Il mercato delle polizze agricole agevolate tiene. Ma guarda avanti sospinto da una crescente esigenza di riforme e novità, per coprire rischi che gli strumenti attuali ancora non si assumono.
A fronte degli eventi sempre più ricorrenti associati ai cambiamenti climatici, infatti, il tema del risk management stimola il dibattito anche in sede di riforma della PAC (Politica agricola comune), evidenziando l’esigenza di affiancare alle tradizionali formule agevolate, dati i limiti di capacità assuntiva, uno strumento innovativo costituito da un Fondo pubblico di mutualità circoscritto ai rischi catastrofali (gelo, siccità e alluvione).
E’ uno dei punti chiave messi in luce dal Rapporto sulla gestione del rischio in Agricoltura 2021, realizzato dall’ISMEA – Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare – in collaborazione con il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali.
Il documento, redatto nella fase conclusiva della Programmazione 2014-2020 (e dunque nell’ottica di una valutazione definitiva sull’efficacia dell’attuazione delle misure di gestione del rischio nel settennio di riferimento), rivela che nel 2020 nel solo comparto delle coltivazioni vegetali sono state stipulate polizze agevolate per un valore di oltre 6,1 miliardi di euro (-0,1% sul 2019), rappresentativo del 72% del totale.
Complessivamente, considerando anche le polizze zootecniche e quelle contro i danni alle strutture aziendali, si è andati oltre la soglia degli 8,5 miliardi di euro (stime ISMEA sui dati trasmessi dalle compagnie assicurative), con una crescita dello 0,4%.
Da rilevare che all’ulteriore significativo incremento delle polizze sulle strutture (principalmente serre e impianti di protezione per le colture), per un valore pari ad oltre un miliardo di euro e in crescita del 5,9% sul 2019, si è contrapposta una riduzione dell’1,5% delle assicurazioni specifiche del comparto zootecnico, per lo più destinate alla copertura dei rischi sanitari (1,3 miliardi).
Al Nord il maggior numero di polizze, ma il Mezzogiorno è in fermento
L’evoluzione dei costi assicurativi nel 2020 – rivela ancora il Rapporto – ha confermato la tendenza già riscontrata nelle precedenti campagne. Per le colture vegetali i premi hanno raggiunto il più alto livello di sempre (557,8 milioni di euro), con un balzo dell’11% rispetto al 2019. Ai massimi storici anche la tariffa media applicata dalle compagnie, che nel 2020 ha superato per la prima volta la soglia del 9%.
Per territori, il primato, in termini di valori assicurati, spetta alle regioni settentrionali (Veneto, seguito da Emilia-Romagna e Lombardia), che, limitatamente alle polizze sulle colture vegetali, concentrano il 79,5% del totale nazionale. Tuttavia, mentre il Nord cede qualche decimo di punto, continua a rafforzarsi la partecipazione delle regioni del Mezzogiorno, comprese le Isole, che dal 10,6% del 2019 hanno superato nel 2020 l’11,2% di incidenza, massimo degli ultimi cinque anni. Invariata la quota del Centro Italia, al 9,3%.
A concentrare i maggiori valori sono ancora le polizze sulle uve da vino, in assoluto il prodotto più assicurato, con 1,97 miliardi di euro, in crescita dello 0,5% sul 2019. Numeri significativi si registrano anche per mele e riso, rispettivamente con 672 e 430 milioni circa, seguiti dal mais da granella e dai pomodori da industria.
Il dettaglio completo, con tutti i dati del Report e le conclusioni di ISMEA, è consultabile su agrifood.tech a questo link.