Il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro è stato interessato nei recenti decenni da cambiamenti migliorativi che hanno consentito la strutturazione di linee organizzative e operative sempre più efficaci e strategiche. Lo stesso Ministro Orlando, recentemente, in tema di sicurezza sul mondo del lavoro ha annunciato che a breve verrà rinforzato l’ispettorato che avrà il compito di verificare l’adeguatezza dei livelli di sicurezza di aziende e luoghi di lavoro.
Data l’attualità della tematica, prendiamo in rassegna quali sono le figure maggiormente richieste in ambito lavorativo e specificatamente formate alla tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Addetti al primo soccorso
Il Decreto Legislativo 81/08 fornisce chiare indicazioni sugli obblighi a cui il datore di lavoro, in tema di sicurezza, deve assolutamente rispettare. Tra questi vi è la nomina del personale che andrà a ricoprire il ruolo di Addetto al Primo Soccorso Aziendale. Il “Primo Soccorso” è “l’insieme degli atti che personale non medico può mettere in atto in attesa dell’arrivo di personale più qualificato”, preposti appunto al “Pronto Soccorso”, quale “insieme delle tecniche mediche, chirurgiche e farmaceutiche messe in atto da personale medico qualificato”.
Il datore di lavoro è tenuto a designare i lavoratori che ritiene più idonei a ricoprire tale ruolo. Diversamente, nelle piccole aziende fino a 5 lavoratori, il ruolo di addetto al Primo Soccorso può essere ricoperto dallo stesso datore di lavoro, a condizione che sia presente in azienda durante l’orario di lavoro e che si formi attraverso il corso di primo soccorso.
La formazione certificata per lo svolgimento di queste mansioni è imprescindibile, in quanto coloro che sono preposti alla sicurezza devono essere in grado di compiere tutti quegli atti e quelle misure necessarie a garantire la sicurezza di quanti sono presenti nell’area aziendale.
Addetti all’utilizzo del Dae
Sempre in ambito primo soccorso, la legge n.116 del 4 Agosto 2021 introduce l’obbligo di installazione del Defibrillatore Semiautomatico Esterno (DAE), ovvero defibrillatori automatici e semiautomatici, all’interno di alcuni luoghi come gli uffici delle pubbliche amministrazioni aperti al pubblico, come bar, porti e stazioni ferroviarie. Lo scopo del provvedimento è combattere le morti per arresto cardiaco. Si stima che in Italia muoiano ogni anno 60.000 persone a causa della mancanza di interventi tempestivi a seguito di arresto cardiaco. La disponibilità di un DAE consente di ridurre i danni conseguenti ad un arresto cardiaco, evitando la morte della persona colpita da “infarto”.
Aziende, enti ed istituzioni sono chiamati a nominare responsabili per l’utilizzo del defibrillatore. Le disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici in ambiente extra-ospedaliero del 27 maggio del 2021 chiariscono che i responsabili dovranno essere in possesso di un attestato che certifichi l’addestramento all’utilizzo dello strumento e alle tecniche di intervento. Per creare queste figure, fondamentali sono i corsi di formazione all’utilizzo del DAE. Questi percorsi prevedono una sezione teorica e una pratica, in cui il candidato impara a eseguire le manovre di rianimazione.
Uno dei corsi più ambiti per apprendere l’utilizzo del defibrillatore è quello BLSD, acronimo per Basic Life Support Defibrillation. Il corso si propone di formare il candidato ad utilizzare le manovre di primo soccorso con l’impiego di defibrillatore. Si tratta di manovre da attuare tempestivamente in caso di arresto cardiaco improvviso.
La figura dell’RSPP
Il datore di lavoro, oltretutto, è il responsabile della sicurezza sul luogo di lavoro. Il Testo unico delle norme in materia di sicurezza e salute dei lavoratori, tra le varie prescrizioni indicate, menziona anche l’obbligo di nominare il Responsabile del servizio di prevenzione e protezione, spesso definito responsabile della sicurezza. Si tratta di una figura fondamentale nella gestione aziendale della sicurezza, ed è il punto di riferimento per i lavoratori con riferimento per tutto ciò che riguarda il controllo e la prevenzione della salute e sicurezza sul lavoro.
L’RSPP viene nominato dal datore di lavoro, che può sceglierlo sia internamente ai propri dipendenti sia dando questo incarico ad un professionista esterno. Come risaputo, l’RSPP contribuisce in maniera significativa nella redazione del DVR (Documento di valutazione dei rischi), in collaborazione con il datore di lavoro, il medico competente e il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.
Per poter accedere al ruolo di RSPP, occorre essere in possesso dell’attestazione del compimento del corso di formazione sulla prevenzione dei rischi, della gestione delle attività tecnico-amministrative, della comunicazione e formazione in azienda e delle relazioni sindacali.
L’attestato può essere conseguito prendendo parte a corsi di formazione abilitanti, chiamati comunemente modulo A, modulo B e modulo C.
Il modulo A, una volta seguito, non ha bisogno di aggiornamenti, ed è propedeutico per seguire i moduli B e C. Il modulo A è il corso base e ha ad oggetto degli argomenti generali come la normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro e le diverse tipologie di rischio sul lavoro.
Con il modulo B si raggiunge un livello più alto di specializzazione. Questo si svolge in macro-settori, individuati a partire dai rischi in base alla classificazione ATECO. Il modulo B non è propedeutico per potere seguire il modulo C. Il modulo C ha ad oggetto la formazione sulla prevenzione e sulla protezione dei rischi psicosociali, di natura ergonomica, da organizzazione del lavoro, da turnazione e derivanti da stress lavoro-correlato.
