NORMATIVE

Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) o Supply Chain Act: perché è importante e cosa cambia per le imprese

La gestione dell’impatto ambientale e sociale per le imprese non si ferma agli impianti produttivi o agli asset direttamente controllati: la sostenibilità si costruisce lungo tutta la catena del valore comprendendo tutte le attività di procurement, di produzione, di distribuzione. La direttiva CSDDD, Corporate Sustainability Due Diligence Directive o Supply Chain Act si pone l’obiettivo di diventare un punto di riferimento per le imprese per il raggiungimento di questi obiettivi

Aggiornato il 04 Set 2023

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Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) o Supply Chain Act: la carta d’identità

La proposta di direttiva sugli obblighi di sostenibilità delle imprese è arrivata all’inizio del 2023, esattamente il 23 febbraio, da parte della Commissione Europea che intende regolamentare le diverse forme di responsabilità delle imprese in relazione al loro impatto ambientale, sociale e di governance ESG con attenzione, in particolare, alle attività relative alle proprie supply chain. A distanza di 5 mesi, il 1° giugno 2023, il Parlamento europeo ha votato a maggioranza questa proposta.

La Corporate Sustainability Due Diligence Directive UE è volta a imporre alle imprese una gestione responsabile dell’impatto ambientale e sociale lungo l’intera supply chain per arrivare a sviluppare un’economia più sostenibile e più corretta, nei confronti dell’ambiente e delle persone.

La CSDDD punta l’attenzione sullo sviluppo di una forma di due diligence che permetta di controllare tutti gli ambiti dell’ESG, con verifiche e adempimenti affinché le operations delle aziende non provochino danni all’ambiente e alle persone.

La Direttiva dovrebbe entrare in vigore nel 2024, e riguarda tutte le aziende UE con almeno 500 dipendenti e con un fatturato netto di 150 milioni di euro. Per queste aziende la CSDDD rappresenta un adempimento obbligatorio a partire dal 2026. Per le imprese con più di 250 dipendenti e con un fatturato netto superiore a 40 milioni di euro, l’orizzonte temporale per adeguarsi alla CSDDD è previsto per il 2028.

Per il controllo relativo all’applicazione della CSDDD è previsto che siano le rispettive autorità di regolamentazione di ciascun Stato membro a occuparsi delle attività di verifica del rispetto delle normative e queste organizzazioni potranno imporre sanzioni pecuniarie che in determinati casi potranno arrivare anche al cinque percento del fatturato globale delle imprese. Un rigore che è motivato dalla volontà di creare le condizioni affinché le imprese possano accelerare il processo trasformazione delle loro strategie di sviluppo per rispondere agli impegni fissati dall’Accordo di Parigi.

CSDDD e United Nations Guiding Principles UNGPs

I principi guida relativamente al rapporto tra aziende e diritti umani noti come United Nation Guiding Principles UNGPs (QUI il documento di riferimento n.d.r.) sono diventati parte integrante della CSDDD. Nello specifico la Direttiva richiama i tre grandi punti di riferimento degli UNGPs:

  1. L’impegno e il dovere degli Stati nella protezione dei diritti umani
  2. La responsabilità delle imprese nel rispetto dei diritti umani
  3. La necessità di garantire l’accesso a strumenti di ricorso per coloro che soffrono di abusi legati alle attività delle imprese

CSDDD e imprese: cosa cambia

Per comprendere l’impatto della Corporate Sustainability Due Diligence Directive occorre chiarire il concetto di Due Diligence.

Con Due Diligence si intendono tutte le attività indirizzate ad analizzare e controllare con la massima affidabilità e precisione il valore di una azienda in tutte le due dimensioni. Tipicamente la due diligence si effettua in occasione di un passaggio importante nel percorso di una azienda: una acquisizione, una fusione, un investimento importante.

L’Enciclopedia Treccani (QUI) la descrive in questo modo:

Termine derivato dal diritto anglosassone… nel linguaggio economico, generalmente individua il procedimento attraverso il quale il potenziale acquirente valuta in via preventiva le condizioni economiche della società che intende acquisire, nonché i rischi eventuali e potenziali correlati a determinate operazioni”.

