Pubblica Amministrazione

Il ritardo di competenze della PA rischia di bloccare l’attuazione del PNNR

L’annuale report di Forum PA evidenzia come la pubblica amministrazione italiana sia caratterizzata da un’età media dei dipendenti elevata e dalla forte necessità di formazione

Pubblicato il 28 Gen 2022

Gianni Dominici, Direttore Generale di FPAFoto di Stefano Corso

La pubblica amministrazione italiana, chiamata a gestire e attuare il PNNR, è ancora oggi caratterizzata da un decifit di competenze, che potrebbe rendere estremamente arduo questo compito. Questa la principale indicazione che arriva dall’Annual Report di FPA, società del Gruppo DIGITAL360, che come sempre traccia un quadro dello stato di salute del settore pubblico italiano. Innanzitutto i numeri appaiono poco confortanti:  sono 3,2 milioni i dipendenti pubblici italiani, che a fine 2020 hanno toccato il minimo storico degli ultimi 10 anni. Il 16,3% dei dipendenti ha più di 60 anni, appena il 4,2% è under 30. Oltre 500.000 lavoratori hanno oltre 62 anni e 183mila superano 38 anni di anzianità di servizio. Sebbene il decreto-legge 44/2021 abbia sbloccato i concorsi pubblici, a dicembre 2021 nessuno si era ancora concluso con le assunzioni previste.

Oltre all’anzianità dei dipendenti esiste anche un grave problema di competenze, tema gigantesco sui cui però l’Italia in questi anni ha continuato in questi anni ad investire poco. Secondo gli ultimi dati ufficiali della Ragioneria Generale dello Stato (2019) l’investimento complessivo è stato di 163,7 milioni di euro, 110 milioni in meno rispetto a 10 anni fa, per una media di 1,2 giorni di formazione l’anno. Una formazione che secondo i dati Istat si concentra soprattutto su competenze tecnico specialistiche (per il 45,2% dei partecipanti) e giuridico-normative (30,9%). Solo il 5% riguarda competenze digitali, il 2,3% project management.  A pesare è anche la mancanza di  professionalità tecniche e laureati in discipline STEM. Ad inizio 2022 è prevista la partenza di un maxi-piano di formazione per i 3,2 milioni di dipendenti pubblici; si tratta del Piano “Ri-formare la PA. Persone qualificate per qualificare il Paese”, Piano strategico per la valorizzazione e lo sviluppo del capitale umano della Pubblica amministrazione, con l’obiettivo di accompagnare all’assunzione di personale sempre più qualificato anche la formazione di chi già lavora nella PA.

Un potenziamento necessario

In ogni caso, lancia l’allarme il report di Forum PA il mix di minimo storico di dipendenti, alta anzianità, scarse competenze digitali e manageriali rappresenta un ostacolo nella spesa degli oltre 300 miliardi di euro di risorse tra PNRR e Fondi strutturali 2021-2027, se si pensa che nel periodo 2014-2020 l’Italia è stata capace di assorbire solo il 44% dei fondi europei. Ecco perchè, secondo Forum PA, diventa urgente il potenziamento della capacità amministrativa, aumentando le competenze interne della PA, la digitalizzazione e la semplificazione amministrativa.

“Dopo anni di indebolimento del settore pubblico e mancati investimenti in persone, competenze e innovazione organizzativa, oggi è necessario sostenere le amministrazioni nella grande sfida del PNRR – dice Gianni Dominici, Direttore generale di FPA -. Un piano che è stato calato dall’alto e oggi richiede un potenziamento della capacità amministrativa, con nuove competenze, semplificazione e accompagnamento costante per ovviare al ritardo e all’impreparazione con cui siamo arrivati all’appuntamento. È necessario, supportare i territori nell’attuazione, comprendendo i bisogni delle comunità locali e mettendo a sistema le migliori esperienze. E restituire valore alle persone che lavorano nella PA, dando voce a progetti, iniziative, proposte e considerazioni di coloro che saranno i protagonisti del cambiamento”.

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