La digitalizzazione continuerà a rivestire, anche nel corso del 2022, un ruolo cruciale nella trasformazione delle aziende e delle organizzazioni di tutti i settori. In questo scenario. Lo studio legale internazionale Osborne Clarke ha individuato cinque trend che detteranno l’agenda dei prossimi mesi per quanto riguarda la legislazione in ambito tecnologico.
Attenzione alla sostenibilità del digitale
Tecnologia e decarbonizzazione hanno un rapporto ambivalente: se da un lato la prima è un fondamentale strumento a supporto della seconda, è innegabile che il digitale abbia anche un impatto negativo sull’ambiente. Nei prossimi mesi vedremo maggiore attenzione da parte dei legislatori a livello internazionale su questo tema e la compliance ESG sarà sempre più presa in considerazione, anche da parte degli investitori. Inoltre, sarà imposta alle aziende una maggiore informazione ai consumatori sull’impatto ambientale dei prodotti/servizi che offrono al mercato: la Francia ha già approvato delle nuove norme in questo senso, che sanzionano l’obsolescenza programmata e stabiliscono nuovi criteri in materia di eco-design e aggiornamento dei prodotti stessi.
Boom della “digital regulation” in tutti i settori
Le proposte normative legate all’utilizzo della tecnologia crescono a un ritmo sempre più veloce, di pari passo con l’estensione del loro campo di applicazione, man mano che i settori tradizionali si digitalizzano. Per questo, la regolamentazione digitale riguarda e riguarderà, al di là delle aziende che si occupano di tecnologia, anche tutte quelle che la adottano: in ambito legale, questo si traduce in un maggiore coinvolgimento delle autorità di regolamentazione, non solo quelle dedicate alle comunicazioni, concorrenza e mercato e alla protezione dei dati. Anche i regolatori in materia finanziaria, energetica, trasporti avranno infatti sempre più a che fare con questioni derivanti dalla digitalizzazione dei servizi e della gestione dei dati (non solo personali) che vengono prodotti, rendendo necessario un approccio coordinato delle varie autorità (e non solo a livello nazionale).
Risposta normativa alle sfide del metaverso
Nei prossimi mesi si accenderà ulteriormente il dibattito su come costruire al meglio nuove strutture normative per un mondo in evoluzione: il metaverso. Proprio come è successo in passato con la nascita di internet, e più di recente con l’AI, gli investimenti in questo universo virtuale continueranno ad aumentare e sarà inevitabile interrogarsi su temi di gestione della governance, di un approccio etico e della tutela dei diritti. Un aspetto interessante da capire sarà come fissare gli standard di interoperabilità: saranno temi di grande attualità la protezione dei consumatori, la tutela dei dati personali, il rispetto dei diritti delle persone fisiche e delle persone giuridiche, la gestione degli smart contract e degli NFT. Spesso non sarà necessario riscrivere le norme da zero, ma bisognerà comunque capire come declinare nel metaverso le regole in vigore attualmente.
“Minacce” e opportunità del quantum computing
Non è chiaro il lasso di tempo in cui ciò avverrà, se nel giro di 5 o 15 anni, ma prima o poi i computer quantistici saranno in grado di spezzare la crittografia a chiave pubblica che attualmente viene utilizzata. Cosa implica tutto questo? Che enormi volumi di dati a oggi adeguatamente protetti potrebbero diventare accessibili a chiunque sia in possesso della tecnologia in grado di “aprirli”. Ne consegue che l’aggiornamento costante e periodico dell’adeguatezza delle misure di sicurezza sarà sempre di più parte integrante dell’agenda di società private ed enti pubblici. Anche in questo caso, a seconda dell’approccio che verrà utilizzato, il quantum computing potrà rivelarsi tanto un’opportunità quanto una minaccia.
Attacchi informatici in uno scenario incerto
Gli eventi di guerra tra Russia e Ucraina hanno riportato all’attenzione pubblica il tema della sicurezza digitale. Nel 2022 il conflitto è reale, ma anche virtuale: a essere nel mirino dei cyber attacchi sono sia le infrastrutture pubbliche che quelle private. Questa situazione – al di là degli obblighi normativi previsti, più o meno dettagliati a seconda dei settori – potrebbero rivelarsi uno stimolo per l’allocazione di budget (privati o pubblici a seconda dei casi) per il rafforzamento delle reti e la protezione delle informazioni.