“Abbiamo l’ambizione di costruire la banca per il futuro dell’Europa, con la clientela al centro di ogni nostra attività. Perché la banca ha uno scopo sociale ben definito, quello di sostenere e rafforzare gli individui, le imprese e le comunità, aiutando quindi le persone a vivere la vita che vogliono vivere. Per non perdere di vista questo obiettivo e per affrontare le sfide che ci pone abbiamo in essere una serie di progetti, sia sul versante sociale sia su quello economico: dall’inclusione lavorativa e dall’empowerment femminile all’inclusione finanziaria, dall’attenzione a diffondere le competenze di base fino alle skill imprenditoriali per i giovani coinvolti nei nostri programmi di scuola alternanza lavoro. Per arrivare al supporto alle imprese – di qualunque dimensione – nel loro percorso verso la transizione ecologica. Più in generale, puntiamo a mantenere il nostro ruolo di primo piano nel campo della finanza sostenibile, indirizzando la riallocazione del capitale verso attività economiche che generano un impatto positivo sulla società”. A parlare è Daniele Cesaro, appena nominato Head of Esg Italy di UniCredit, che a Esg360 ha rilasciato la sua prima intervista nel nuovo ruolo, delineando lo stato dell’arte e le prospettive della banca nel campo dell’environment, social & governance.
Dottor Cesaro, in termini di strategie, quali sono gli obiettivi che UniCredit si pone per l’Italia in ambito Esg a medio e lungo termine?
Il nostro obiettivo è di accompagnare i clienti nei processi di cambiamento sociale e verso la transizione verde, grazie a una strategia di sostenibilità a lungo termine, per fornire alle comunità, come recita il nostro purpose, le leve per il progresso. Questo impegno passa dall’integrazione dei fattori Esg nel nostro approccio di gestione del business: lo scopo delle banche, infatti non è semplicemente l’erogazione di finanziamenti, ma aiutare le comunità a progredire, contribuendo a costruire una società più equa e sostenibile.
Siamo consapevoli che – come sottolineato dal World Economic Forum – il cambiamento climatico sia il problema chiave del 21esimo secolo, e a questo dedichiamo la massima attenzione. Abbiamo rafforzato le nostre policy su carbone, petrolio e gas, abbiamo aderito alla Net-Zero Banking Alliance, con l’obiettivo di azzerare le emissioni dirette entro il 2030 e quelle indirette entro il 2050. Siamo inoltre l’unico gruppo finanziario ad aver aderito alla Ceo Alliance Initiative, un club di multinazionali che si prefigge di dare corso a progetti su larga scala per creare un impatto nel percorso di decarbonizzazione.
Anche per centrare questi obiettivi nel 2021 UniCredit ha costituito la Direzione Esg Italy, con l’obiettivo di finanziare il cambiamento connesso alla transizione energetica e allocare i capitali verso le attività economiche che generano un impatto positivo per la società e per le comunità in cui siamo presenti, portando le nostre competenze e le nostre capacità direttamente sulla rete commerciale.
UniCredit supporta da sempre le comunità globali e locali in cui opera e ha fatto di questo sostegno il cuore del piano industriale 2022-24, definendo obiettivi di flussi di finanziamenti e investimenti ESG pari in tutto a 150 miliardi di euro.
Quali obiettivi potete dire di aver già centrato?
Inizierei dal fatto che siamo leader di mercato nella finanza sostenibile, e ci poniamo l’obiettivo di rimanere stabilmente nella top five a livello Emea dei green bond e dei prestiti Esg-linked. Abbiamo inoltre lanciato un piano d’azione specifico e una task force dedicata a supporto delle 6 mission del Pnrr, e siamo impegnati a sostenere i nostri clienti verso modelli di business più green e inclusivi. Inoltre, offriamo prodotti e servizi Esg, dalle gestioni patrimoniali alla consulenza dedicata, prestiti per efficientamento energetico e prodotti di investimento sostenibili. Senza tralasciare il microcredito e le attività di Social Impact Banking, e finanziamenti incentrati su obiettivi Esg, come Finanziamento Futuro Sostenibile e Minibond, solo per fare un paio di esempi. Alle iniziative filantropiche e alla finanza d’impresa abbiamo dedicato più di 40 milioni di euro, con percorsi di formazione per 100mila giovani, sostegno alle categorie sociali più fragili e a rischio di esclusione finanziaria. Con queste attività abbiamo raggiunto complessivamente 1,9 milioni di persone tra beneficiari diretti e indiretti.
