Normative

CBAM: le regole della Commissione UE per la transizione al Carbon Border Adjustment Mechanism

Dal 1 ottobre 2023 a fine 2026 entra in vigore il periodo di transizione per preparare l’adozione del meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere. I primi adempimenti a partire da gennaio 2024

Pubblicato il 22 Ago 2023

Pratiche CBAM: come le imprese devono agire per gli adempimenti relativi al Carbon Border Adjustment Mechanism

Novità in arrivo sul Meccanismo di adeguamento al carbonio di confine o CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism). La Commissione Europea ha definito la fase di transizione con specifiche regole per un periodo che parte il prossimo 1 ottobre e che termina, come fase di transizione, alla fine del 2025.

CBAM: obblighi di rendicontazione transitoria

Il CBAM nasce primariamente con la finalità di garantire un valore equo al carbonio, ovvero di evitare i rischi di Carbon leakage per quegli attori che scelgono di importare nei paesi UE prodotti realizzati in aree del pianeta nelle quali le normative relative alle emissioni sono meno rigorose rispetto a quelle adottate in Europa.

Questo intervento della Commissione Europea a livello di CBAM introduce degli obblighi di rendicontazione transitoria per tutti gli importatori di beni in area UE allo scopo di calcolare e valorizzare le emissioni incorporate in ciascun bene durante il processo di produzione.

Si tratta, come indicato, di una fase di transizione e di “preparazione” durante la quale le imprese avranno l’obbligo di segnalare le emissioni collegate ai beni che vengono importati, ma senza che sia previsto nessun tipo di onere o di impegno finanziario.

L’obiettivo è consentire alle imprese di preparare le attività legate alla raccolta e alla fornitura dei dati lavorando nello stesso tempo anche alle attività di sviluppo e di perfezionamento delle procedure che dovranno essere pronte per il 2026.

Raccolta dati a partire dal 1 ottobre

In termini di tempistiche le imprese impegnate in attività di importazione di beni in area UE dovranno iniziare la raccolta dei dati a partire dal 1 ottobre di quest’anno e il loro primo rapporto dovrà essere presentato entro il 31 gennaio 2024.

Allo scopo di supportare le aziende in queste operazioni è stata realizzata una doppia guida (accessibile qui n.d.r.) atta a preparare al meglio la fornitura di dati coerenti con le richieste CBAM e nella forma di indicazioni dedicate agli importatori di beni provenienti da imprese che operano fuori dai confini UE e di indicazioni destinate alle imprese che producono fuori dai confini UE.

Soluzioni IT specificatamente dedicate alle imprese importatrici di beni

Sempre per sostenere le imprese in questa fase di transizione, una nota della Commissione UE rivela che si stanno sviluppando soluzioni IT specificatamente dedicate alle imprese importatrici di beni per supportarle nella data collection e nella data analysis relative alle emissioni “importate” nei beni in arrivo in area UE.

Sempre allo scopo di coadiuvare le imprese in questo passaggio la Commissione ha predisposto delle attività di informazione e formazione con focus dedicati ad alcuni dei settori che presentano le maggiori quote di emissione come cemento, alluminio, fertilizzanti, elettricità, idrogeno, ferro e acciaio.

L’approvazione da parte della Commissione UE è stata preceduta da una consultazione pubblica analizzata e valutata dal comitato CBAM nel quale sono presenti i rappresentanti degli Stati membri UE. La nota sottolinea l’importanza di questa fase di transizione e di preparazione della CBAM anche in supporto alla gestione e sviluppo dell’Agenda Fit for 55 UE.

La CBAM rappresenta uno strumento per contrastare le forme di Carbon leakage, ovvero la scelta di alcune aziende di spostare la produzione di beni ad alta intensità di emissioni di CO2 in aree non UE meno restrittive o, diversamente, con la scelta di utilizzare prodotti, realizzati da imprese extra UE con minori vincoli in termini di emissioni.

Si tratta dunque di una misura che si colloca nel solco della carbon tax, un termine poco felice ma che esprime chiaramente la volontà di intervento sul piano economico, per quelle imprese che cercano in altri paesi alternative a una trasformazione industriale in grado di garantire prodotti e processi di produzione con minori emissioni.

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Mauro Bellini
Mauro Bellini

Ha seguito la ideazione e il lancio di ESG360 e Agrifood.Tech di cui è attualmente Direttore Responsabile. Si occupa di innovazione digitale, di sostenibilità, ESG e agrifood e dei temi legati alla trasformazione industriale, energetica e sociale.

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