Non è più solo la prospettiva di una occupazione stabile (il tanto agognato “posto fisso”) a rendere la Pubblica Amministrazione un datore di lavoro attraente per gli italiani. Secondo l’indagine Barometro PA, condotta da FPA – una società di DIGITAL360 – su un campione di 500 cittadini rappresentativo della popolazione italiana, il 28% considera la Pubblica Amministrazione un’opportunità di crescita professionale, mentre il 44% ne apprezza la stabilità occupazionale.
L’indagine, presentata in occasione dell’evento di lancio del 10° Annual Report di FPA – la pubblicazione che racconta i principali fenomeni dell’ultimo anno e le prospettive 2025 nel settore pubblico italiano -, evidenzia come la percezione della PA sia cambiata, diventando più moderna, digitale e innovativa, sempre più centrale per la crescita del Paese. Barometro PA segnala anche un ottimismo diffuso riguardo ai miglioramenti che l’intelligenza artificiale potrà apportare nei prossimi anni soprattutto a livello dei servizi. Tuttavia, l’opinione pubblica è divisa sul PNRR, con una parte che lo vede come un’opportunità e un’altra che teme che si rivelerà un’occasione mancata.
La fiducia dei cittadini nella PA digitale
Stando al Barometro PA, nel 2025 l’opinione dei cittadini nei confronti della pubblica amministrazione rimane positiva, consolidando i progressi raggiunti l’anno scorso. Il 44% degli italiani considera il settore pubblico un datore di lavoro attrattivo per sé o per un familiare, apprezzandone la sicurezza e la stabilità occupazionale; il 28% lo vede anche come un’opportunità per vivere un’importante esperienza professionale. Solo il 23% non manifesta interesse per un impiego nel settore pubblico.
Per quanto riguarda i servizi erogati dagli enti pubblici, si osserva una generale stabilità. Tuttavia, il 31% degli italiani percepisce la PA come “molto più digitale e innovativa”, mentre solo il 12% la considera ancora ancorata a modalità analogiche e poco innovative. Tra i diversi settori della PA, la fiducia maggiore è riservata alla Sanità, seguita dalla Sicurezza, e a pari livello, dai Servizi sociali e dalla Promozione culturale.
AI e PA: cresce l’ottimismo
Negli anni a venire, la Pubblica Amministrazione si distinguerà come uno dei settori più coinvolti nell’integrazione dell’Intelligenza Artificiale. In questo contesto, il numero di cittadini ottimisti è salito di dieci punti in un anno: il 34% crede che l’AI possa potenziare l’efficacia della PA. Tuttavia, permangono incertezze, con il 24% che vede l’AI come una tecnologia ordinaria, il 20% scettico sulla capacità della PA di affrontare questa trasformazione, e un ulteriore 22% che si mostra indeciso.
Guardando concretamente agli impatti, gli italiani ritengono che l’AI possa soprattutto influenzare la qualità dei servizi (53%) e semplificare il linguaggio tecnico e normativo (42%) specialmente tra i giovani. In misura minore, si ritiene che sia in grado di migliorare l’efficienza e la produttività (39%) e aiutare a prevenire frodi e truffe (33%).
Siamo solo a metà del percorso verso una “PA Aumentata”
“Come mostra l’Annual Report, la PA italiana è impegnata in un importante percorso di cambiamento e modernizzazione, anche grazie a grandi investimenti – afferma Gianni Dominici, Amministratore Delegato di FPA – Si evidenzia un deciso miglioramento nell’atteggiamento dei cittadini, che speriamo possa significare il definitivo superamento della cultura della PA come fardello, anche se bisogna lavorare su una comunicazione che sia in grado di raccontare quanto di buono è stato già realizzato, in particolare sui territori. E se è vero che la Pubblica Amministrazione ha ritrovato la giusta centralità nella costruzione del futuro del Paese, siamo ancora a metà del guado. L’obiettivo è realizzare una ‘PA aumentata’, grazie all’apporto di persone, tecnologie e relazioni (intese come rete tra tutte le comunità attive nei processi di cambiamento). Per farlo dobbiamo portare a termine gli obiettivi fissati, vincere la sfida tecnologica governando la rivoluzione dell’AI e proseguire sulla strada della governance multilivello, con la collaborazione tra attori pubblici e privati, locali e nazionali. È importante non tornare indietro: disinvestire di nuovo sulla macchina pubblica significherebbe ipotecare la possibilità di modernizzare il Paese”.