E’ un impegno che ci ha consentito di classificarci al primo posto in Italia e al secondo su scala globale nella classifica del 2022 delle Aziende più Sostenibili al Mondo di Corporate Knights.
E quali sono i prossimi obiettivi che avete in programma di raggiungere in ambito Esg?
La nostra volontà è quella di dare l’esempio e diminuire il nostro impatto ambientale. Nel nuovo piano strategico 2022-2024, UniCredit Unlocked, abbiamo fissato il target di 150 miliardi di euro in nuovi volumi totali Esg tra prestiti ambientali, prodotti di investimento Esg, obbligazioni sostenibili e prestiti sociali. In precedenza, dal 2008 al 2020, abbiamo ridotto di oltre il 60% le emissioni di gas serra con l’obiettivo di raggiungere l’obiettivo “zero emissioni” entro il 2030, mentre entro il 2050 vogliamo raggiungere lo stesso risultato anche per le emissioni finanziate. Infine, entro il 2023 tutte le nostre sedi in Italia, Germania e Austria saranno alimentate da fonti rinnovabili: un obiettivo già raggiunto per Italia e Germania, e che presto centreremo anche per l’Austria.
Come nasce e come si è sviluppata nel tempo l’attenzione di UniCredit ai temi della sostenibilità?
La sostenibilità per noi non è una novità. Il nostro percorso è iniziato nel 2000, con il nostro primo Bilancio Sociale e Ambientale. Poi nel 2007 il primo bilancio di sostenibilità, nel 2014 il primo bilancio integrato e nel 2017 la creazione della Social impact banking. Questo percorso graduale ma costante ci ha consentito di integrare tutti i fattori Esg nella governance, nella strategia, nella gestione del rischio, nelle metriche e negli obiettivi. Ad esempio, UniCredit è l’unica banca italiana e uno dei pochi gruppi in Europa ad avere un Comitato Esg dedicato nel proprio Consiglio di amministrazione, costituito ad aprile 2021, e che sovrintende a tutte le attività in questo campo.
Come potremmo sintetizzare il vostro impegno nel campo della diversity?
Siamo impegnati in questo campo da più di 10 anni, per creare un ambiente di lavoro con pari opportunità, dove persone di ogni età, genere e background culturale siano coinvolte nel processo decisionale. Il percorso è partito nel 2009, mentre nel 2013 è stata rilasciata la global policy per l’uguaglianza di genere e nel 2018 è stata istituita la figura del Group Diversity and Inclusion Manager, che riporta direttamente all’amministratore delegato. Siamo inoltre impegnati a raddoppiare entro il 2022 la percentuale di donne che occupano ruoli manageriali, e per questo abbiamo aderito alla UK Women in Finance Charter. Quanto, infine, al gender pay gap, investiremo 100 milioni di euro per garantire parità di retribuzione a parità di ruolo. Tutte queste attività ci hanno consentito di ottenere diversi riconoscimenti a livello internazionale.
Come è organizzato il suo team?
Il team ha essenzialmente tre anime: la Business Development & Strategy Implementation, che declina i fattori Esg nei nostri prodotti, la Network Engagement and Education, che supporta la rete nella sua azione commerciale, e la Financial Education & Voluntary Work (Banking Academy) che contribuisce a diffondere la cultura Esg nelle nostre comunità. Questo modello organizzativo ci consente di veicolare il nostro messaggio in tre direzioni. Innanzitutto all’interno della banca, per riuscire a favorire l’implementazione di iniziative commerciali e lo sviluppo di nuovi prodotti. Per questo ci sono anche figure dedicate, gli Esg Expert, che si propongono come punti di riferimento a supporto del business. Ci rivolgiamo poi ai nostri clienti, affiancandoli e proponendoci come partner nel loro percorso verso la sostenibilità. E infine tengo molto a sottolineare l’importanza del rapporto con le comunità locali, ad esempio attraverso i nostri programmi di educazione finanziaria.