Oltre ai succitati moduli, i responsabili della sicurezza devono anche frequentare i corsi di aggiornamento nelle modalità e nella quantità di ore definiti dall’accordo Stato-Regione del 2016.
La figura del Responsabile della sicurezza è presente non soltanto nelle aziende, ma anche negli enti pubblici. Il RSPP nella Pubblica Amministrazione assolve a funzioni consultive del datore di lavoro con competenze tecnico-professionali in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Pur non avendo potere decisionale e di spesa, propone e programma gli interventi utili a neutralizzare o mitigare le situazioni di rischio, linee queste poi applicate dall’amministrazione dell’ente.
Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS)
Oltre all’RSPP, cruciale è anche la figura del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza. Si tratta di una figura che viene eletta per rappresentare i lavoratori sugli aspetti della salute e della sicurezza sul lavoro (artt. 37, 47, 50 Dlgs. 81/2008).
Questa figura è prevista in tutte le aziende, o unità produttive, secondo le modalità previste dall’art. 47 del D. Lgs. 81/08. In questo senso, è eletto dai lavoratori al loro interno nelle aziende fino a 15 dipendenti, oppure nell’ambito delle rappresentanze sindacali nelle aziende con più di 15 dipendenti.
Peculiarità dell’RLS è che è l’unico, tra tutti i protagonisti della salute e sicurezza in azienda, che può interagire con tutte le altre figure aziendali come fiduciario dei lavoratori e per loro conto. L’RLS sorveglia la qualità dell’ambiente di lavoro, partecipa a tutte le fasi del processo di prevenzione dei rischi lavorativi ed agisce come punto di riferimento tra datore di lavoro, lavoratori, sindacato ed istituzioni.
L’art. 47, comma 7, D. Lgs. 81/2008, dispone che per aziende o unità produttive fino a 200 dipendenti debba essere prevista la figura di almeno un RLS, nelle aziende da 201 a 1000 dipendenti almeno 3 RLS, e in quelle con più di 1000 dipendenti minimo 6 RLS.
Questa figura, poiché cruciale nella tutela della sicurezza e della salute nei luoghi pubblici, ha l’obbligo di formarsi attraverso specifici percorsi. L’art. 37 del D. Lgs. 81/2008 infatti prevede che il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza riceva una formazione e adeguata in materia di sicurezza e salute, al fine di acquisire informazioni di carattere generale rispetto alla sicurezza nei luoghi di lavoro ed ai rischi specifici che riguardano l’impresa in cui svolge l’attività lavorativa.
Il corso di formazione per gli RLS deve avere una durata minima di 32 ore, di cui 12 sui rischi specifici presenti in azienda e le conseguenti misure di prevenzione e protezione adottate.
Oltre alla formazione di base, l’articolo 37, comma 11 del D. Lgs. 81/2008 richiama l’importanza, nonché l’obbligo, dell’aggiornamento periodico con cadenza annuale della formazione del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS), avendo a riferimento la data di rilascio dell’attestato di formazione del corso iniziale da 32 ore.
Sicurezza e Covid nei luoghi di lavoro
La presenza di esperti di sicurezza sui luoghi di lavoro è diventata recentemente sempre più importante poiché, oltre a rivelarsi fondamentale per ridurre le casistiche di incidenti sul lavoro, è cruciale nelle recenti politiche di prevenzione e contenimento della diffusione del Coronavirus sui luoghi di lavoro.
Per far fronte al fenomeno della pandemia COVID-19 sono stati recentemente elaborati protocolli recanti indicazioni operative per le aziende. Il Protocollo per il contrasto e il contenimento della diffusione del coronavirus negli ambienti di lavoro del 6 aprile 2021 affida al RSPP, ai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza e al Medico Competente il ruolo di coordinatori per attuare correttamente la normativa e tutelare la salute e la sicurezza sul lavoro.
RSPP ed RLS hanno dunque un ruolo centrale nella sorveglianza sanitaria, in quanto collaborano con il datore di lavoro e con il medico competente nell’identificazione e nell’attuazione delle misure volte al contenimento del rischio di contagio del coronavirus. Gli RLS partecipano anche al Comitato per l’applicazione e la verifica delle regole contenute nel Protocollo di regolamentazione.
La figura dei responsabili della sicurezza si sta dimostrando oggi, in un periodo di iniziale decrescita della curva del contagio, cruciale anche per la ripresa dell’attività aziendale. RSPP Italia, riconoscendo la delicatezza del periodo che stiamo attraversando, ha pubblicato infatti recentemente un articolo in cui accende i riflettori sulla priorità assoluta di favorire il ripristino della dimensione “normale” nelle aziende, tramite un’adeguata gestione della fase post emergenziale, il riconoscimento delle persone particolarmente colpite fisicamente e psicologicamente della pandemia e l’organizzazione di adeguate strategie di supporto[1].
Conclusioni
Le analisi che abbiamo presentato, in definiva, confermano che le sfide che si delineano al cospetto del mondo del lavoro attuale sollecitano sempre più l’esigenza di profili formati, a norma di legge, a compartecipare nelle organizzazioni aziendali e pubbliche, alla tutela della sicurezza e della salute, nonché di corsi formativi riconosciuti che siano in grado di certificare, con ampia garanzia di affidabilità, queste skill sempre più preziose.
Note
- Renata Borgato, Andare Oltre, RSPP Italia, 2021. ↑