L’ANALISI

Biodiversità e rischi finanziari, la soluzione è nell’engagement



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Cecilia Fryklöf, head of Active ownership di Nordea asset management: “Comprendere e quantificare il  potenziale impatto è fondamentale per prendere decisioni più informate mitigando i rischi e identificando nuove eventuali opportunità”

Pubblicato il 22 mag 2024



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“Il deterioramento della biodiversità può comportare rischi finanziari significativi per gli investitori, in particolare quelli con un’allocazione esposta a un gran numero di settori e aree geografiche. Comprendere e quantificare questo potenziale impatto è fondamentale per effettuare decisioni più informate mitigando i rischi e identificando nuove eventuali opportunità”.

A sostenerlo è Cecilia Fryklöf, head of Active ownership di Nordea asset management, che spiega come per Nordea la biodiversità sia da molti anni una delle tematiche Esg di maggiore interesse. “Ciò si riflette anche nei nostri processi di investimento che considerano i potenziali impatti negativi sulla biodiversità – prosegue – Questa analisi è stata ulteriormente perfezionata a seguito dell’introduzione del regolamento relativo all’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari (Sfdr). Uno degli indicatori dei ‘Principali Impatti Negativi’ identificati dalla normativa che gli investitori sono tenuti a comunicare riguarda proprio le attività che incidono negativamente sulle aree sensibili alla biodiversità”.

L’importanza dell’egagement

Fryklöf sottolinea il fatto che per svolgere questa analisi Nordea si serve di un modello di monitoraggio sviluppato internamente che è utile a identificare le aziende esposte al rischio legato alla biodiversità e che potrebbero quindi richiedere ulteriori analisi e a valutare potenziali azioni di collaborazione. “Sebbene questo possa comportare nel peggiore dei casi l’esclusione di una determinata società – spiega – nella maggior parte dei casi riguarda l’avvio di un programma di engagement. Proprio l’engagement rappresenta per noi uno dei pilastri del nostro approccio alla sostenibilità volto a incoraggiare le aziende o i governi a migliorare le pratiche ambientali, sociali e di governance”.

Alcuni esempi di engagement

Tra le attività di engagement di cui Nordea è stata protagonista lo scorso anno Cecilia Fryklöf cita quelle che hanno riguardato il settore dell’acquacoltura per promuovere la definizione e l’attuazione di tabelle di marcia a sostegno della tutela della biodiversità, oltre che per definire su base scientifica obiettivi per mitigare il rischio climatico e ambientale. “Questi target – argomenta – si riferiscono direttamente a quei fattori aziendali che influenzano e impattano la perdita di biodiversità, delineando contemporaneamente per l’azienda una strategia quantificabile e attuabile da poter mettere in atto. I nostri sforzi iniziali di engagement hanno finora coinvolto 11 società partecipate nel settore dell’acquacoltura”.

Altro settore citato da Nordea come esempio di engagement è quello chimico: “Nel 2022 abbiamo avviato un dialogo intenso con i produttori, distributori e consumatori di sostanze chimiche note come Pfas, spesso indicati come ‘sostanze chimiche permanenti’, che non sono biodegradabili e lasciano tracce permanenti nella natura, negli animali e negli esseri umani. Il nostro engagement su questa tematica ha inizialmente riguardato 18 aziende partecipate in diversi settori”.

Altre attività di engagement sono state svolte anche verso entità governative, come nel caso dell’Investor Policy Dialogue on Deforestation. “L’Ipdd è stata istituita nel 2020 come sforzo collaborativo per avviare e coordinare un dialogo di politica pubblica per arrestare la deforestazione in paesi specifici come il Brasile e l’Indonesia – spiega Fryklöf – Durante il programma di engagement, tuttora in atto, il nostro gruppo di lavoro ha incontrato varie autorità governative e dei mercati finanziari per promuovere una buona governance sociale e ambientale e ridurre i rischi finanziari derivanti dalla deforestazione e dal degrado del suolo”.

I numeri dei rischi per la biodiversità

Secondo una ricerca del World Economic Forum, più della metà del Pil mondiale, pari a circa 44 trilioni di dollari di valore economico, dipende dalla natura e dal suo ecosistema. “Il deterioramento della biodiversità rappresenta perciò un rischio sistemico e una delle maggiori sfide su scala globale del nostro tempo – sottolinea Fryklöf – Questa erosione sta avvenendo a un ritmo senza precedenti nella storia dell’umanità causando la perdita irreversibile di specie vegetali e animali vitali, di habitat e di raccolti.

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