Lo studio

Smart city, in arrivo investimenti per 17 miliardi

I dati della ricerca Unicusano: le città intelligenti creeranno nei prossimi anni 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2029. Ma la consapevolezza degli italiani ha grandi margini di crescita: oggi soltanto un nostro connazionale su due sa di cosa si tratti

Pubblicato il 23 Gen 2024

smart city unicusano

Quello delle smart city è oggi – in Italia – un mercato da 900 milioni di euro, che è destinato a crescere sensibilmente nei prossimi anni, fin quasi a triplicare, con la conseguente creazione di circa 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro. A fotografare la situazione è uno studio di Unicusano che passa in rassegna la “situazione digitale” delle principali città del nostro Paese. A piazzarsi in testa tra le città dove le reti e i servizi tradizionali sono resi più efficienti grazie all’uso di soluzioni digitali a beneficio dei suoi abitanti e delle imprese è Bergamo, mentre allargando lo sguardo al Sud le realtà più virtuose risultano essere Bari, Napoli e Palermo.

Gli investimenti e il Pnrr

Sul sistema nazionale delle smart city saranno indirizzati nei prossimi anni, grazie anche risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, 17 miliardi di euro che andranno a sostenere settori come la mobilità e la sostenibilità ambientale, la cultura e l’approvvigionamento idrico, la sanità e lo smaltimento dei rifiuti, senza dimenticare turismo, benessere sociale e in generale la governance.

Grazie ai fondi messi a disposizione dal Pnrr 5,3 miliardi di euro saranno destinati alla rigenerazione urbana e alla qualità abitativa, 2 miliardi ai servizi digitali rivolti ai cittadini, 8,6 miliardi alla transizione ecologica, 1 miliardo alle strade più sicure.

I nuovi posti di lavoro

L’innovazione innescata dalle smart city non avrà però riflessi soltanto sull’efficienza dei servizi ai cittadini, ma sarà un vero e proprio volano per le economie locali, con la creazione prevista di 2,5 nuovi posti di lavoro entro il 2029. Nel numero sono compresi anche 350mila nuove posizioni destinate a professionisti ad alta specializzazione per infrastrutture di rete, sensoristica, piattaforme dati, applicazioni mobile e web.

Italiani poco consapevoli delle nuove opportunità

I dati pubblicati da Unicusano mostrano però una zona d’ombra, quella che riguarda la consapevolezza delle persone sulle opportunità aperte dalle città intelligenti: se infatti in generale su scala internazionale il quadro percettivo è in crescita, grazie anche agli sforzi prodotti dall’Unione Europea, nel nostro Paese su questo piano c’è ancora molta strada da fare: soltanto un italiano su due infatti è a conoscenza di cosa siano le smart city e di quali opportunità possano aprire. Il tasso di consapevolezza più alto si registra tra i giovani e tra le persone che fanno parte della fascia economica medio-alta.

Più nello specifico, il 13% degli italiani – secondo lo studio di Unicusano – ha definito almeno una volta la propria “smart”, dopo aver provato i servizi anagrafici (61%), tributari (41%) e di mobilità (31%). E quattro nostri connazionali su 10 , per l’esaattezza il 68%, è convinto che nei prossimi 10 anni, il proprio vivrà un boom tecnologico.

Le città italiane più “smart”

A classificarsi come la città italiana più smart nella percezione dei cittadini è Bergamo, seguita da Firenze, Milano, Modena, Bologna, Genova, Torino, Trento, Venezia, Cagliari, Cremona, Padova e Roma. Nella top 15 non compaiono centri del Meridione, dove le città più innovative sono Bari, Napoli e Palermo.

 Le tecnologie su cui si investirà

Le amministrazioni pubbliche hanno le idee chiare sui settori verso i quali indirizzare gli investimenti per lo sviluppo delle smart city: in cima alle priorità ci sono Internet of Things, intelligenza artificiale, mobility as a service, smart mobility, smart building, smart grid. Questi comparti da soli totalizzano l’89% delle intenzioni di investimento delle città. Nell’ultimo anno, secondo la ricerca di Uicusano, il 39% dei Comuni sopra i 15mila abitanti ha avviato almeno un progetto su smart mobility, smart building o analisi dei dati legati al turismo, alla mobilità e agli eventi in città.

Un ruolo di primo piano sarà svolto In questo quadro dal l’intelligenza artificiale: l’obiettivo, secondo l’analisi di Unicusano, sarà quello di “creare sistemi basati su un approccio antropocentrico per un’IA etica e affidabile in cui, nonostante l’iper-connessione, l’intervento e la sorveglianza umana siano sempre al primo posto”.

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