“Da giovane donna che sta avviando la sua carriera nell’ambito finanziario, ho la fortuna di lavorare in un’azienda che promuove i valori di uguaglianza e parità di genere come pilastri di produttività e sviluppo. Nonostante ciò, osservo direttamente una persistente mancanza di inclusività e diversità nel settore, soprattutto per quanto riguarda l’avanzamento professionale. Sebbene siano stati compiuti passi importanti nell’ampliare la rappresentanza femminile nei ruoli di vertice, grazie a una maggiore consapevolezza e alla lotta contro l’ineguaglianza di genere sul posto di lavoro, molto resta ancora da fare. È fondamentale abbattere le barriere sistemiche e contrastare gli stereotipi per raggiungere una parità di genere duratura nel settore finanziario”. A parlare è Allegra Ianiri di MainStreet Partners, che analizza il problema degli stereotipi di genere nel suo settore di riferimento ed evidenzia come sarebbe possibile superarli.
“Stabilire robusti network e programmi di tutoraggio femminile all’interno del settore – sottolinea – è fondamentale a questo riguardo. Queste iniziative creano un ambiente di sostegno in cui le donne possono scambiare esperienze, ricevere consigli e cogliere opportunità di sviluppo professionale. Non solo danno potere alle professioniste femminili attuali, ma preparano anche alla rottura degli stereotipi e a ispirare le future generazioni, dando speranza a tutte le bambine che aspirano e meritano l’opportunità di sognare in grande”.
Una ricerca sugli stereotipi di genere
Ianiri spiega come il suo interesse rispetto al tema degli stereotipi di genere sia nato durante un master in cui ha svolto uno stage presso il Global Institute for Women’s Leadership (Giwl), istituto di ricerca dedicato all’avanzamento della parità di genere e particolarmente impegnato nel favorire il successo e la leadership delle donne sul posto di lavoro. “Uno dei miei progetti di ricerca presso l’istituto – aggiunge – ha riguardato gli stereotipi di genere, e alcuni dei problemi emersi durante la mia ricerca, purtroppo, rimangono rilevanti in molti settori incluso quello dei servizi finanziari”.
Cosa sono gli stereotipi di genere
Gli stereotipi di genere, spiega Ianiri, sono radicate convinzioni sociali che dettano come gli individui dovrebbero comportarsi, quali occupazioni dovrebbero perseguire e come dovrebbero apparire in base alle loro affiliazioni di genere. Questi stereotipi plasmano le percezioni degli individui fin dalla prima infanzia, agendo come quadri cognitivi o “schemi” che influenzano come i bambini percepiscono il loro ambiente, influenzando quindi i loro pensieri e le loro preferenze.
“Tra le tre categorie sociali primarie (genere, età, etnia), il genere tende ad essere il primo acquisito – argomenta – All’età di due anni, i bambini mostrano già una preferenza per i compagni dello stesso sesso, e le attitudini di genere continuano a svilupparsi costantemente. Tra i tre e i sette anni, le associazioni con specifici stereotipi diventano più pronunciate e all’età di otto anni i bambini comprendono che i ruoli di genere si applicano all’interno delle relazioni sociali”.
Il ruolo dei condizionamenti esterni
Condizionamenti di fattori esterni, tra cui la distribuzione diseguale dei lavori domestici e la segregazione dei giocattoli per genere, l’uso di abiti codificati per colore, il rinforzo dei ruoli di genere tradizionali nei film e la rappresentazione di personaggi stereotipati nei libri per bambini, spiega Ianiri, sono elementi che contribuiscono in modo diffuso alla perpetuazione degli stereotipi di genere. L’impatto di questi stereotipi è duraturo e profondo perché una volta che gli individui internalizzano le associazioni legate al genere, queste diventano norme sociali profondamente radicate.
Le materie Stem e gli ambienti competitivi
“Emergendo già dall’infanzia ma persistendo durante lo sviluppo, questi stereotipi e le norme sociali influenzano la percezione dei ruoli di genere e influenzano le scelte educative e professionali degli individui – continua Ianiri – Ad esempio, la convinzione stereotipata che le ragazze siano meno abili nelle materie scientifiche è evidenziata dalle statistiche che mostrano che il 70% degli individui in 34 Paesi associa la scienza più al genere maschile che femminile. Di conseguenza, questa convinzione porta a una specializzazione basata sul genere, con solo il 18% delle ragazze che perseguono gli studi universitari che riguardano Stem (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), rispetto al 35% dei ragazzi”.
“Allo stesso modo – prosegue Ianiri – le norme sociali rafforzano lo stereotipo che gli uomini si trovino naturalmente a proprio agio in ambienti impegnativi e competitivi, ampliando il divario di fiducia tra i generi. Una ricerca ha illustrato questo fenomeno, mostrando che già all’età di sei anni, quando si trovano di fronte a sfide i ragazzi sono significativamente più propensi (65%) delle ragazze (48%) a percepire il proprio genere come ‘molto, molto intelligente’. Questa disparità nella fiducia persiste anche in età adulta, con studi che rivelano che le donne spesso sottovalutano le proprie capacità e prevedono di ottenere risultati più scadenti nei test. Inoltre, di solito le donne decidono di richiedere una promozione solo quando possiedono il 100% dei requisiti richiesti, mentre gli uomini lo fanno quando soddisfano solo il 50% dei requisiti”.
Il ruolo delle strutture sociali patriarcali
“Le intuizioni dagli esperimenti di economia comportamentale sottolineano che tali comportamenti sono plasmati dalla struttura patriarcale della società piuttosto che da predisposizioni di genere innate – conclude Ianiri – Per contrastare gli stereotipi legati alle capacità intellettuali e alle aspirazioni professionali, è essenziale esporre gli individui a modelli di ruolo che sfidano le norme di genere tradizionali – donne dirigenti di successo come Mary Barra di General Motors, o Adena T. Friedman, Presidente e CEO di Nasdaq, ad esempio – fin da giovani. Tale esposizione influisce significativamente sulla fiducia e sulle aspirazioni delle giovani donne, specialmente nei settori a predominanza maschile. Inoltre, può ispirare i giovani uomini a rispettare e valorizzare le loro controparti femminili, favorendo una cultura di uguaglianza e rispetto reciproco”.