Arriva lo standard GRI 101: Biodiversity 2024
In un’epoca in cui la natura è sottoposta a pressioni senza precedenti, con le attività umane che spingono un milione di specie animali e vegetali sull’orlo dell’estinzione, la Global Reporting Initiative (GRI) ha pubblicato un importante aggiornamento del suo Standard sulla Biodiversità.
Mentre ci avviciniamo all’ottenimento di una Legge sulla Restaurazione della Natura nell’UE che punta a un ripristino degli ecosistemi naturali come strumento per rallentare la continua perdita di biodiversità, lo standard GRI 101: Biodiversity 2024 aggiorna, amplia e sostituisce il GRI 304: Biodiversity 2016, fornendo alle organizzazioni di tutto il mondo un punto di riferimento per divulgare in modo trasparente i loro impatti sulla biodiversità attraverso le operazioni e le catene del valore.
Lo standard è perfettamente allineato alle principali iniziative globali nel campo della biodiversità come gli obiettivi e i traguardi del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework (GBF) delle Nazioni Unite, il Science Based Target Network (SBTN) e, in particolare, la Task Force on Nature-lated Financial Disclosures (TNFD). Che tra l’altro a settembre 2023 ha pubblicato le raccomandazioni in materia di reporting aziendale sulle questioni legate alla natura e a distanza di quattro mesi ha già raccolto le adesioni di oltre 300 organizzazioni.
Il nuovo Standard sulla Biodiversità della GRI può essere scaricato gratuitamente, mentre entrerà formalmente in vigore per la rendicontazione dal 1° gennaio 2026. Mentre le organizzazioni si preparano ad abbracciare il GRI 101: Biodiversity 2024, la prossima fase pilota di due anni con gli early adopter fornirà preziose informazioni e opportunità di perfezionamento, garantendone l’efficacia nel promuovere cambiamenti significativi.
Il ruolo delle imprese nel sostenere conservazione e ripristino della biodiversità
Facendo luce sugli impatti spesso sottostimati all’interno delle catene di approvvigionamento, offrendo report specifici per località e introducendo nuove informazioni sui fattori direttamente legati ala perdita di biodiversità, il GRI 101: Biodiversity 2024 mira a catalizzare l’azione verso la salvaguardia del patrimonio naturale del nostro pianeta, aiutando le organizzazioni a comprendere meglio quali decisioni e pratiche aziendali portano alla perdita di biodiversità, in quale fase della loro catena del valore si verificano gli impatti e come possono essere gestiti.
Nello specifico, il GRI Biodiversity Standard consente alle aziende di soddisfare le crescenti richieste da parte di molteplici stakeholder riguardo alla divulgazione sugli impatti sulla biodiversità, tramite una completa trasparenza lungo tutta la supply chain dove spesso gli impatti più significativi sulla biodiversità possono passare inosservati ed essere sottostimati; report specifici per località sugli impatti, inclusi paesi e giurisdizioni, con dettagliate informazioni sul luogo e le dimensioni dei siti operativi; nuove rivelazioni sulle cause che incidono direttamente sulla perdita di biodiversità, coprendo l’uso del suolo, il cambiamento climatico, lo sfruttamento eccessivo, l’inquinamento e le specie invasive; requisiti per la rendicontazione degli impatti sulla società, inclusi quelli sulle comunità e sui popoli indigeni, e su come le organizzazioni interagiscono con i gruppi locali per il ripristino degli ecosistemi colpiti.
Un lavoro di squadra per affrontare una delle sfide più urgenti del nostro tempo
Il tempismo di questa versione non potrebbe essere più appropriato. Il nuovo Standard GRI sulla Biodiversità arriva in un momento in cui l’allarmante declino della biodiversità minaccia di portare conseguenze disastrose per l’ambiente e le persone, tra cui l’innesco di effetti a catena sul cambiamento climatico: l’ultimo rapporto IPBES avverte che la biodiversità sta collassando in ogni regione; mentre il 50% dell’economia globale è sotto minaccia a causa della perdita di biodiversità (The Future Of Nature And Business, WEF ). Nel frattempo, l’accordo internazionale GBF sta sollecitando ad agire per proteggere la biodiversità, con l’Obiettivo 15 che richiede alle aziende di divulgare e mitigare i rischi e gli impatti legati alla biodiversità.
Fondamentalmente, il processo di sviluppo dello standard, che prevede un approccio multi-stakeholder e informato da un periodo di raccolta di feedback dal pubblico, ne garantisce la robustezza e la rilevanza in diversi contesti. Alla formulazione dello standard ha lavorato un comitato tecnico nominato dal GSSB (Global Sustainability Standards Board) composto da esperti del mondo degli affari, della società civile (tra cui Global Commons Alliance e WWF), degli investitori, del mondo del lavoro e delle istituzioni di mediazione (come CDP e Rainforest Alliance). Inoltre, per sostenere l’allineamento globale con GRI 101, sono avvenuti momenti di scambio e cooperazione con EFRAG per lo sviluppo del nuovo standard UE sulla biodiversità (ESRS 4), così come con TNFD, SBTN e WBA Nature Benchmark.
Alla luce dei risultati dell’indagine KPMG secondo cui sebbene gli Standard GRI siano i più utilizzati per la rendicontazione sulla sostenibilità solo il 40% delle 5.800 aziende valutate ha riportato sulla biodiversità, la pubblicazione di questo standard funge da tempestivo invito all’azione. Sottolinea l’imperativo per le imprese di integrare le considerazioni sulla biodiversità nelle loro pratiche di rendicontazione sulla sostenibilità, contribuendo così agli sforzi globali per arrestare la perdita di biodiversità e garantire un futuro più resiliente e sostenibile per tutti.
Perdita di biodiversità, minaccia lo sviluppo sostenibile e amplifica la crisi climatica
“Gli impatti della perdita di biodiversità vanno ben oltre l’ambiente naturale, compromettendo i progressi degli OSS e avendo conseguenze devastanti per le persone, oltre a essere un fattore moltiplicatore della crisi climatica. Comprendere l’impatto che le organizzazioni hanno è quindi un aspetto cruciale dell’implementazione di soluzioni globali per arrestare e persino invertire i danni e affrontare le minacce esistenziali – osserva Carol Adams, Presidente del GRI Global Sustainability Standards Board (GSSB) – Il GRI Standard aggiornato stabilisce un nuovo standard per la trasparenza sugli impatti sulla biodiversità. Supporterà una reportistica dettagliata e specifica per località, sia all’interno delle operazioni di un’organizzazione che in tutta la sua catena di approvvigionamento, garantendo che le parti interessate possano valutare come gli impatti sulla biodiversità vengono mitigati e ridotti. Identificare e gestire gli impatti più significativi di un’organizzazione è fondamentale per comprendere le dipendenze e i rischi”.
Più trasparenza per gli impatti sulla biodiversità con l’aggiornamento del GRI Biodiversity Standard
“Ci congratuliamo con il GRI per questo importante traguardo nel miglioramento della trasparenza a sostegno di uno sforzo globale per salvaguardare la biodiversità. TNFD ha collaborato a stretto contatto con il GRI con l’obiettivo di semplificare e allineare le raccomandazioni TNFD e gli standard GRI. Grazie a questa cooperazione, le raccomandazioni del TNFD sono in larga misura coerenti con i GRI Standards, così come il GRI Biodiversity Standard è informato dal lavoro del TNFD. Non vediamo l’ora di continuare la nostra collaborazione” commenta Tony Goldner, Direttore Esecutivo del TNFD.