In sostanza, attraverso la CSDDD la imprese dovranno dimostrare che le loro attività si svolgono nel rispetto di pratiche sostenibili eticamente corrette. L’adeguamento alla direttiva – nel rispetto delle logiche di due diligence – rappresenta uno stimolo per la imprese ad intercettare, individuare, analizzare e verificare potenziali fattori connessi all’impatto a livello di operations. Un aspetto questo che può contribuire a creare le condizioni per processi di miglioramento continuo sia per le operazioni interne sia per tutte le attività che coinvolgono le imprese che operano a livello di catene di approvvigionamento.

I punti di riferimento per l’implementazione della CSDDD verso le imprese

Nella sua implementazione relativa al mondo delle imprese, la Corporate Sustainability Due Diligence Directive si muove lungo tre grandi ambiti:

  1. L’obbligatorietà. Le imprese devono effettuare una due diligence relativa all’impatto ambientale e sociale in tutte le loro operations comprendendo il ruolo dei fornitori e dei partner. Con questa due diligence le imprese devono identificare e analizzare tutti i rischi e presentare progetti per prevenirli e contenerli.
  2. Il reporting. Con la due diligence la imprese dovranno effettuare un reporting sull’impatto delle loro attività e sui rischi connessi comprendendo l’impatto e i rischi a livello di supply chain.
  3. La comunicazione di informazioni sulla sostenibilità. Anche le attività legate alla divulgazione di sostenibilità rientra nella due diligence che prevede la necessità di fornire informazioni sul rispetto dell’ambiente, sul rispetto dei diritti umani, sulla governance e sulle attività di gestione e di controllo adottate a livello di supply chain.

I prossimi passi per le imprese in vista della CSDDD

Prepararsi alla CSDDD diventerà un elemento sempre più importante per tutte le imprese e saranno attività sempre più in linea con quelle che molte imprese già hanno adottato o stanno adottando – al netto dell’obbligatorietà – proprio nell’ambito dei loro programmi ESG.

La valutazione e la gestione dei rischi rappresenta un processo che rientra da tempo nelle logiche dei rischi ESG e che con la CSDDD diventa a tutti gli effetti un adempimento. I rischi per l’ambiente, per la società, per i territori in cui un’azienda opera con la CSDDD devono comprendere anche i rischi che si corrono a livello di catene di fornitura in chiave di risk management. Ecco che diventa importante contare sulla valutazione dei fornitori, sul monitoraggio e sul controllo delle loro attività. Tutto questo significa dar corso ad attività per il ripensamento delle operations e delle modalità organizzative a livello supply chain.

Per poter svolgere queste attività è necessaria una mappatura precisa della supply chain per permettere alle imprese di identificare, valutare e affrontare i rischi che impattano nelle loro catene del valore. Una operazione che non si può fare da soli ed è pertanto necessario un ingaggio di tutti gli stakeholder, partner, fornitori, investitori ma anche clienti. Per quanto attiene nello specifico ai dipendenti delle imprese un ruolo speciale deve essere svolto dalla formazione che deve riguardare i temi della CSDDD affinché siano affrontati a tutti i livelli in ogni area dell’azienda unitamente ad attività di comunicazione che coinvolgano in questo caso fornitori e partner.

Il contesto Normativo della CSDDD

La CSDDD arriva insieme ad una serie di passaggi legati alla normativa che stanno cambiando lo scenario per le imprese. L’approvazione da parte della Commissione UE della CBAM: con le regole per la transizione al Carbon Border Adjustment Mechanism rappresenta un passaggio importante a livello di Carbon Tax e di attenzione al mercato ETS.

L’approvazione da parte della Commissione UE degli ESRS, gli Standard Europei per la Rendicontazione sulla Sostenibilità va nella direzione di fornire standard per la CSRD, la direttiva per il reporting di sostenibilità delle imprese, approvata da qualche mese dal Consiglio europeo portando in evidenza un ruolo speciale per Analisi di rilevanza e per i revisori.

Articolo originariamente pubblicato il 04 Set 2023

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