma non solo: c’è una diffusa consapevolezza di dover attrarre e mantenere talenti – solo il 16% dovrà selezionare una parte del personale al di fuori della EU – la capacità di entrare velocemente in nuovi mercati e disegnare prodotti fortemente innovativi.
“La pandemia sembra attenuarsi e questo sta portando ad una repentina e crescente domanda globale di materie prime, di semilavorati e trasporti. L’industria delle batterie, oltre a dover far fronte all’immediato, deve crescere in fretta se si vogliono rispettare gli obiettivi al 2025 per cui i rischi legati alla supply chain sono in qualche modo ampliati. L’industria sta trovando alcune soluzioni, tra cui il reshoring di alcune attività, la rilocalizzazione della supply chain, il riciclo di materiali e la manifattura additiva e on demand per rispondere velocemente alle esigenze di flessibilità produttiva e del time to market dei nuovi prodotti”, ha commentato Matteo Carola, Country Manager per l’Italia di Protolabs. L’industria dei sistemi di accumulo elettrico in Europa pare insomma avviata a uno sviluppo impressionante, combinato disposto tra la sua capacità di competere e il supporto pubblico ad un mondo più sostenibile. Un supporto importante potrà arrivare dai 220 miliardi di euro disponibili del Next Generation EU per l’Italia, in buona parte destinati a investimenti nella green economy, nella digitalizzazione dell’industria e nella mobilità elettrica.