In un periodo in cui il “bisogno di sicurezza” rappresenta uno dei segni forse più distintivi e più forti della nostra quotidianità, dall’innovazione digitale arrivano nuove prospettive e nuove certezze in un campo, quello del Risk Management delle infrastrutture pubbliche e private, nel quale si sente l’urgenza di rinnovare le logiche di governance e di approccio ai controlli e alla sicurezza.
All’innovazione digitale è affidato oggi un compito molto importante che si è concretizzato nel progetto nato dalla collaborazione tra IBM, Autostrade Tech e Fincantieri NexTech e che è destinato a cambiare le logiche di governance complessiva del risk management delle infrastrutture autostradali. Un progetto che mette a disposizione risorse per ridisegnare le modalità di ispezione, controllo, individuazione e monitoraggio dei difetti delle infrastrutture grazie a un imponente piano di digitalizzazione frutto di un investimento di 60 milioni di euro che Autostrade per l’Italia ha collocato all’interno del proprio Piano di Trasformazione industriale. E si tratta, va detto, di un piano e di un progetto che apre anche le porte ad una nuova fase a livello di gestione del rischio nel mondo della mobilità autostradale, ma che non si ferma a questa dimensione, anzi rappresenta il presupposto per disporre di conoscenza, strumenti e piattaforme con i quali ridisegnare e ripensare la mobilità del nostro paese.
Infrastrutture e risk management: il ruolo di IoT e AI per la sicurezza
Alla base del progetto, come sottolineato, si colloca un grande piano di digitalizzazione delle infrastrutture basato sull’impiego di sensoristica Internet of Things, di Intelligenza Artificiale, sullo sviluppo di modelli tridimensionali e su strumenti che permettono l’analisi cognitiva dei dati con una piattaforma di gestione delle infrastrutture che si appoggia a IBM Maximo Application Suite. Su queste basi è partita la costruzione del database completo delle infrastrutture autostradali e una innovazione profonda nell’approccio e nel metodo legato alle ispezioni, al monitoraggio delle criticità e alle modalità di intervento con un percorso che porterà nelle successive fasi di sviluppo, a disporre del digital twin delle opere e dei singoli componenti.
I numeri del progetto rendono chiaramente l’idea della portata e della profondità di questo cambiamento. Già oggi sono oltre 430 le opere controllate e gestite con questa soluzione e la roadmap del progetto prevede di arrivare nei prossimi mesi alla copertura dell’intero parco delle infrastrutture autostradali vale a dire 1.943 ponti e oltre 2.000 cavalcavia e progressivamente anche alle 587 gallerie. Un percorso che vede la digitalizzazione e la gestione innovativa di 4.500 infrastrutture che consegnano ad Autostrade per l’Italia e in particolare ad Autostrade Tech, IBM e Fincantieri NexTech una conoscenza e una competenza uniche nella gestione delle infrastrutture e nella definizione di nuove logiche gestionali nella governance del Risk management a livello di opere pubbliche.
Un vantaggio competitivo per il paese nella gestione del rischio a livello di infrastrutture
Uno straordinario vantaggio competitivo per il sistema paese che, se da una parte conta una ricchezza morfologica straordinaria in termini di rilievi, coste, corsi d’acqua e molteplicità di risorse naturali, dall’altra richiede una grande complessità in termini di tipologia di infrastrutture e di modalità e procedure di gestione. In questo senso, il progetto rappresenta un grande risorsa di expertise che il team Autostrade Tech, IBM e Fincantieri NexTech intende valorizzare anche a livello internazionale e su altri scenari infrastrutturali oltre a quello della viabilità autostradale e che si presta in prospettiva per essere messo a disposizione del mercato, sia in logica di servizio as-a-service sia on premise.
