Il 75% degli investitori italiani ha in programma di aumentare la propria allocation ESG nel corso del prossimo anno, ma il 58% di loro non ha ricevuto una proposta ESG dal proprio consulente finanziario negli ultimi 12 mesi. Il dato emerge da un nuovo sondaggio condotto da Nordea Asset Management (NAM), pubblicato in vista dell’entrata in vigore delle modifiche alla Direttiva Ue MiFID II, pubblicate nell’ambito del pacchetto finalizzato a consentire ai mercati dei capitali di sostenere più agevolmente la ripresa economica dalla pandemia.
L’indagine ha raccolto le opinioni di 1200 investitori europei provenienti da Germania, Spagna, Italia, Francia e Svizzera, tutti attualmente legati a un consulente finanziario. I risultati suggeriscono che molti consulenti finanziari non hanno ancora abbracciato appieno l’opportunità ESG nel contesto del prossimo regolamento.
Sostenibilità come rischio finanziario
Entrando più nel dettaglio del quadro nazionale, emerge che gli investitori italiani riconoscono ormai la sostenibilità come un rischio finanziario e vorrebbero vedere i loro consulenti finanziari offrire più prodotti ESG. Il 91% si dice d’accordo con l’idea che la sostenibilità sia una sfida determinante del business, mentre il 79% concorda con il principio secondo cui le decisioni di investimento potrebbero fare la differenza nella creazione di una società più sostenibile. Il 72% degli intervistati è invece consapevole del fatto che le sfide legate alla sostenibilità possano avere un impatto sui propri investimenti.
L’indagine rivela poi che i clienti si aspettano preparazione da parte dei consulenti italiani davanti all’entrata in vigore dell’aggiornamento della MiFID e delle normative sulla sostenibilità. Il 44% dei clienti intervistati identifica la mancanza di conoscenza e di competenza come il più grande ostacolo agli investimenti ESG, mentre l’87% afferma di aver bisogno di spiegazioni più chiare e semplici in merito ai prodotti. Il 78%, inoltre, desidera che i consulenti offrano loro nuovi prodotti ESG.
Consulenti italiani solo parzialmente al passo con la normativa
Nella partita i consulenti italiani svolgono un ruolo cruciale, ma tengono solo parzialmente il passo che sarà richiesto dalla normativa. Il 79% dei clienti identifica il proprio consulente come la principale fonte di informazioni ESG e il 98% degli investitori ha fiducia nell’idea che i consulenti conoscano la materia, ma oltre la metà non ha preso in considerazione i prodotti ESG con il loro consulente. Il 58% non ha addirittura mai ricevuto una proposta ESG negli ultimi 12 mesi. Con l’entrata in vigore della MiFID il prossimo anno, l’indagine rivela che per i consulenti si va aprendo una grande opportunità.
Fra i dati che emergono, anche una certa “fame” di prodotti ESG da parte degli investitori retail in Italia. Negli ultimi 12 mesi, in particolare, l’82% ha aumentato i propri investimenti in materia, mentre il 78% è soddisfatto dei risultati dei propri investimenti ESG e il 75% prevede di aumentare la propria allocation nei prossimi 12 mesi. L’indagine svolta in ambito italiano fa infine notare che, in generale, il cambiamento climatico è ancora al centro dell’attenzione in questo momento, ma le sfide sociali rappresentano la prossima tendenza.
Necessario migliorare le conoscenze
“Oltre tre quarti degli investitori italiani intervistati hanno classificato il proprio consulente finanziario come la principale fonte di informazioni ESG – afferma Francois Passant, ESG leader presso Nordea Asset Management -. Per cogliere questa opportunità, il sondaggio rivela la necessità di migliorare le proprie conoscenze Open ESG e il modo in cui i consulenti spiegano ai clienti gli elementi essenziali e i prodotti ESG. È qui che la partnership con società di gestione in grado di dimostrare una lunga esperienza ESG e di offrire prodotti e supporto può fare la differenza”.
Estendendo la prospettiva, l’indagine Nordea rivela che quasi tutti gli investitori europei (89%) riconoscono che la sostenibilità è una questione cruciale per lo sviluppo della società. L’idea è sentita tra tutti i gruppi di età, ma è più pronunciata tra le generazioni più anziane. “Questi investitori – spiega Nordea – comprendono il ruolo fondamentale del cambiamento climatico, delle questioni sociali e la sostenibilità nel nostro mondo di oggi. Questa comprensione va al di là delle singole persone poiché più di otto su dieci (81%) afferma che la propria famiglia e la propria rete sociale sono sempre più coinvolte e consapevoli dei problemi di sostenibilità”. Sempre più Millennial e investitori della Generazione X sono d’accordo con queste idee. Infine, più di tre quarti (76%) afferma che i problemi di sostenibilità hanno un impatto sulla propria vita familiare.