PNRR: opportunità o minaccia?
A un anno e mezzo dal termine del PNRR, con la PA al timone, il pessimismo domina sui risultati di questo ciclo di investimenti eccezionali. Il 34% degli italiani teme che si trasformerà in “un’occasione persa”, lasciando molti progetti incompleti e senza i benefici attesi. Una parte più piccola, il 31%, lo considera invece “un’opportunità per le amministrazioni”, che avrebbero appreso a rispettare le scadenze e a centrare gli obiettivi. Il 15% vede il PNRR come una “minaccia”, a causa delle difficoltà nel mantenere operativi i progetti portati a termine.
Canali di informazione e spending review tra atteggiamenti e opinioni
Le opinioni si presentano altamente polarizzate, influenzate anche dalla difficoltà delle pubbliche amministrazioni nel comunicare efficacemente i risultati ottenuti. Per ottenere informazioni su attività, servizi e opportunità offerti dalle PA, gli italiani, inclusi i più giovani, si affidano principalmente ai mezzi di comunicazione tradizionali: giornali, radio e TV (46%), piuttosto che ai canali ufficiali delle stesse amministrazioni. In misura minore, vengono utilizzati i siti web istituzionali (31%), i portali tematici online (24%, come quelli dedicati a promozioni turistiche o eventi culturali), i social media delle PA (23%) e le app ufficiali delle PA (22%).
Per quanto riguarda la spending review, il 33% degli italiani ritiene che una revisione della spesa pubblica sia “da valutare”, sebbene vi sia il rischio che i risparmi a breve termine possano compromettere investimenti cruciali a lungo termine. Il 29% è fermamente contrario, percependola come una “minaccia” che potrebbe ridurre i servizi essenziali attraverso tagli lineari. Solo il 18% la vede come un’opportunità per contenere i costi e ridurre gli sprechi.
10° Annual Report FPA: un confronto con l’Europa e l’impatto dell’AI
Dopo anni di riduzione degli investimenti economici e di personale, si è tornati a puntare sul settore pubblico attraverso nuove assunzioni e strategie di employer branding per attrarre giovani talenti e specialisti. Nonostante ciò, il numero di dipendenti pubblici in Italia rimane inferiore rispetto ai principali paesi europei: ci sono 5,7 impiegati pubblici ogni 100 abitanti, contro i 6,1 della Germania, 7,3 della Spagna, 8,1 del Regno Unito e 8,3 della Francia. Anche in rapporto agli occupati, l’Italia è sotto la media: 14 impiegati pubblici ogni 100 lavoratori rispetto al 16,9 del Regno Unito, 17,2 della Spagna e 19,2 della Francia. L’età media dei dipendenti pubblici italiani è di 50,4 anni.
L’analisi FPA (presentata a maggio scorso e aggiornata ad ottobre 2024 sulla base del Conto Annuale 2022), partendo da uno studio Usa sull’impatto degli algoritmi sul lavoro pubblico (Felten 2021) ha fatto emergere che il 56% dei circa 3,3 milioni di dipendenti pubblici (dato 2022) è altamente esposto all’AI (1,84 milioni), il 29% moderatamente impattato, il 15% con un’influenza minima o nulla. L’effetto sarà soprattutto di complementarità: l’80% dei dipendenti altamente esposti (poco meno di 1,5 milioni) potrà beneficiare dell’integrazione dell’AI nella propria attività, il 13% (230mila) ha scarsa sinergia ed è a rischio di obsolescenza.
