Food sustainability

Food, agricoltura e sostenibilità: le sfide e le responsabilità ambientali dei G20

La nuova edizione del Food Sustainability Index – Fixing Food 2021 di Fondazione Barilla ed Economist Intelligence Unit (EIU) analizza le diverse responsabilità dei paesi dei G20 sui temi dello spreco alimentare, dell’agricoltura sostenibile e sulle sfide nutrizionali. Dalla ricerca emerge che la trasformazione del food system globale può dare risposte decisive in termini di riduzione delle emissioni di gas serra e di supporto alla lotta ai cambiamenti climatici

Pubblicato il 17 Lug 2021

Fonte: Barilla Center For Food And Nutrition, The Economist Intelligent Unit - Fixing Food 2021, An opportunity for G20 to lead the way

Il sistema agroalimentare del pianeta e il mondo dell’agricoltura, inteso come componente fondamentale del food system, hanno un rapporto strettissimo e sino ad oggi “controverso” con l’ambiente. Se da una parte Agricoltura è Ambiente e vive della qualità stessa dell’ambiente in tutte le sue dimensioni è però altrettanto vero che la crescita e la diffusione nel corso del tempo di tante pratiche di agricoltura intensiva hanno portato il settore primario ad aumentare il proprio impatto ambientale negativo sino ad assumere proporzioni insostenibili. La lista delle responsabilità nella crescita di questo impatto è certamente articolata e complessa, tuttavia ci sono tre grandi fattori che rappresentano i tre grandi punti nevralgici di questo rapporto e attengono non solo al mondo agricolo, ma al sistema agroalimentare nel suo complesso:

  1. lo spreco alimentare,
  2. gli sviluppi di pratiche di agricoltura sostenibile
  3. le sfide nutrizionali.

G20: verso un food system più sostenibile

In concreto la capacità di ridurre l’enorme quantità di cibo che viene sprecato, con tutti i costi legati anche alla raccolta e allo smaltimento stesso di questi prodotti, la capacità di accelerare lo sviluppo di pratiche agricole attente alla gestione delle risorse e non ultimo e non meno importante, la sfida di indirizzare abitudini alimentari, comportamenti e scelte quotidiane verso diete che sappiano trovare una sintesi tra necessità nutrizionali in termini di calorie, qualità alimentare e sostenibilità rappresenta il presupposto per riuscire a indirizzare l’intero food system verso una sostenibilità che sia effettivamente sostenibile da tutti gli attori, dal campo sino alla tavola.

E le sfide per il food system in termini di Food sustainability sono davvero importanti. I sistemi alimentari alle condizioni attuali sono responsabili della produzione del 37% delle emissioni di gas serra, richiedono una grande quantità energia che in larghissima misura viene prodotta da combustibili fossili. Senza contare che il settore agricolo da solo utilizza anche qualcosa come il 70% delle risorse idriche.

Responsabilità e opportunità per trasformare il sistema agroalimentare

Il gruppo dei paesi che fanno parte del G20 che arrivano a produrre una ricchezza pari all’80% del PIL mondiale, vantano nei propri territori il 60% della superficie agricola a livello worldwide e producono il 75% delle emissioni globali di gas serra.

In questi paesi ogni anno si sprecano 930 milioni di tonnellate di cibo con responsabilità su tutta la “catena”. A livello pro capite nel 2021 ogni famiglia ha sprecato qualcosa come 67Kg di derrate alimentari, il mondo della ristorazione è responsabile per qualcosa come 26 Kg di cibo che finiscono nella spazzatura, mentre il mondo del retail a sua volta spreca 4 Kg. In definitiva, nel gruppo dei paesi G20 a livello procapite la cifra dello spreco ammonta a 97 kg di cibo.

