L’aumento della produttività del lavoro legato all’adozione dell’intelligenza artificiale da qui ai prossimi 10 anni porterà a un aumento del Pil globale annuo del 7%, pari approssimativamente a 7 trilioni di dollari. A fare la previsione è Goldman Sachs nello studio “Global economics analyst-The potentially large effect of artificial intelligence in economic growth”, secondo cui a consentire questo risultato saranno l’insieme dei risparmi sul costo del lavoro, il fatto che sarà possibile creare nuovi sbocchi occupazionali e l’aumento della produttività per i lavoratori. Le uniche incertezze, stando alla ricerca, sono quelle che riguardano le tempistiche per arrivare alla maturità dello scenario.
L’Ai sostituirà fino a un quarto degli attuali posti di lavoro
Secondo in calcoli di Goldman Sachs, realizzati prendendo in considerazione gli scenari attuali in Europa e negli Stati Uniti, la crescita annua della produttività del lavoro potrebbe aumentare con l’adozione diffusa dell’AI generativa di circa 11 punti percentuali nell’arco di 10 anni, mentre due posti di lavoro su tre saranno in questo arco di tempo impattati dall’automazione, con l’intelligenza artificiale che potrebbe mettere a rischio circa un quarto del lavoro attuale. Ma non si deve interpretare questo dato facendo una semplice sottrazione: a fronte dei posti di lavoro che spariranno con l’adozione dell’Ai generativa, infatti, ci sarà l’effetto compensativo dovuto alla nascita di nuove posizioni.
Considerando gli effetti per aree geografiche, l’automazione riguarderà secondo Goldman Sachs circa un quarto dei lavoratori negli Usa, e percentuali paragonabili anche nell’area Euro, soprattutto nell’amministrazione e nell’area legal (e molto meno, come era prevedibile, nell’edilizia e nella manuntezione, rispettivamente con il 6% e il 4%). Complessivamente, su scala globale, l’automazione potrebbe riguardare il 18% dei posti di lavoro, con variazioni dal 15% al 35% a seconda delle aree. Quanto all’industria, secondo le previsioni dello studio la maggior parte dei posti di lavoro sarà impattata dall’integrazione dell’Ai nei processi, ma non da una vera e propria sostituzione.
Gli effetti sulla crescita economica
Saranno due le direttrici che consentiranno all’intelligenza artificiale di avere un impatto consistente sulla crescita economica globale: da una parte il fatto che i lavoratori potranno grazie all’AI svolgere meno occupazioni ripetitive e dedicarsi maggiormente a occupazioni con un più alto valore aggiunto, e dall’altra il fatto che molte delle persone che perderanno il lavoro proprio a causa dell’adozione crescente dell’intelligenza artificiale troveranno una ricollocazione in nuovi ambiti, più strettamente legati proprio alle nuove tecnologie.
I dati sulla produttività
Integrando nell’analisi i risparmi che sarà possibile ottenere sul costo del lavoro, l’aumento della produttività per chi rimarrà al suo posto e il ricollocamento di chi dovrà cambiare occupazione, la ricerca prevede che un 7% dei lavoratori finirà fuori dal mercato, mentre per gli altri gli effetti negativi saranno soltanto limitati, e per una parte consistente si verificherà un aumento della produttività. Secondo le stime di Goldman Sachs la crescita complessiva della produttività del lavoro potrebbe aumentare dell’1,5% l’anno nei prossimi 10 anni, proprio come era successo per le altre grandi rivoluzioni tecnologiche della storia. Da qui la previsione di un aumento del 7% del pil mondiale annuo, pari a circa 7 trilioni di dollari su un periodo di 10 anni.
Le tecnologie emergenti
Un ruolo chiave in questa prospettiva di sviluppo potrebbe essere svolto, secondo lo studio, dalle tecnologie di intelligenza artificiale generativa come ChatGpt, Dall-E e Lamda, accomunate da tre caratteristiche: i casi d’uso generalizzati, la capacità di generare output nuovo e le interfacce accessibili.
Cresce l’interesse degli investitori
Le prospettive dell’implementazione diffusa dell’intelligenza artificiale hanno destato e sempre più desteranno, secondo Goldman Sachs, l’interesse degli investitori: se infatti nel 2021 si registravano 53 miliardi di investimenti privati negli Usa e 94 su scala globale, queste cifre saranno destinate ad aumentare nei prossimi anni, fino ad arrivare, per gli Stati Uniti, a rappresentare l’1% del pil nazionale.
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