UE

Europa e Esg, ecco le ultime iniziative per la sostenibilità

Si moltiplicano le iniziative dell’Ue in ambito Esg, ecco una rassegna degli ultimi progetti messi in campo da Bruxelles. Da “Scale-Up” per sostenere le startup in crescita alle ultime novità sul progetto EuroFusion, dall’intesa con gli Usa sui cambiamenti climatici alla nuova relazione sulla coesione ecco gli spunti che arrivano dalle analisi pubblicate su EsgData 

Pubblicato il 16 Feb 2022

europa

Man mano che la sostenibilità in tutte le sue declinazioni – ambientale, economica e sociale – si conquista una posizione di primo piano nelle strategie delle istituzioni e nei business plan delle aziende, anche l’Europa è impegnata ad accompagnare questa transizione con l’obiettivo di dare un contributo caratterizzante per un futuro più “green” e rispettoso dell’ambiente e delle persone.

Si tratta di una strategia fatta di misure economiche e di sensibilizzazione, che rappresenta nella maggior parte dei casi il terreno comune su cui poi trovano spazio le singole iniziative dell’Unione europea, o più in generale di quelle nate all’interno della cornice del Vecchio Continente anche se non direttamente riconducibili alla Commissione Ue, passando così dagli interventi normativi agli incentivi e ai finanziamenti messi a disposizione degli stati membri.

Guardando alle iniziative europee passate in rassegna da EsgData e che hanno caratterizzato la scorsa settimana, balzano agli occhi una serie di progetti e programmi indirizzati proprio alla sensibilizzazione delle aziende e dei cittadini sui principi dell’ESG.

La Bei e l’iniziativa paneuropea “Scale-Up”

Si potrebbe partire, ad esempio, dalla decisione del gruppo Bei, di cui fanno parte la Banca Europea degli Investimenti e il fondo europeo per gli investimenti, di sostenere l’iniziativa paneuropea “Scale-Up” per promuovere i campioni della tecnologia.

L’iniziativa, lanciata dagli Stati membri durante il vertice che si è tenuto l’8 febbraio a Parigi sotto la presidenza del Consiglio Europeo, ha l’obiettivo di fornire finanziamenti alle aziende hi-tech in uno dei momenti più delicati del loro sviluppo, quello del “salto dimensionale” da startup a impresa più grande e strutturata. Un passaggio per il quale è spesso difficile trovare i finanziamenti per la carenza di fondi europei specializzati. La soluzione individuata dagli Stati Ue è quella di dare mandato a Gruppo Bei di gestire la European tech champions initiative e di governare un apposito fondo di fondi multi-investitore per sviluppare un ecosistema europeo e non costringere le startup in crescita a guardare per forza di cose a un sostegno che venga da fuori dall’Unione.

A questo scopo, il gruppo Bei destinerà in una prima fase fino a 500 milioni di euro di risorse aggregate. Il presidente della Banca Europea per gli investimenti, Werne Hoyer, ha ricordato come esempio la grande espansione del mercato europeo dei venture capital e il contribuito di Bei a questo risultato: “Ora dobbiamo fare lo stesso sforzo per aiutare le imprese innovative a crescere oltre la fase di startup. Utilizzeremo le nostre competenze per creare un ecosistema in cui i finanziamenti del Gruppo Bei possano coinvolgere altri fondi pubblici e privati e fornire alle imprese europee le risorse necessarie per far crescere le loro attività”.

“L’innovazione – aggiunge Alain Godard, direttore generale del Fei – è la caratteristica chiave delle transizioni verdi e digitali, e le nuove tecnologie fanno parte di questo focus sull’innovazione. Il Fei è stato in prima linea nel finanziamento delle Pmi europee e dei mercati del capitale di rischio fin dalla sua fondazione nel 1994. Siamo ansiosi di svolgere il nostro ruolo in questa fondamentale iniziativa di scale-up”.

Energia sicura e sostenibile: primi successi per il progetto Eurofusion

Garantire energia sicura, sostenibile e a bassa emissione di Co2: sono questi gli obiettivi del progetto Eurofusion, consorzio europeo per lo sviluppo della fusione nucleare, che ha recentemente stabilito un record presso l’impianto di Culham (Uk), dove ha sede l’impianto europeo Jet, Joint european torus, e dove sono stati prodotti 59 megajoules di energia. Il risultato, che raddoppia i numeri del record precedente del 1997, è stato reso possibile dalla campagna sperimentale di Eurofusion, per affrontare con efficacia gli effetti del cambiamento climatico attraverso la decarbonizzazione della produzione di energia e combattere la crisi energetica globale.

Parla del “raggiungimento di un obiettivo estremamente importante”, di un “Passo cruciale verso la produzione in futuro di energia abbondante ed eco-sostenibile” Maria Chiara Carrozza, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche: “Il record di 59 megajoule di energia da fusione ottenuto su Jet è un successo tutto europeo, un risultato chiave che dà forza a Iter e alla Roadmap europea sulla fusione”.

Clima, ambiente e biodiversità: più collaborazione tra Europa e Stati Uniti

Mantenendo l’attenzione sulla sostenibilità ambientale, è importante sottolineare che l’Europa è impegnata non soltanto all’interno dei propri confini, come dimostra la recente intesa sulla cooperazione ambientale Ue-Usa raggiunta dal commissario per l’Ambiente, gli oceani e la pesca Virginijus Sinkevičius, durante al sua visita negli Usa del 4 febbraio. Si è trattato di un incontro preparatorio in vista di quelli multilaterali che stanno per partire sotto l’ombrello del Green deal: dall’azione per il clima alla deforestazione, dalla protezione e dal ripristino della biodiversità all’economia circolare, passando per materiali critici e batterie, economia blu sostenibile, governance internazionale degli oceani, inquinamento da plastica e transizione verde.

“Nessuno di noi può permettersi di ignorare la triplice crisi del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento. E nessuno di noi può affrontarla da solo. Come due grandi economie globali, l’UE e gli USA devono lavorare ancora più vicini per trasformare il modo in cui gestiamo le nostre economie e fissare standard sociali e ambientali elevati per migliorare la vita e la salute delle persone attraverso l’Atlantico. Insieme, l’UE e gli Stati Uniti saranno forti sostenitori sulla scena internazionale per passare a un’economia circolare, mettendo la natura su un percorso di recupero, decarbonizzando le nostre economie e combattendo contro l’inquinamento da plastica”.

La politica di coesione per la sostenibilità sociale

In questa sintetica carrellata non poteva mancare un riferimento alla sostenibilità sociale, dal momento che la Commissione Ue ha pubblicato proprio nei giorni scorsi, per l’esattezza il 9 febbraio, l’ottava relazione sulla coesione. Dal documento emerge che grazie al finanziamento della coesione, il PIL pro capite delle regioni meno sviluppate dovrebbe aumentare entro il 2023 fino al 5%, mentre i nuovi programmi della politica di coesione 2021-2027 continueranno a investire nelle regioni e nelle persone. La commissione sottolinea inoltre il fatto che nonostante le regioni meno sviluppate dell’Europa orientale stiano recuperando il ritardo con il resto dell’UE dal 2001 e la convergenza tra gli Stati membri sia accelerata, le disparità regionali interne sono aumentate, a causa soprattutto della mancanza di investimenti nella R&S e delle carenze negli ecosistemi dell’innovazione delle regioni meno sviluppate. Senza considerare che il rischio di diseguaglianze si è ulteriormente amplificato con l’emergenza causata dalla pandemia.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 4