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CSRD, dall’Ue 17 procedure di infrazione per mancato recepimento della direttiva



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La Commissione europea ha inviato una lettera formale di costituzione in mora a 17 Stati membri per il mancato rispetto delle scadenze sul recepimento nel diritto nazionale della nuova direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità (CSRD)

Pubblicato il 16 ott 2024



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Per garantire il recepimento completo e tempestivo delle direttive UE, la Commissione europea ha avviato procedure di infrazione contro gli Stati membri che non hanno comunicato le misure adottate per recepire nel diritto nazionale cinque direttive dell’UE nei settori della giustizia, stabilità finanziaria, energia e ambiente. 26 Stati membri non hanno ancora completato il recepimento e hanno ora due mesi per rispondere alle lettere di messa in mora prima che la Commissione possa emettere un parere motivato.
In particolare, la Commissione ha avviato procedure di infrazione contro 17 Stati membri dell’UE per non aver incorporato la nuova direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità delle imprese (CSRD) nelle legislazioni nazionali. L’Italia non rientra nell’elenco di questi Paesi poiché ha approvato il decreto di recepimento della direttiva CSRD il 30 agosto.

17 Stati membri non hanno ancora recepito la direttiva Ue sulla rendicontazione di sostenibilità

La CSRD estenderà l’obbligo di fornire informazioni sulla sostenibilità a un numero significativamente maggiore di aziende, passando da circa 12.000 a oltre 50.000 imprese che dovranno redigere un bilancio integrato basato sui nuovi standard europei di rendicontazione della sostenibilità (ESRS), con requisiti più specifici sull’impatto ambientale, sui diritti umani, sugli standard sociali e sui rischi di sostenibilità. La direttiva si applica dal 2024 alle grandi aziende di interesse pubblico con oltre 500 dipendenti, che dovranno pubblicare i bilanci conformi nel 2025. L’anno seguente sarà il turno delle aziende con oltre 250 dipendenti o 50 milioni di fatturato, mentre le PMI quotate seguiranno un anno dopo.

Il termine per il recepimento della CSRD è scaduto il 6 luglio 2024, ma la Commissione europea ha inviato una lettera formale di costituzione in mora a 17 Stati membri (Belgio, Cecoslovacchia, Germania, Estonia, Grecia, Spagna, Cipro, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo , Romania , Slovenia e Finlandia) che ancora non hanno notificato le misure nazionali di recepimento integrale della nuova Directive (EU) 2022/2464 che aggiorna quella sulla Rendicontazione Non Finanziaria (NFRD).

L’istituzione dell’UE ha sottolineato che, in assenza del recepimento della CSRD, “non sarà possibile raggiungere il necessario livello di armonizzazione della rendicontazione di sostenibilità nell’UE, il che impedirà agli investitori di valutare adeguatamente le performance di sostenibilità delle aziende nelle loro decisioni di investimento”. Nel caso in cui lo Stato non risponderà entro due mesi o non adeguerà la legislazione, la Commissione potrà inviare un parere motivato, chiedendo formalmente di conformarsi, e successivamente deferire la questione alla Corte di Giustizia dell’UE, richiedendo eventualmente l’imposizione di sanzioni.

La Commissione esorta gli Stati membri a recepire le norme per accelerare i progetti di energia rinnovabile

Inoltre, la Commissione europea ha deciso di avviare procedure di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora a 26 Stati membri per non aver recepito integralmente nel diritto nazionale le disposizioni che ambiscono alla semplificazione e all’accelerazione delle procedure di autorizzazione per i progetti di energia rinnovabile, nell’ambito Direttiva sulle Energie Rinnovabili secondo cui che l’energia rinnovabile dovrebbe costituire almeno il 42,5% del consumo energetico complessivo dell’UE entro il 2030, con un obiettivo indicativo del 45%.

La Renewable Energy Directive (Direttiva 2023/2413 che modifica la 2018/2001) è entrata in vigore a novembre 2023 e alcune disposizioni dovevano essere recepite nel diritto nazionale entro il 1° luglio 2024. Tra queste, ci sono misure volte a semplificare e accelerare le procedure di autorizzazione sia per i progetti di energia rinnovabile sia per i progetti infrastrutturali necessari a integrare l’energia rinnovabile aggiuntiva nel sistema elettrico. Includono inoltre limiti temporali chiari per le procedure di rilascio delle autorizzazioni mirate a tecnologie o tipologie specifiche di progetti, il rafforzamento del ruolo dello sportello unico per le domande e la presunzione che i progetti di energia rinnovabile e la relativa infrastruttura di rete siano di interesse pubblico primario.

Ad oggi, solo la Danimarca ha notificato il pieno recepimento di queste disposizioni entro il termine legale del 1° luglio 2024. La Commissione sta pertanto inviando lettere di costituzione in mora a Belgio, Bulgaria, Repubblica ceca, Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia, Finlandia e Svezia. Ora hanno due mesi per rispondere e completare il recepimento. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione può decidere di emettere un parere motivato.

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