I confini tra l’industria automobilistica e quella tecnologica sono sempre più sfumati man mano che prosegue il percorso di trasformazione che comporterà il passaggio dai motori a combustione a quelli elettrici e a sistemi di controllo sempre più complessi basati sui software. Emerge così un nuovo mercato, quello dei software defined vehicles, che da qui al 2030 varrà più di 650 miliardi di dollari, pari a una percentuale compresa tra i 15 e il 20% del valore complessivo del comparto. A elaborare la stima è Boston Consulting Group che ha pubblicato, in collaborazione con il World Economic Forum il report “Rewriting the rules of software defined vehicles”.
I ricavi degli Original equipment manifacturer
Secondo la ricerca Bcg i ricavi degli Oem che deriveranno dal comparto software ed elettronica automobilistica potranno contare su una crescita triplicata da oggi ai prossime sette anni, e dagli attuali 87 miliardi di dollari passeranno a un valore di 248. Questa crescita si rispecchierà anche sul mercato dei fornitori di software ed elettronica automobilistica, che passeranno dai 236 miliardi di dollari che si registrano oggi ai 411 miliardi di dollari previsti tra sette anni.
L’esperienza digitale nella guida
“I ricavi da software nei prossimi anni dipenderanno dal grado di esperienza digitale nella guida rispetto a quella meccanica – sottolinea Giuseppe Collino, managing director e partner di Bcg – Nei prossimi anni sarà infatti possibile aggiornare il veicolo oppure acquistare dei pacchetti per avere prestazioni più performanti attraverso degli abbonamenti, migliorando l’esperienza e senza dovere intervenire sull’hardware. Non solo un modo per fare durare più a lungo i modelli, ma anche per dare al cliente la sensazione di avere un’auto sempre nuova, cambiando completamente il paradigma del comparto”.
L’aumento delle partnership cross-industries
Tra le dinamiche in ascesa, secondo la ricerca di Boston Consulting Group, ci sarà una crescita delle collaborazioni tra le diverse industry: non si tratterà più, come in passato, di sviluppare soluzioni “in proprio” per accelerare sulla competitività, ma di creazione collaborazioni cross-industry per portare su scala il cambiamento, migliorare la sicurezza delle auto e soddisfare le esigenze dei clienti.
Case automobilistiche tradizionali in difficoltà
“La componente software nelle auto sarà sempre più determinante, ma per fare il salto di qualità serviranno diversi elementi: dal veicolo, alla capacità computazionale, al software di base, alla capacità di aggiornamento e connessione da remoto a un ecosistema di partnership – conclude Collino – Tutto questo al momento risulta ancora complesso, se non impossibile, per le case automobilistiche tradizionali. Dall’altro lato abbiamo i tech player, che si scontrano a loro volta con la complessità del fare l’auto, il ‘production hell’ di cui parla Elon Musk. Le due anime devono quindi coesistere, per questo motivo sarà essenziale avviare le giuste collaborazioni”.
I 5 elementi chiave del mercato
Secondo l’analisi di Bcg i player che saranno impegnati sul mercato dei software defined vehicles dovranno tenere presenti per il futuro cinque elementi chiave. Si parte dalla collaborazione tra le industries coinvolte, finalizzata a guadagnare volumi di mercato e superare le difficoltà causate dalle complessità di sviluppo. La collaborazione, specifica Bcg, deve partire da una tassonomia delle tecnologie che sia comune tra le diverse industry, per poi allineare i settori attraverso lo sviluppo di piattaforme interoperabili, che guideranno la redditività del comparto. Ogni area geografica, secondo il report, presenta diverse velocità di innovazione, diversi utilizzi da parte degli utenti e diverse regolamentazioni, per cui sarà importante creare dei cluster di collaborazione a livello locale. Infine, per operare in un mercato orientato alla collaborazione, le aziende dovranno sviluppare le proprie capacità di collaborazione interna ed esterna, includendole nel proprio modello operativo.