Gestire le infrastrutture come un “corpo vivo” grazie al digitale
Roberto Tomasi, Amministratore delegato Autostrade per l’Italia sottolinea che questo progetto permette di gestire le infrastrutture come un “corpo vivo” che trasmette costantemente dati e informazioni sul proprio “stato di salute“. Ed è proprio in questo nuovo rapporto basato sulla conoscenza, da mettere a disposizione della sicurezza e dell’innovazione a livello di mobilità, che si colloca il nuovo corso di Autostrade per l’Italia. Tomasi ricorda i punti fondamentali di questo nuovo percorso che prevede un piano industriale per l’azienda e per il paese del valore di 21 miliardi di euro nei prossimi 18 anni. La centralità sta nel rapporto completamente nuovo, grazie al digitale, con le infrastrutture, grazie alla capacità di innovazione di Autostrade Tech e dei partner del progetto. C’è poi un tema legato all’innovazione nella gestione del sistema degli appalti e nella gestione delle competenze per affrontare in modo nuovo la realizzazione di grandi opere a cui si aggiunge l’impegno della società verso un cambiamento di paradigma nel ripensamento della mobilità in generale anche nel raggiungimento di obiettivi di sostenibilità sempre più importanti per la collettività e per il sistema paese.
Verso una innovazione digitale capace di rispondere alle sfide della sicurezza e della sostenibilità
E il digitale è esattamente l’asse portante di questo progetto. Enrico Cereda, Presidente e AD di IBM Italia ha osservato che la pandemia ha contribuito a lanciare sfide importantissime che impattano sulla nostra vita, sulle imprese, sui modelli di business e che pongono al centro dell’attenzione anche i temi della sostenibilità. Oggi, più ancora che nel passato, tecnologie come AI, IoT, Cloud, Blockchain ci aiutano a raggiungere nuovi obiettivi, ma è sempre e comunque fondamentale il ruolo e la crescita del capitale umano. Ed è proprio su questo connubio tra innovazione digitale e capitale umano che si concentra la riflessione di Cereda, nelle potenzialità che vedono l’integrazione tra piattaforme abilitanti come l’IBM Maximo Application Suite unitamente alla costruzione e alla crescita di nuove competenze come expertise che consegnano a questo progetto l’opportunità di rappresentare una grande occasione per il sistema paese. In questo senso si colloca anche la prospettiva richiamata da Cereda di estendere questo progetto sia a livello internazionale sia in altri ambiti oltre a quello delle infrastrutture per la viabilità. E l’Italia, come abbiamo sottolineato, ha certamente bisogno, anche per il suo patrimonio storico e artistico di una rinnovata, più efficace ed efficiente, capacità di gestione delle proprie risorse.
Da sottolineare inoltre l’impegno strategico di IBM con Autostrade Tech e con Fincantieri NexTech per questo progetto vissuto come un percorso di innovazione verso un continuo potenziamento degli strumenti di ispezione, analisi e valutazione dei rischi e di gestione degli interventi. Un percorso che per IBM significa collaborazione continua tra le strutture dell’IBM Research e una rete di partner altamente specializzati nell’ambito della progettazione e dell’innovazione nelle infrastrutture pubbliche e private e del Risk management infrastrutturale, anche in settori specifici come nel caso della collaborazione con realtà come Sacertis.
Un progetto per mettere l’innovazione al servizio della mobilità del sistema paese
L’Amministratore delegato di Autostrade Tech Lorenzo Rossi ricorda che questo progetto rappresenta un punto fondamentale per il ridisegno delle logiche di governance complessive di tutto il sistema di risk management e sicurezza autostradale. La individuazione delle criticità, la loro evoluzione e la pianificazione degli interventi di manutenzione potranno essere completamente rivisti alla luce di una conoscenza dettagliatissima, minuziosa e reale dei singoli componenti di ciascuna infrastruttura, con la visione della loro evoluzione, esattamente come accade per un “corpo vivo“. Un asset questo che Lorenzo Rossi pone come una importante spinta innovativa a vantaggio dell’ITS, Intelligent Transportation System e come asset di conoscenza dell’impatto ambientale da utilizzare anche per gestire i temi della sostenibilità e per innovare la mobilità in generale, quella autostradale e quella legata alle altre forme di viabilità.
