L’analisi

Trade war Usa-Cina, Stephane Klecha: “Grandi opportunità per l’Europa”

Il fondatore dell’omonima banca di investimenti: “Sta per iniziare un momento d’oro per le tech companies dell’Ue e italiane. In arrivo un flusso di capitali significativo a causa della deglobalizzazione polarizzata”

Pubblicato il 04 Giu 2019

Stephane-Klecha

Il conflitto commerciale in atto tra Stati Uniti e Cina, che vede al centro del contendere le tecnologie di nuova generazione, potrebbe aprire scenari di sviluppo interessanti per le tech companies europee. A sostenerlo è  Stephane Klecha, fondatore di Klecha & Co, banca d’investimenti privata internazionale specializzata nell’assistenza e consulenza finanziaria per aziende dei comparti IT, software e IoT, traendo spunto dal report “Toward a tech-driven cold war”, realizzato dalla società in collaborazione con Rosa & Roubini Associates.

La ricerca nasce per individuare quali potranno essere gli scenari futuri del settore alla luce delle recenti tensioni tra Google e Huawei sulla licenza Android, e su quale sarà il ruolo del terzo player internazionale, l’Europa. 

Il conflitto invisibile tra Cina e Stati Uniti, è la tesi del report, al di la dei dazi vicendevolmente applicati dai due Paesi, si gioca oggi nel campo delle nuove tecnologie. Da un lato la Cina, con il suo Piano di sviluppo “Made in China 2025”, intende diventare la prima potenza economica a livello mondiale nei 10 principali comparti hi-tech (robotica, aerospazio, AI, veicoli senza conducente, biotech, etc.), e acquisire il ruolo di leader nel campo dell’Intelligenza Artificiale entro il 2030, guadagnando una fetta di mercato del valore di 150 miliardi di dollari, grazie all’utilizzo della tecnologia 5G, che consentirà comunicazioni ultrarapide e ad alto rendimento, e diventerà quindi il carburante delle città “intelligenti” e delle economie del futuro.

Dall’altro, gli Stati Uniti non intendono perdere terreno rispetto al competitor cinese che, nell’ambito dei sistemi di pagamento e dei servizi fintech, sembra averli già surclassati offrendo soluzioni tecnologiche all’avanguardia. Gli USA puntano dunque a limitare gli investimenti cinesi in settori strategici dell’industria americana e al tempo stesso a implementare il Piano nazionale di ricerca e sviluppo sull’AI e il suo impatto su settori come telecomunicazioni, healthcare, difesa.

“In questo contesto, l’Europa può ritagliarsi un ruolo di primo piano – sottolinea Stephane Klecha, fondatore di Klecha & Co. – Sul fronte degli investimenti, le tech companies europee, in quanto soggetto neutro, beneficeranno da un influsso di capitali significativo e potranno infatti trarre un forte vantaggio da questa deglobalizzazione polarizzata. In parallelo le disposizioni della Commissione Europea, sia in termini di investimenti diretti, sia in termini regolatori – che rappresentano una protezione per gli operatori locali e de facto generano nuovi standard internazionali – contribuisce ulteriormente alla crescita del settore in Europa”.

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