Cresce il numero degli immobili certificati che in Italia si attestano sulle classi energetiche più performanti: nel 2022 si è registrato infatti un +3,7% di quelli nella fascia A4-B, mentre specularmente si assiste a una diminuzione del 3,7% di quelli delle classi energetiche peggiori, la F e la G. A fronte di questa situazione, però, gli edifici caratterizzati da prestazioni energetiche basse sono ancora circa il 55% del totale. Sono i dati a luci e ombre che emergono dal quarto Rapporto annuale sulla certificazione energetica degli edifici, realizzato da Enea insieme al Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente, il CTI, che ha preso in considerazione 1,3 milioni di attestati di prestazione energetica su tutto il territorio nazionale, emessi dal 2022 in 17 Regioni e due Provincie autonome.
Lombardia Regione più virtuosa
Secondo il report Enea la Regione in cui è stato emesso il numero più alto di certificati è la Lombardia, che ne detiene una percentuale del 20,5%. A seguire, a una certa distanza, ci sono il Lazio con il suo 9,6% e il Veneto (8,4%).
Diminuiscono leggermente gli Ape dovuti a passaggi di proprietà, che rimangono comunque l’88% del totale, mentre crescono le riqualificazioni energetiche e le ristrutturazioni profonde, a cui si deve rispettivamente il 5,7% e il 4,1% delle certificazioni energetiche emesse nel 2022.
Nuovi strumenti e metodi di analisi
La nuova edizione del rapporto presenta tra le novità più significative il fatto che siano stati inclusi nelle rilevazioni i nuovi strumenti e metodi di analisi, che puntano a potenziare le possibilità di controllo per il certificatore.
Tra i focus del report compaiono anche quelli sul Catasto Energetico Unico regionale, sul ruolo del Portale nazionale per la Prestazione Energetica degli Edifici e delle altre applicazioni informatiche predisposte da Enea.
I vantaggi della certificazione digitale
Secondo i risultati del report la digitalizzazione delle certificazioni si dimostra particolarmente utile per individuare le aree con maggiore necessità di intervento e per mettere a disposizione dei cittadini informazioni più complete.
Tra le novità dell’edizione 2023 c’è infine anche la somministrazione di un sondaggio a 80 tra associazioni, consorzi e ordini professionali, che hanno così potuto esprimere le loro considerazioni sul sistema di certificazione energetica nazionale e sulla revisione in ballo a seguito della direttiva EPBD sulla prestazione energetica degli edifici.
L’urgenza degli interventi
“Il significativo aumento dei costi energetici e la crisi climatica in atto rappresentano problematiche sempre più stringenti che rendono ancora più necessari gli interventi per il miglioramento energetico degli edifici, spiega Gilberto Dialuce, presidente di Enea.
“In questo contesto – prosegue – il Rapporto rappresenta un ulteriore sforzo congiunto di Enea e CTI per migliorare la qualità del quadro d’insieme del patrimonio immobiliare privato e pubblico, anche alla luce delle decisioni sulla nuova Direttiva EPBD che a breve verranno prese in sede Ue. Una sinergia indispensabile anche per la definizione delle strategie di intervento nel settore a livello nazionale e territoriale, e per un orientamento più mirato e stabile nel tempo degli investimenti necessari e dei relativi sistemi di incentivazione”.
Il supporto a transizione energetica e dacarbonizzazione
“La nuova edizione del Rapporto vuole rappresentare uno strumento di lavoro sempre aggiornato e in continua evoluzione per supportare chi deve o vuole definire strategie, misure e azioni sul parco edilizio nazionale in linea con gli sfidanti obiettivi che ci impongono la transizione energetica e la decarbonizzazione – aggiunge Cesare Boffa, presidente del CTI – Questo nuovo capitolo della collaborazione tra Enea e CTI mette in luce il processo di miglioramento continuo delle informazioni che possono essere raccolte, analizzate e trasmesse alla Pubblica Amministrazione e agli operatori interessati”.