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Intelligenza artificiale: governance, etica e sicurezza, le preoccupazioni dei C-level

Con l’81% dei dirigenti italiani che ha già adottato o è pronto ad adottare l’AI generativa entro l’anno prossimo, il rapporto “Leadership in the Age of AI” di IBM rivela una crescente attenzione ai temi della governance, dell’etica e dell’inclusione

Pubblicato il 24 Nov 2023

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La sempre maggiore adozione e affermazione dell’intelligenza artificiale generativa ha stimolato l’azione dei leader più lungimiranti e intenzionati a ricoprire un ruolo determinante nella trasformazione in atto, spinta anche dalle pressioni da parte di dipendenti e investitori. Oltre che dai benefici ESG che derivano dall’impiego dell’AI che può fungere da acceleratore per il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità, da strumento per facilitare e velocizzare le procedure di rendicontazione e da soluzione per gestire e ridurre i rischi potenziali.

Guardando ai dati, l’81% dei dirigenti italiani ha già adottato o intende di adottare l’AI generativa nel prossimo anno. Ma un dato che desta un interesse particolare è quello che vede il 96% attivamente impegnato nella creazione di nuovi framework etici e di governance all’interno della propria organizzazione. Inoltre, il 79% prevede di partecipare a discussioni in fatto di regolamentazione dell’AI con i propri peer o di collaborare con i responsabili a livello politico. I temi della privacy e della sicurezza dei dati sono considerate le sfide principali per la leadership.

Queste sono solo alcune delle evidenze registrate da IBM nel nuovo report “Leadership in the Age of AI“, realizzato in collaborazione con Censuswide sulla base di un sondaggio che ha coinvolto più di 1.600 senior leader e dirigenti C-level, in aziende di diverse industrie e settori con più di 500 dipendenti localizzate in Regno Unito, Francia, Spagna, Germania, Italia e Svezia nel mese di settembre 2023. Lo studio ha esaminato la trasformazione che sta interessando la leadership all’interno delle aziende nell’era dell’AI, in un panorama normativo ed etico in continua evoluzione.

AI generativa, sprint dei CEO che bilanciano innovazione ed etica

Si percepisce, secondo Stefano Rebattoni, Amministratore Delegato IBM Italia, “un reale senso di opportunità nei board delle aziende europee, soprattutto in Italia, dove la maggior parte delle imprese è già pronta a cogliere le opportunità offerte dall’AI per raggiungere nuovi traguardi di crescita. In particolare, ora che l’AI generativa basata su Foundation Model rende più veloce e semplice l’adozione dell’intelligenza artificiale da parte delle aziende, anche di piccole e medie dimensioni finora frenate dagli alti livelli di costo e competenze necessarie. Vedere l’AI generativa in cima alle priorità dei CEO italiani per il 2024 non rappresenta una sorpresa”.

Certo è che ciò “richiede un delicato equilibrio tra innovazione ed etica” continua Rebattoni. “Mentre le aziende italiane accelerano l’adozione dell’AI, è incoraggiante vedere che l’attenzione si concentra su entrambi i temi, così come la volontà di collaborare con i responsabili politici per garantire un uso appropriato di questa potente tecnologia – oggi e domani” conclude l’AD.

I driver che spingono i leader ad adottare l’intelligenza artificiale

A trainare la sempre maggiore adozione dell’AI da parte dei leader aziendali sono sostanzialmente tre direttrici: dipendenti, membri del consiglio di amministrazione e investitori. In Italia, investitori e partner sono i principali attori.

Ma ciò che spinge a prendere questa decisione è fondamentalmente il desiderio di modernizzare e migliorare l’efficienza operativa (48% a livello italiano, 45% negli altri Paesi), utilizzando l’AI per automatizzare i processi di routine e liberare il capitale umano a favore di attività di maggior valore, contribuendo a promuovere l’innovazione.

Un altro aspetto è quello connesso al potenziale della tecnologia di migliorare l’esperienza del cliente (45% per i leader italiani, 43% per quelli dei restanti Paesi), e di conseguenza anche aumentare i risultati di vendita (38% per tutti i Paesi coinvolti).

Nel rispondere all’agenda del consiglio di amministrazione in materia di AI, il 97% dei dirigenti italiani ha riconosciuto il potenziale dell’AI generativa per migliorare la capacità decisionale (contro il 95% della media registrata negli altri Paesi) in un contesto di business sempre più incerto.

I dirigenti italiani comprendono il valore di etica e governance dell’AI

Le principali sfide – riportate dai dirigenti – nell’adozione dell’AI generativa riguardano anzitutto l’importanza di impiegarla in un quadro etico e inclusivo, poi la necessità di assumere talenti specializzati e sostenere i relativi costi. Quasi tutti (96%) gli intervistati che hanno adottato o prevedono di adottare soluzioni di AI generativa hanno affermato che stanno facendo progressi concreti sulla governance. Tra le azioni principali hanno incluso lo sviluppo di un comitato etico dedicato, di un framework di governance e di valutazioni d’impatto.