PA come abilitatore dell’intelligenza artificiale
“Nel 2024 sono stati raggiunti importanti traguardi nella digitalizzazione del settore pubblico, cruciale per le politiche di sviluppo dell’intero Paese, anche per il suo ruolo chiave nell’attuazione del PNRR – afferma Massimo Arioli, CEO di DIGITAL360 – Mentre siamo impegnati nel centrare gli obiettivi ambiziosi nel percorso di trasformazione digitale, su cui si registra una progressione costante nel corso degli anni, oggi si pone la grande sfida dell’introduzione dell’intelligenza artificiale, in cui la PA non è semplice comprimaria, ma assoluta protagonista. La Pubblica Amministrazione, infatti, può assumere il ruolo di leader dei processi di innovazione guidati dall’AI, da un lato introducendo nel modo migliore la nuova tecnologia negli enti pubblici, dall’altro fungendo da vero e proprio soggetto abilitatore, coinvolgendo imprese e cittadini nell’applicazione e nell’utilizzo dell’AI in un’ottica di semplificazione e velocizzazione della burocrazia per l’innovazione del Paese”.
Formazione e digitalizzazione: i progressi
Nel 2024 sono stati introdotti cambiamenti significativi nella formazione dei dipendenti pubblici. Grazie alla direttiva del Ministro Zangrillo, le ore di aggiornamento annuali per ciascun dipendente sono triplicate, passando da una a tre in meno di un anno. La piattaforma Syllabus, lanciata a marzo 2023, ha visto l’adesione di 7.800 amministrazioni e oltre 380.000 dipendenti che hanno iniziato i percorsi formativi, con l’obiettivo del PNRR di formare 750.000 persone. A fine anno, è stato rilasciato il primo report di monitoraggio della riforma della PA, che promuove un modello di gestione delle risorse umane “innovativo per il settore pubblico, focalizzato sulle competenze e mirato a potenziare la capacità amministrativa degli enti e delle istituzioni”. Nei prossimi due anni, è prevista l’integrazione della piattaforma Syllabus con InPA e il PIAO.
Per quanto riguarda la digitalizzazione della PA, il 2024 ha visto ulteriori progressi, supportati dal PNRR e in linea con il Piano triennale per l’informatica 2024-2026. A dicembre 2024, le amministrazioni aderenti a SPID erano 18.800, mentre circa 10.200 permettevano l’accesso tramite CIE. Gli enti su App IO erano circa 15.700, offrendo oltre 335.000 servizi.
Le maggiori crescite sono state osservate nelle piattaforme nazionali di nuova istituzione. A fine dicembre, sono arrivati a circa 3.900 gli enti sulla piattaforma per le notifiche digitali SEND, con oltre 8,9 milioni di notifiche inviate, di cui circa 1,5 milioni in formato digitale. Gli e-service sulla Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) hanno superato le 10.600 unità, con oltre 7.600 enti partecipanti. Questi risultati suggeriscono il raggiungimento dei target del PNRR, concretizzando gli obiettivi di e-government stabiliti nel 2005. Ora è il momento di compiere un ulteriore passo avanti per realizzare i principi di trasparenza, partecipazione e collaborazione.
L’importanza di comunicare il valore della PA
Far conoscere i progetti e la creazione di valore pubblico è fondamentale per far emergere la PA dalla narrazione grigia spesso dominante. L’Italia è sopra la media europea per livello di conoscenza, consapevolezza dei cittadini sui progetti co-finanziati dall’UE (54% rispetto al 39% europeo), ma è ultima per la percezione positiva dell’impatto di questi progetti (56% contro una media del 79%).
Secondo il Bollettino di Monitoraggio della Ragioneria generale dello Stato, alla data del 31 ottobre 2024 è stato utilizzato il 99,48% dei Fondi strutturali del vecchio ciclo 2014-2020 e pagato l’84,9%. Ma nel ciclo 2021-2027 siamo indietro: siamo al 14% di impegni e 3,45% di pagamenti. Per quanto riguarda il PNRR, con la richiesta di pagamento della settima rata, l’Italia ha attestato il raggiungimento degli obiettivi prefissati, collegati al 72% delle risorse del Piano. Al 30 settembre 2024, l’Italia ha speso 57,7 miliardi, ossia il 29,7% dei 194 miliardi che complessivamente dovrà gestire. Molto è stato fatto ma molto ancora è da fare. La capacità di raggiungere, o meno, gli obiettivi farà la differenza per il futuro del Paese.