Il Food Sustainability Index 2021 – Fondazione Barilla, The Economist Intelligence Unit (EIU)

L’edizione 2021 del Food Sustainability Index realizzato da Fondazione Barilla in collaborazione con The Economist Intelligence Unit (EIU) e presentato nel corso dell’evento «Fixing food 2021: An opportunity for G20 countries to lead the way» permette di focalizzare l’attenzione proprio sul ruolo, sulle opportunità e sulle responsabilità dei G20 nella guida per la trasformazione del sistema alimentare mondiale grazie all’analisi dei tre fattori legati a regimi nutrizionali, i livelli dello spreco alimentare e le opportunità dell’agricoltura sostenibile. Relativamente ai dati generali della ricerca rimandiamo al servizio Food sustainability: ai G20 la responsabilità di guidare la trasformazione del sistema agroalimentare

Global GHG emissions: le responsabilità del food system

Fonte: Barilla Center For Food And Nutrition, The Economist Intelligent Unit – Fixing Food 2021, An opportunity for G20 to lead the way

L’analisi proposta dal Food Sustainability Index 2021 offre uno “spaccato” (che riporta dati di qualche anno fa ma che permette di “pesare” il ruolo di tutti gli attori nei vari settori del food system) di come si sviluppano e si distribuiscono le emissioni prodotte nell’ambito dei vari comparti del settore agricolo. Come ben noto da tempo allevamento e pesca da una parte e molte forme di produzione agricole (si pensi alla crescita enorme legata alla produzione della soia destinata a sua volta a sostenere la crescita degli allevamenti) sono alcuni ambiti sui quali agire a livello di stimolo e indirizzo in termini di cambiamento dei regimi alimentari e dunque sulle scelte dei consumatori. Il peso a sua volta molto rilevante delle supply chain è, come vedremo anche “figlio” della costruzione di filiere molto lunghe e energeticamente molto costose (trasporti, refrigerazione, stoccaggio etc).

Global GHG emissions, l’impatto in termini di regimi alimentari

Fonte: Barilla Center For Food And Nutrition, The Economist Intelligent Unit – Fixing Food 2021, An opportunity for G20 to lead the way

Food system transformation, come e dove agire: acqua e terra

Focalizzando l’attenzione sulla parte della ricerca espressamente dedicata ai temi della sostenibilità due sono i beni più preziosi per il mondo dell’agricoltura: l’acqua e la terra. Il primo obiettivo di un percorso di trasformazione del sistema agroalimentare e dell’agricoltura deve essere nella protezione del patrimonio idrico partendo dal dato che solo nel territorio europeo la produzione agricola rappresenta il 44% del consumo di acqua e arriva al 70% a livello globale.

Il Food Sustainable Index indica che per alcuni paesi l’acqua non è una risorsa scarsa. La Germania ad esempio, utilizza meno dello 0,2% del suo patrimonio idrico nel settore agricolo e meno del 2% della terre coltivate necessita di irrigazione. A loro volta anche Canada, Russia e Brasile non vivono l’acqua come una criticità. Altre nazioni dei G20 come l’India sono in condizioni molto diverse e utilizzano il 36% delle risorse idriche rinnovabili nell’agricoltura e ha la necessità di irrigare il 24% della superficie coltivabile. India, Cina, Australia, Arabia Saudita e Messico vivono, secondo i dati del Food Sustainable Index uno stress idrico importante.

I cambiamenti climatici sono destinati a portare un aggravamento della situazione, con un aumento della richiesta di acqua in molte regioni e con la necessità di gestire l’acqua in eccesso in altre. Al tema della quantità di acqua per il settore agricolo va aggiunto anche il tema della qualità. Purtroppo, il settore agrifood è anche una delle principali fonti di inquinamento idrico. L’uso eccessivo di fertilizzanti, soprattutto per sostenere le colture intensive, rappresenta una minaccia costante per le falde acquifere.

Food system transformation: dove ridurre le emissioni a carico dell’agricoltura

Il tema della sostenibilità ambientale va affrontato anche dal punto di vista delle emissioni di gas serra e la trasformazione del sistema agroalimentare mondiale non può prescindere dalla necessità di ridurre l’intensità di emissioni che sono a carico del settore primario. Le emissioni di gas serra nello specifico ambito dell’agricoltura le emissioni sono generate in quattro grandi ambiti:

  1. Dall’utilizzo indiscriminato del suolo, ancora una volta a causa di coltivazioni ad alta intensità, che riducono la capacità di rigenerazione dello stesso e il suo contributo in termini di assorbimento di CO2
  2. Dalle scelte alimentari e dalle scelte legate alle coltivazioni per produrre cibo per il consumo umano e per l’alimentazione animale che purtroppo continua a fare ampio uso di fertilizzanti e irrigazione spesso incontrollata
  3. L’allevamento e la pesca a loro volta ad alta intensità, con metodiche che accelerano la crescita degli animali o con pratiche marittime che richiedono un elevato consumo di energia
  4. Nelle catene di approvvigionamento e nelle filiere spesso troppo lunghe e complesse con elevati costi energetici da imputare a trasporto, stoccaggio, refrigerazione, logistica e vendita

