Perché è importante misurare il Capitale Naturale
Da tempo il PIL è in discussione. Inteso come “unità di misura” per valutare lo sviluppo e la capacità di crescita di una economia il Prodotto Interno Lordo è “accusato” di rappresentare solo una parte della realtà e di non avere la consistenza per dare la misura di asset, patrimoni e valori che si esprimono magari solo in modo indiretto in termini economici. Restano escluse dal PIL quelle componenti che sono sempre più importanti, non solo per quanto attiene la componente di specifica valorizzazione ambientale, ma per gli effetti ormai inequivocabilmente chiari che possono esprimere in termini di opportunità o di minaccia alla crescita. Non si può non pensare agli effetti legati alla presenza di industrie con un forte impatto ambientale per certi territori e alle conseguenze del climate change per quegli stessi territori.
Se per tante istituzioni e per tutte le realtà che guardano alle prospettive ESG la necessità della valorizzazione ambientale è ormai centrale, resta però da stabilire una metrica standard comune e condivisa, sulla quale far convergere la comunità internazionale per poter avere a tutti gli effetti quello che viene definito come Natural Capital Accounting. Un passaggio assolutamente fondamentale che deve permettere di misurare in modo molto concreto i vantaggi di determinate azioni ambientali, ma anche il vero prezzo economico-ambientale che si sta pagando a fronte di determinate scelte industriali o organizzative. Il Natural Capital Accounting dovrà permettere di comprendere in modo chiaro ad esempio come situazioni di PIL in grande crescita a costi altissimi dal punto di vista del consumo di risorse non sia più da interpretare come una produzione di valore o di ricchezza, ma al contrario, come un “tassello” di una realtà assai più complessa che deve comprendere e valorizzare anche il consumo o lo spreco di risorse. Una lettura – anche contabile – e in prospettiva dalla quale magari emerge che più che a una creazione di valore ci si trova davanti a impoverimento ambientale e sociale che può e deve essere misurabile anche in termini economici.
Il Natural Capital Accounting and Valuation of Ecosystem Services
Per poter valorizzare questa dimensione e per poter valutare compiutamente il Capitale Naturale in termini di “contabilità” la United Nations Statistics Division, la United Nations Environment Programme, il Secretariat of the Convention on Biological Diversity, con il supporto dell’Unione Europea hanno lanciato un progetto “Natural Capital Accounting and Valuation of Ecosystem Services” (NCAVES).
Il progetto è finanziato dall’Unione Europea attraverso il Partnership Instrument (PI) e punta a dare vita a un environmental-economic accounting, con l’obiettivo di valorizzare i servizi che arrivano dagli ecosistemi ambientali e che possono e devono essere controllati con un nuovo modello di accounting. Il progetto inizia con una fase pilota gestita da SEEA Ecosystem Accounting (SEEA EA) con l’obiettivo di definire delle “unità di misura” per il valore degli ecosistemi ambientali e per i servizi che vengono realizzati e prodotti grazie agli asset ambientali. Il progetto vuole creare le condizioni per una reale integrazione e valorizzazione della biodiversità e degli ecosistemi a tutti i livelli, anche a livello (sub) nazionale, permettendo di arrivare anche alla pianificazione e alla attuazione di apposite politiche di valorizzazione di servizi. Un altro punto chiave del progetto riguarda la possibilità di contribuire allo sviluppo di una nuova metodologia che sia effettivamente condivisa e concordata a livello internazionale e creare le condizioni affinché possa essere utilizzata all’interno dei paesi partner.