Un Paese come la Germania sta avanzando a passi spediti verso le fonti rinnovabili, mentre l’Italia fa ancora fatica, a causa anche degli ostacoli normativi. Queste le principali riflessioni che Valerio Natalizia, amministratore delegato di SMA Italia, che ha messo in evidenza come il Governo di Berlino abbia deciso di innalzare la sua capacità fotovoltaica da 50 GW a 100 GW entro il 2030, puntando a raggiungere il 65% di fonti rinnovabili elettriche. L’obiettivo è promuovere il fotovoltaico nelle sue diverse forme, ovvero sulle applicazioni residenziali e commerciali, ma anche sui grandi impianti, attraverso aste dedicate alle quali potranno partecipare anche progetti di agro-fotovoltaico e fotovoltaico galleggiante. La nuova normativa tedesca, inoltre, riconosce per la prima volta l’obiettivo della neutralità dei gas a effetto serra entro il 2050 (nel solo settore elettrico), ponendosi sul solco delle più recenti decisioni stabilite a livello europeo: lo scorso 11 dicembre, infatti, i capi di Stato e di governo dell’Unione europea hanno concordato di ridurre le emissioni di CO2 nei Paesi dell’UE almeno del 55% entro il 2030, rispetto all’obiettivo precedente che era del 40%.
L’Italia, invece, appare in difficoltà, soprattutto sul fotovoltaico: nel 2020 le nuove installazioni annue resteranno al di sotto di 1 GW di potenza; in confronto, nel 2020 la Germania ha installato 4,8 GW, la Spagna 2,6, i Paesi Bassi 2,4 e la Polonia 2,2. Con conseguenze importanti anche da un punto di vista economico: ” Il fotovoltaico, infatti, è promettente anche per quanto riguarda i risvolti occupazionali: secondo Confindustria Energia, in Italia tra il 2018 e il 2030 la progettazione, la costruzione e l’installazione in questo settore genereranno un’occupazione temporanea media di circa 135.000 unità di lavoro annue dirette, indirette e indotte, una previsione importante, da non disattendere”, ha evidenziato Natalizia.
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