“È una semplificazione che non vuole essere una deregolamentazione”. Il messaggio che più viene stressato nel momento in cui arriva il giorno del Pacchetto Omnibus con le proposte per riformare la gestione della sostenibilità da parte delle aziende con le misure volte ad alleggerire (per facilitare la loro applicazione) i settori della rendicontazione finanziaria di sostenibilità (CSRD), gli impegni per la due diligence relativa alla sostenibilità, l’adeguamento alla tassonomia UE, le azioni previste dal meccanismo CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism), la semplificazione della CSDDD e una serie di altre forme di semplificazione relative ai programmi di investimento.
Il Pacchetto Omnibus UE arriva sull’onda di numerose richieste da parte di governi, confederazioni industriali, rappresentanti del mondo del business. Si stima che questa semplificazione possa generare un risparmio di costi pari a 6,3 Miliardi di Euro, ma che nello stesso tempo possa facilitare lo sviluppo di progettualità, meno “ingessate” a causa dell’adeguamento normativo.
I punti chiave del Pacchetto Omnibus UE si concentrano sulla riduzione della complessità normativa in particolare con lo sguardo a quattro normative di sostenibilità UE: CSRD, UE TR o Taxonomy UE, CSDDD o CS3D, CBAM.
(I documenti ufficiali relativi al Pacchetto Omnibus della Commissione Europea sono disponibili QUI e QUI n.d.r.)
Pacchetto Omnibus: CSRD, cosa cambia in estrema sintesi?
La CSRD è nata allo scopo di standardizzare la rendicontazione della sostenibilità aziendale con la richiesta alle aziende di predisporre una rendicontazione basata sulla Doppia materialità, ovvero di divulgare sia l’impatto dei fattori di sostenibilità sul loro business sia il loro impatto sull’ambiente e sulla società
Il cambiamento più importante riguarda la riduzione dell’ambito di applicazione
Originariamente la CSRD si doveva applicare ad aziende con più di 250 dipendenti, in futuro si applicherà ad aziende con più di 1.000 dipendenti.
Il Pacchetto Omnibus UE rimuove da questo adempimento oltre l’80% delle aziende dall’ambito.
Gli standard ESG specifici per settore vengono eliminati. Non ci sono più regole di rendicontazione specifiche o su misura per le industrie
Per molti attori la rendicontazione è posticipata di altri 2 anni
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Pacchetto Omnibus: Taxonomy UE, cosa cambia in estrema sintesi?
Relativamente al Regolamento sulla Tassonomia Europea (EU TR) va ricordato che si tratta di una normativa pensata per regolamentare e definire quali attività economiche sono considerate ambientalmente sostenibili allo scopo di guidare le decisioni di investimento e allineare i flussi finanziari con gli obiettivi climatici dell’UE.
I cambiamenti a livello di Tassonomia sono i seguenti
Il Pacchetto Omnibus prevede emendamenti alla CSRD riguardanti la rendicontazione della Tassonomia come deroga all’Articolo 8 del Regolamento sulla Tassonomia. Nello stesso tempo la Commissione propone emendamenti alle Disclosures sulla Tassonomia e agli Atti Delegati sul Clima e l’Ambiente.
Per le aziende con più di 1.000 dipendenti che rientreranno nell’ambito della CSRD come ridefinito dal Pacchetto Omnibus (con un fatturato netto fino a 450 milioni), l’intervento propone una rendicontazione volontaria della Tassonomia.
Questa proposta riduce il numero di imprese obbligate a riportare il loro allineamento alla Tassonomia.
Le aziende già attive, ma allineate solo in parte ai requisiti della Tassonomia UE, potranno scegliere di riportare volontariamente il loro allineamento parziale alla Tassonomia. Questo consente a queste realtà di dimostrare i loro risultati e i progressi verso un allineamento completo e di vedere riconosciuto in ogni caso il loro impegno verso la sostenibilità.
La Commissione sta inoltre pubblicando per consultazione proposte di emendamenti all’Atto Delegato sulle Disclosures della Tassonomia e agli Atti Delegati sul Clima e l’Ambiente con i quali si dovrebbe raggiungere una semplificazione di quali il 70% a livello di punti dati relativi ai modelli di rendicontazione.
Viene poi prevista una esenzione dalla valutazione dell’idoneità e dell’allineamento alla Tassonomia per le attività economiche che non sono finanziariamente rilevanti per il loro business (ad esempio, quelle che non superano il 10% del loro fatturato totale, delle spese in conto capitale o del totale degli attivi).
Pacchetto Omnibus: CSDDD, cosa cambia in estrema sintesi?
La Corporate Sustainability Due Diligence Directive CSDDD o CS3D è stata predisposta per obbligare le aziende a identificare, prevenire e mitigare gli impatti negativi ambientali e sui diritti umani per le operations nell’ambito delle supply chain.
Il Pacchetto Omnibus UE di fatto prospetta una Due Diligence indebolita con questi interventi:
Le valutazioni relative ai fattori di rischio si applicano solo ai fornitori diretti.
La periodicità richiesta per il monitoraggio viene drasticamente ridotta da una volta all’anno a una volta ogni cinque anni
Non c’è più nessun obbligo di porre termine ai contratti con i fornitori che non sono conformi alla normativa
Viene rimossa la responsabilità civile nel caso di inadempienze, ovvero le aziende non saranno soggette a sanzioni
Una volta definito un target, questo vale per tutti e gli stati membri non possono stabilire leggi di due diligence più severe
L’applicazione della normative inoltre viene posticipata fino al 2028
Pacchetto Omnibus: CBAM, cosa cambia in estrema sintesi?
Per quanto riguarda la Carbon Border Adjustment Mechanism o CBAM, cambia la soglia annuale cumulativa che porterà a una esenzione dagli obblighi CBAM vicina al 90%, che corrisponde a oltre 180mila importatori. Resta l’obiettivo generale del meccanismo, con l’obiettivo di coprire più del 99% delle emissioni totali delle importazioni nell’ambito dei settori Hard to Abate su cui si focalizza il CBAM ovvero mondo siderurgico con ferro, acciaio e alluminio, produzione di cemento, mondo dei fertilizzanti. Per gli importatori soggetti alla CBAM è prevista una semplificazione nelle procedure di calcolo delle emissioni, nelle autorizzazione dei dichiaranti, nei requisiti di rendicontazione e nella responsabilità finanziaria.
Questi emendamenti puntano a semplificare l’applicazione del meccanismo CBAM. Si riduce drasticamente il numero delle aziende interessate con “piccoli” valori di emissioni incorporate nei prodotti per mantenere, con le grandi aziende comunque il 99% delle emissioni di CO2. Si tratta di semplificazioni che riguardano primariamente gli oneri amministrativi per le PMI e per gli importatori occasionali. Si prevede poi una revisione del CBAM che permetta di valutare una potenziale estensione ad altri settori ETS.