Le imprese italiane quotate sono sempre più consapevoli del cambiamento climatico, e si organizzano per riorientare i modelli di business nella direzione della transizione energetica, disponibili alla rendicontazione trasparente degli impegni e dei risultati.
L’area in cui però c’è ancora molto da fare è la crescita delle competenze degli organi di governance, insieme a una maggiore diffusione di misure di adattamento e di impegni per la carbon neutrality e un’incidenza ancora troppo ridotta del climate change nelle politiche di remunerazione.
Sono queste le principali evidenze del report “L’attuazione delle Raccomandazioni TCFD nelle società quotate italiane”, realizzato da Deloitte e giunto alla seconda edizione, che si pone l’obiettivo di approfondire le modalità con cui le società appartenenti agli indici azionari nel 2023 hanno affrontato i temi legati al cambiamento climatico e alla transizione energetica, concentrandosi su quattro aree principali: governance, strategia, gestione del rischio, metriche e obiettivi.
Cresce la consapevolezza delle imprese
“La crescente consapevolezza delle imprese di media e grande dimensione italiane sulle tematiche legate al cambiamento climatico e in generale dei fattori ESG– afferma Valeria Brambilla, AD di Deloitte & Touche – rappresenta un significativo passo in avanti per l’intero ecosistema del nostro Paese in un contesto di forte sensibilità e crescente attenzione da parte delle istituzioni, degli investitori, dei consumatori e degli enti regolatori. I dati che emergono dal nostro rapporto e le interlocuzioni che abbiamo con il mondo imprenditoriale dimostrano un ruolo importante dei fattori Esg nella definizione delle strategie.”
Ancora molti margini di miglioramento
“Le aziende quotate italiane sono sostanzialmente consapevoli del ruolo che il cambiamento climatico e la transizione energetica hanno nel determinare l’evoluzione dei modelli di business – aggiunge Stefano Pareglio, Presidente di Deloitte Climate & Sustainability – Ci sono però molti margini di miglioramento. Dalle competenze del board e del management alle politiche di remunerazione, dalle analisi di scenario alla strategia di allocazione del capitale, dalla gestione del rischio alle relazioni con la catena di fornitura, fino dalle misure di adattamento, registriamo infatti gradi di maturità assai diversi e dunque l’esigenza di azioni più incisive”.
Il report – Governance
Secondo i dati del report Deloitte il 69% del campione, contro il 60% dello scorso anno, ha attribuito responsabilità in materia di sostenibilità a un comitato endoconsiliare specifico. E il 41% delle società indagate “dichiara la presenza di almeno un membro, all’interno del Consiglio di Amministrazione, dotato di competenze in tema Esg, cambiamento climatico e sostenibilità in senso lato – spiega Deloitte – tale risultato è più che raddoppiato rispetto al rapporto dello scorso anno, in cui si rilevava la presenza di almeno un consigliere per il 18% del campione. Inoltre il 19% dichiara di aver istituito un management committee con responsabilità specifiche legate all’adattamento e alla mitigazione del cambiamento climatico, e il 44% possiede una politica di remunerazione con obiettivi legati al cambiamento climatico.
Il report – Strategy
In linea con quanto riportato lo scorso anno, il 94% delle società riconosce il cambiamento climatico come tema materiale e rilevante per la società e i suoi stakeholder, sottolinea Deloitte – Il 25% delle società analizzate ha sviluppato un’analisi di scenario utile a prevedere gli impatti evolutivi del cambiamento climatico sulla propria organizzazione (e viceversa) e che la maggior parte (67%) di tali organizzazioni dà disclosure di chiare informazioni a riguardo.
Il report – Risk Management
L’87% delle società analizzate considera i rischi e le opportunità derivanti dal cambiamento climatico nei propri processi di gestione del rischio, seppur in alcuni casi in modo generico all’interno dei rischi di natura ambientale.
Il report – Metrics & Targets
Secondo la ricerca di Deloitte il 72% del campione ha effettuato analisi di Carbon Footprint relative all’organizzazione e/o ai propri prodotti o, seppur non presenti informazioni dettagliate a riguardo, offre prodotti e servizi green e svolge relative analisi in materia ambientale. Infine, il 23% dichiara di aver identificato obiettivi quantitativi di riduzione delle emissioni GHG connessi agli Science Based Targets e un target di neutralità carbonica.