Dal Food Sustainable Index emerge che le principali emissioni di carbonio, in termini assoluti, nel settore agricolo si registrano in Cina e India con volumi simili superiori alle 600.000 gigatonnellate di CO2 equivalente all’anno. Nella valutazione relativa, ovvero in proporzione alla superficie coltivata, nella forma di emissioni di CO2 per ettaro l’Australia e la Russia sono i paesi più virtuosi con lo 0,4; il Messico arriva allo 0,8 e Stati Uniti allo 0,9. All’opposto la Corea del Sud con il 7,8 e il Giappone con il 4.4 presentano la più alta intensità di emissioni.

Come sappiamo l’allevamento è una delle attività agricole più impattanti dal punto di vista ambientale sia per ragioni direttamente legate alla vita degli animali sia per le risorse necessarie al loro sostentamento. La produzione di mangimi per animali occupa oggi il 12% dell’uso del suolo e causa da sola il 6% delle emissioni totali di GHG dell’intera filiera food.

La gestione del “prodotto” è poi causa di elevanti consumi energetici, il trasporto di cibo in veicoli refrigerati e in generale tutta la catena del freddo è causa di grandi quantità di emissioni. Per rendere il food system più sostenibile occorre agire su tutta la filiera, esistono peraltro diversi tipi di interventi agricoli sostenibili, e per ogni settore occorre trovare la formula più adeguata: da un maggiore utilizzo di veicoli elettrici in campo all’utilizzo di energie rinnovabili per tutti i sistemi di movimentazione delle merci sino a forme di packaging intelligente in grado di gestire  il rapporto tra prodotto e temperatura esterna e capace di mantenere il cibo fresco più a lungo ottimizzando al massimo il consumo di energia, sino a forme di etichettatura in grado di fornire informazioni sulle emissioni prodotti lungo tutta la filiera.

La sostenibilità passa dai dati

La grande sfida per l’agricoltura sostenibile è nei dati, nella capacità di raccogliere enormi quantità di dati e nella capacità di interpretarli. Il progetto MasAgro in Messico, citato nel report del Food Sustainability Index, utilizza un sistema di dati che monitora oltre 150.000 agricoltori e 500 variabili durante il ciclo colturale per ogni appezzamento di terreno. Gli agricoltori possono accedere all’analisi dei dati tramite un’app che fornisce loro una serie di informazioni per aiutarli a migliorare la produttività e a utilizzare in modo più sostenibile pratiche e accesso ai mercati. Questo approccio aiuta a “mostrare” agli agricoltori quali pratiche sostenibili sono più appropriate per i loro ecosistemi, in tal modo da individuare le modalità di lavoro e di produzione più sostenibili per il loro specifico contesto.

Ma il food system sostenibile si costruisce con le scelte dei consumatori

Un ruolo fondamentale nella trasformazione del food system è svolto dai consumatori e dalle loro scelte quotidiane che possono essere stimolate e guidate dai consigli dei governi e delle associazioni e organizzazioni della società civile. La prospettiva è quella di invitare i consumatori a scegliere prodotti con un minor impatto ambientale ma che siano nel contempo in grado di rafforzare le catene del valore a livello locale. La sostenibilità deve essere interpretata sempre di più anche nel segno di una maggiore responsabilità con i rispettivi territori e il ruolo delle filiere corte o cortissime è destinato a crescere.

Il grande tema di un food system più sostenibile passa attraverso innovazioni digitali e sociali che permettano ai consumatori di conoscere le scelte degli agricoltori, di collegare gli agricoltori e i consumatori in modo più diretto e in modo bidirezionale. I consumatori devono poter conoscere l’impatto ambientale delle pratiche agricole necessarie alla produzione del cibo che scelgono di consumare e gli agricoltori devono poter conoscere i criteri che ispirano le scelte dei consumatori.

In conclusione la costruzione di un food system sostenibile vede ovviamente in primo piano il ruolo degli agricoltori, delle imprese del mondo food, ma anche i consumatori devono essere nella condizione di partecipare, con i loro comportamenti allo sviluppo di un sistema agroalimentare che rispetti persone, territorio e ambiente.

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