Rossi sottolinea l’importanza con cui questo progetto permette di innovare i due assi sui quali si appoggiano le attività di gestione della sicurezza delle infrastrutture, vale a dire l’ispezione e il monitoraggio. A questo proposito Rossi spiega che è stato realizzato un vero e proprio inventario digitale delle opera che sono state “scomposte” nei singoli componenti a loro volta rappresentati in modelli 3D per poter poi ricomporre tutte le infrastrutture in logiche di digital twin. Un processo che porterà anche alla possibilità di gestire la scansione tridimensionale delle opere realizzate grazie a droni, alla generazione di dati georefenziati associati a ciascun componente e sottocomponenti del sistema per un controllo ancora più veloce e preciso delle infrastrutture.
Gli strumenti digitali attraverso i quali vengono effettuate le ispezioni permettono di associare il rilevamento di un difetto al singolo e specifico componente di quella infrastruttura e permettono di replicare in digitale la “vita” di quel componente e gli “effetti” di quella criticità su quella infrastruttura. Non solo, l’integrazione tra questa rappresentazione digitale dei singoli componenti e delle infrastrutture con i dati provenienti da sistemi di pesatura dinamica, consentono a loro volta di disporre di una conoscenza dinamica delle sollecitazioni a cui questi componenti sono soggetti e del loro comportamento a fronte di situazioni di criticità.
E proprio sul tema della governance del Risk management e della sicurezza Rossi ricorda che il progetto prevede una sperimentazione di nuovi modelli a livello scientifico, grazie alla costituzione per opera di Autostrade Tech di un Comitato Tecnico-Scientifico, costituito da rappresentanti delle Università politecniche di Trento, Torino, Roma, Napoli e Milano, a cui è affidato l’obiettivo di coordinare la sperimentazione definendo le nuove procedure operative e appunto di governance da concordare con il MIT.
La precisione del digitale e la competenza delle persone
Andrea Boccotti, IoT e Industry 4.0 Leader IBM Italia sottolinea come questa soluzione permetta di portare un grande valore di trasparenza e affidabilità all’analisi dei dati e alla rappresentazione delle informazioni relative ai singoli componenti delle infrastrutture. Una soluzione che consente di innovare il processo di ispezione che guida l’operatore alla ricerca delle informazioni e dei dettagli rilevanti per comprendere l’effettivo stato di salute delle opere. Si tratta di una soluzione basata sul connubio tra la competenza delle persone e la precisione del digitale che aiuta gli operatori a svolgere al meglio la loro attività e a ridurre i rischi di errore.
Grazie alla realizzazione di un grande archivio digitale delle infrastrutture con dati strutturati e classificati in funzione delle tipologie di ciascun componente, gli operatori possono accedere direttamente al sistema mediante una app. Durante la loro ispezione possono controllare e verificare ogni singolo elemento riportando fedelmente e con la massima precisione gli elementi che segnalano la difformità tra il componente sul campo e il modello di quello stesso componente reale presente nel data base. Con questa app l’ispettore sarà nella condizione di inserire la foto e le informazioni che qualificano esattamente il problema di modo che possa essere esaminato al meglio dalle strutture ingegneristiche che hanno il compito di valutare la portata del problema e la tipologia di intervento necessario. Grazie a questo approccio la soluzione effettua il tracking di tutti i passaggi necessari per garantire gli standard di sicurezza delle infrastrutture ad ogni livello e per ogni componente e permette di definire le modalità di pianificazione e di intervento delle ispezioni e degli interventi di manutenzione o adeguamento sulla base dei criteri di priorità e delle procedure condivise con il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.
Il progetto prevede poi, come già evidenziato, una successiva evoluzione sviluppata da Fincantieri NexTech verso la realizzazione di un Digital Twin delle infrastrutture, supportata dall’impiego di droni equipaggiati con laser-scanner topografici e telecamere ad altissima risoluzione che consentiranno di dare vita a delle riproduzioni georefenziate delle infrastrutture consentendo così ai tecnici di riconoscere e classificare i difetti in modo più veloce e preciso e programmare di conseguenza le attività di intervento e manutenzione.