Ma è parimenti importante che i dirigenti delle aziende si assumano la responsabilità delle implicazioni per la sicurezza (tra cui la privacy e la sorveglianza) per un’AI responsabile. D’altro canto questa tecnologia, se correttamente integrata, può generare un impatto positivo a livello di sicurezza per esempio nella riduzione dei cicli di violazioni.

Focus sul costante sviluppo delle competenze

In generale, migliorare le competenze in materia di AI è una priorità fondamentale in tutti i settori, con il 97% dei dirigenti italiani intervistati che dichiara di adottare misure per garantire lo sviluppo di competenze appropriate in materia di AI nelle proprie organizzazioni, in linea con la media europea (95%). In questo caso, gli intervistati italiani preferiscono considerare l’outsourcing a fornitori di tecnologia prima di procedere nell’aggiornamento delle competenze della forza lavoro esistente e nell’assunzione di nuovi specialisti, in quanto cercano di utilizzare tutte le risorse a disposizione per colmare il gap di competenze rapidamente.

A livello personale, gli intervistati italiani sono attivamente impegnati a migliorare la propria conoscenza dell’AI generativa (47% degli italiani, contro il 44% della media degli altri Paesi) e delle implicazioni etiche (44% degli italiani contro il 41% degli altri Paesi). Inoltre, il 79% dei dirigenti italiani, contro il 74% dei restanti europei, prevede di partecipare a discussioni attive con i propri peer o di collaborare attivamente con coloro che si occupano di regolamentare l’AI.

Tuttavia, anche se il 90% degli intervistati italiani (e il 91% di quelli europei) afferma di avere una buona conoscenza del contesto normativo, una percentuale molto minore (53% degli italiani contro il 54% degli europei) ritiene di avere le idee chiare su cosa ciò significhi per la propria azienda.

Come definire una strategia AI responsabile

Watsonx è la piattaforma di dati e AI all’avanguardia di IBM adotta un approccio olistico, integrando principi etici e di governance ad ogni livello per consentire alle aziende di contare su un’AI affidabile, responsabile e in grado di rendere conto del proprio operato.

IBM ha individuato quattro principi chiave per una strategia AI responsabile:

  1. Dare priorità alla creazione di valore: per ottenere il massimo dall’AI bisogna partecipare alla creazione di valore dei modelli di base piuttosto che esternalizzare la propria capacità, la strategia e i propri dati a terze parti.
  2. Puntare sulla community: integrando una combinazione dei migliori modelli open-source, privati e proprietari, le aziende possono trarre il massimo vantaggio dalla community aperta che sta alla base della rivoluzione.
  3. Assicurarsi che l’AI utilizzata possa essere eseguita ovunque, in modo efficiente: grazie allo sviluppo di tecnologie cloud ibride e aperte, le aziende possono ottimizzare i costi, le prestazioni e la latenza.
  4. Rendere conto del proprio operato: una AI efficace è un’AI governata e, per coloro che intendono guidare il cambiamento, seguire questo principio in tutto ciò che fanno contribuirà in modo significativo a consolidarne il posizionamento.

Purpose e Trust come chiavi per una buona governance dell’AI

Ana Paula Assis, Presidente e General Manager EMEA, IBM definisce l’AI come “Un potente catalizzatore con il potenziale di promuovere un progresso globale trasformativo. E la sua rapida ascesa sta dando all’Europa, che ospita sette dei dieci Paesi più innovativi al mondo, la possibilità di svolgere un ruolo di primo piano. Ma questo non rende i leader aziendali ciechi alle sfide. Governance, etica e sicurezza sono al centro delle preoccupazioni dei C-level, impegnati ad adottare l’AI in modo sicuro e responsabile. È una responsabilità che coinvolge ogni aspetto delle aziende, dai propri dati alle persone che ne fanno parte, fino all’organizzazione nel suo complesso. E il successo richiede un cambiamento organizzativo a cui pochi sono preparati”.

“Se è vero che nessuna impresa vuole rimanere indietro, di fronte a clienti, investitori, dipendenti e peer, occorre adottare questa nuova tecnologia rivoluzionaria avendo ben chiaro il purpose, l’obiettivo. E la fiducia ne è la chiave – continua Assis – Tutte le strategie di AI di successo dipenderanno da una governance dell’AI efficace e responsabile, e farlo nel modo giusto garantirà alle aziende di essere preparate e pronte a cogliere i benefici della rivoluzione dell’AI”.

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