Che percezione hanno le aziende dell’uso responsabile della tecnologia? Quali motivazioni le spingono ad adottare pratiche più responsabili, e quali vantaggi sperano di ottenere da questa adozione? Sono queste le domande alla base della collaborazione tra Thoughtworks, società di consulenza tecnologica globale che integra strategia, design e sviluppo software per l’innovazione digitale e Mit Technology Review Insights. Dalla partnership è nata una ricerca che è stata appena pubblicata: “The State of Responsible Technology“. Lo studio è stato condotto interpellando 550 dirigenti di nove Paesi: Stati Uniti, Canada, Brasile, Regno Unito, Germania, India, Australia, Singapore e Cina.
I risultati della ricerca
Dallo studio emerge che il 75% degli intervistati è convinto che le decisioni tecnologiche delle aziende terranno conto dell’uso responsabile tanto quanto delle implicazioni commerciali e finanziarie. Questo perché si tratta di un approccio che secondo la visione degli executive può portare a benefici importanti per le aziende che lo adottano, come una migliore acquisizione o fidelizzazione dei clienti (per il 47% del campione), una migliore percezione del marchio (46%), la prevenzione di conseguenze negative non intenzionali (44%), l’attrazione e la possibilità di trattenere i migliori talenti (43%) e il miglioramento della sostenibilità (43%).
Come si misurano le iniziative tecnologiche responsabili
Il grado di maturità sull’argomento sembra abbastanza alto, dal momento che il 67% del campione afferma di lavorare in aziende che hanno adottato o messo a punto metodologie, linee guida o quadri di riferimento per implementare tecnologie responsabili. In proporizione questa tendenza è più alta nelle organizzazioni che appartengono al settore pubblico rispetto a quelle del settore privato.
Gli ostacoli
Ma quali sono le barriere di fronte a cui ci si trova quando si sceglie di adottare tecnologie responsabili? Secondo gli intervistati il primo ostacolo, citato dal 52% del campione, è la mancanza di consapevolezza nel senior management (52%), poi la resistenza organizzativa al cambiamento (46%) e il fatto che l’organizzazione sia indirizzata verso altre priorità (46%).
La responsabilità viene prima della convenienza
“La tecnologia si sta estendendo in ambiti sempre più delicati e complessi, dalle decisioni sul credito, alle diagnosi mediche fino alle sentenze penali. Ha un impatto sulle interazioni quotidiane con noi stessi, gli amici e i familiari, oltre che con i nostri dipendenti, clienti e cittadini – spiega Rebecca Parsons, chief technology officer di Thoughtworks – Non sorprende che le aziende stiano pensando a come costruire una tecnologia più responsabile, piuttosto che concentrarsi sulla sua convenienza o il costo. Noi di Thoughtworks – sottolinea – forniamo consulenza alle organizzazioni sulle loro strategie di innovazione digitale e su come la tecnologia responsabile possa accrescere la fiducia dei clienti, ridurre i rischi e attrarre talenti, aggiungendo valore e consentendo allo stesso tempo di gestire eventuali conseguenze indesiderate dei loro prodotti digitali”.
“Il concetto di tecnologia responsabile ha come obiettivo principale quello di garantire che tutti traggano vantaggio dall’utilizzo della tecnologia – conclude Parsons – Sono incoraggiata da ciò che vedo in questo rapporto: i leader aziendali di oggi non solo iniziano a comprendere l’urgente necessità di un uso responsabile della tecnologia, ma vedono anche ragioni solide e vantaggiose per farlo”.
Evitare i rischi dell’uso improprio
“Man mano che la tecnologia diventa pervasiva in ogni azienda e che vediamo le conseguenze di un suo uso improprio, l’uso responsabile della tecnologia diventa un fattore critico per l’azienda – aggiunge Laurel Ruma, direttore editoriale di MIT Technology Review Insights – Osserviamo che il modo in cui le società recepiscono questa situazione di fatto e il grado di corrispondenza tra il loro operato e le loro aspirazioni cambia e, anzi, si sta velocemente evolvendo”.