Che metodo avete scelto per misurare le performance e quali sono i vostri standard di riferimento?
Il nostro approccio è ispirato ai principi Icma, con Principle Green, Social Loan e Bond basati su best practice e standard riconosciuti. Utilizziamo in sostanza metriche per le nostre performance nell’ambito della sostenibilità che sono coerenti con i principi e le linee guida dell’Unione Europa e che si evolvono di pari passo con la tassonomia ufficiale dell’UE.
Nell’approccio con i clienti crediamo sia sempre più importante un approccio data-driven, area su cui investiamo e che continueremo a sviluppare. Ma per poter utilizzare al meglio i dati adottiamo modelli di servizio specifici dedicati ai diversi segmenti di clientela, basandoci su standard internazionali come Icma ed Lma. Approccio data-driven, conoscenza approfondita dei bisogni dei clienti e riferimento a standard riconosciuti ci aiuteranno a sostenere l’evoluzione dei nostri clienti sia in chiave Esg, sia in termini di innovazione e digitalizzazione, tutti aspetti fondamentali per supportare i nostri clienti che saranno coinvolti dalle attività previste dal Pnrr.
Quanto all’impatto sociale, abbiamo adottato la “Teoria del Cambiamento”: una metodologia specifica applicata nell’ambito del sociale, per pianificare e valutare le attività che promuovono il cambiamento sociale attraverso la partecipazione e il coinvolgimento. Anche grazie a questo approccio Standard Ethics ha riconosciuto il nostro impegno annoverando UniCredit fra le cinque società italiane più sostenibili, conferendoci un rating EE+.
Quanto contano i sustainable development goals nella vostra attività e nelle scelte di ogni giorno?
Sosteniamo con convinzione l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, che promuove pratiche sostenibili in tutti i settori. Mi pare evidente che un maggiore livello di benessere e di prosperità del territorio influisca positivamente anche sull’attività aziendale, e che lo sviluppo delle comunità sia una precondizione per la crescita: aiutare a sviluppare le comunità in cui operiamo è un caposaldo della nostra missione di banca.
Ci vuole raccontare di un’iniziativa specifica in corso di realizzazione o che avete in programma nel campo della sostenibilità?
Vorrei soffermarmi su un paio. A partire dal nostro impegno di diventare completamente “plastic free” entro il 2023. Per centrare l’obiettivo stiamo distribuendo in tutto il Gruppo bottiglie in metallo riutilizzabili, mentre bottiglie e le stoviglie di plastica sono state eliminate dalle aree break e dalle mense, con l’impegno di fare a meno di tutti i prodotti in plastica monouso dalle nostre sedi entro il 2023. Un’altra attività concreta è la riduzione dell’uso della carta, con il programma “Paperless Italia”. Dal 2017 siamo stati impegnati nella scansione e nella conservazione digitale di circa 31 milioni di documenti. E nel 2020 il 98% circa della carta da ufficio utilizzata dal Gruppo ha una etichetta ambientale. L’80% è certificata Forest Stewardship Council (FSC) o Programme for the Endorsement of Forest Certification (PEFC).
Che feedback state ricevendo in azienda e da clienti e partner su questo vostro impegno?
Internamente c’è tanta curiosità. Perché se da una parte quando parliamo di sostenibilità siamo tutti d’accordo, dall’altra anche i singoli dipendenti si sentono coinvolti e portano nella loro attività questa attenzione ai bisogni del pianeta, che non possono non coincidere con i bisogni di ognuno di noi. Con i clienti e con i partner ciò che dà più soddisfazione è il fatto che si tratta di un rapporto che funziona in entrambe le direzioni: noi mettiamo a disposizione le nostre capacità e le nostre competenze, mentre spesso clienti e partner mettono a nostra disposizione il loro esempio e le loro best practice. D’altra parte, siamo tutti impegnati nello stesso viaggio, stiamo andando tutti nella stessa direzione, quella di salvaguardare il pianeta per il bene delle generazioni future.
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