Cambiamenti climatici

Eventi climatici estremi: la sfida di Adenes Italia



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Un convegno internazionale per affrontare la crescente frequenza e intensità di eventi climatici estremi, con una riflessione su strategie di prevenzione, acquisizione di competenze tecniche e collaborazioni operative. Dal 2024, l’obbligo di stipulare un’assicurazione contro eventi catastrofici cambierà la gestione dei rischi in Italia e Europa

Pubblicato il 24 apr 2024



agricoltura 4.0

La gestione di eventi climatici estremi rappresenta una sfida organizzativa per le strategie in Italia e Europa ed è un fattore chiave per la corporate governance. La crescente frequenza e intensità di questi fenomeni richiede un’azione congiunta per la prevenzione dei rischi, ma soprattutto per l’acquisizione di nuove competenze tecniche e collaborazioni operative che, al momento, sono carenti in particolare a livello di green skill. A questo scopo, Adenes Italia ha organizzato un convegno internazionale per stimolare una riflessione volta a trovare una soluzione comune. Il quadro è delineato da 378 eventi meteorologici estremi (in crescita del 22% rispetto al 2022), che hanno causato danni alle aree colpite che ammontano a 16 miliardi di euro e che hanno purtroppo provocato 31 vittime (dati Osservatorio Città Clima di Legambiente).

Eventi climatici estremi: le criticità del 2023

L’estate scorsa l’Italia è stata investita da una serie di catastrofi ed eventi naturali del tutto straordinari causati da eventi climatici estremi, un primo segnale di quella che potrebbe diventare la nuova normalità a causa dei cambiamenti climatici in atto.

Le regioni più colpite da questi fenomeni estremi sono state il Nord Italia con 210 eventi, seguita dal Centro (98) e dal Sud (70). Si sono verificati aumenti nelle alluvioni ed esondazioni fluviali (+170% rispetto al 2022), temperature record nelle aree urbane (+150%), frane causate da piogge intense (+64%), mareggiate (+44%), danneggiamenti dovuti alla grandine (+34,5%) e allagamenti (+12,4%).

Il ruolo delle assicurazioni

A partire dalla fine del 2024, sarà obbligatorio stipulare un’assicurazione contro gli eventi catastrofici, ovvero per gestire le situazioni create da eventi climatici estremi: cosa cambierà con questo scenario?

Entro meno di un anno, tutte le aziende italiane e quelle internazionali con una presenza stabile nel nostro Paese dovranno sottoscrivere una polizza assicurativa per i danni causati da eventi naturali (alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni) a terreni e immobili, impianti, macchinari e attrezzature industriali e commerciali. Sarà cioè necessario disporre di una governance assicurativa verso gli eventi climatici estremi.

Elisabetta Pinciroli, presidente di Adenes Italia, la holding del maggiore gruppo peritale e di servizi assicurativi in Italia ha sottolineato che “Gli eventi naturali dello scorso luglio, ancor più di quelli catastrofali, al di là degli aspetti finanziari, hanno evidenziato significative sfide operative nel mercato assicurativo a tutti i livelli, in termini di efficacia dei processi di gestione dei sinistri, rispetto alle aspettative di assicurati e clienti. È pertanto essenziale affrontare queste problematiche in maniera efficace per evitare ripercussioni future, tenendo conto anche che tali fenomeni saranno purtroppo sempre più frequenti e di sempre maggiore portata”.

Il gap di protezione dagli eventi climatici estremi

Le esperienze organizzative di Paesi che hanno dovuto affrontare questa sfida come Francia, Germania e Olanda in particolare hanno dimostrato che è importante aumentare la consapevolezza di tutti, aziende e cittadini.

Secondo le stime dell’ANIA, l’associazione nazionale delle imprese assicuratrici, nel 2021 solo il 5% delle microimprese italiane (0-9 dipendenti) aveva una copertura assicurativa contro le calamità naturali. La copertura assicurativa si attesta al 55% per le piccole imprese, al 67% per le medie e al 78% per le grandi che, però, sono solo l’1% del totale.

Se si considerano le abitazioni private, la situazione non cambia: nell’ultimo anno circa 5 milioni di italiani hanno subito danni alla propria casa a causa di calamità naturali o maltempo, ma solo uno su tre aveva una polizza assicurativa a tutela dell’immobile.

In un Paese come l’Italia caratterizzato da infrastrutture e patrimonio edilizio sempre più datati e da una crescita costante dei livelli di urbanizzazione in zone esposte al rischio, occorre prepararsi ad affrontare disastri meteorologici che fino a poco tempo fa erano assolutamente imprevedibili e che rendono sempre più indispensabile un approccio proattivo e condiviso per la gestione dei sinistri, al fine di limitare i danni economici e reputazionali.

Umberto Guidoni, co-direttore generale di ANIA ha voluto precisare che “Mentre aumentano i danni causati dal cambiamento climatico l’Italia continua a registrare un evidente gap di protezione. È necessario, dunque, individuare un sistema efficace di protezione del Paese. Per questo abbiamo accolto con estremo favore l’introduzione, nell’ambito della Legge di Bilancio 2024, della previsione di un obbligo assicurativo per le coperture cat nat (alluvione e terremoto, frane) per le imprese. Questa norma rappresenta un primo passo concreto e tangibile verso due obiettivi primari per il settore assicurativo: la maggiore protezione del Paese e la gestione più efficiente delle risorse, a beneficio della collettività. Con l’obbligo assicurativo, inoltre, il rischio viene distribuito su tutto il territorio nazionale con un effetto positivo anche sui premi assicurativi. Il nostro auspicio è che interventi analoghi possano essere previsti anche per le abitazioni civili”.

Competenze e tecnologie nella gestione degli eventi climatici estremi

La gestione di questi eventi climatici estremi richiede anche competenze specifiche. Organizzazione, preparazione e tempestività sono i fondamenti su cui si basa una corretta ed efficace gestione e valutazione dei danni, ma essere pronti a gestire le emergenze e avere a disposizione risorse adeguate non è sufficiente.

L’intensificarsi della gravità degli eventi naturali – aggiunge Elisabetta Pinciroli ha acuito un altro problema che, nel prossimo futuro, dovrà trovare una soluzione. In questo momento c’è una vera carenza di professionisti specializzati nell’attività di valutazione dei danni”.

La tecnologia a sua volta può fornire un supporto significativo nella fase di monitoraggio, raccolta delle denunce e gestione delle verifiche peritali. Molte compagnie assicurative in Europa hanno iniziato a sviluppare strumenti che permettono di analizzare i fenomeni meteorologici, mapparli e incrociarli con i dati del portafoglio.

Un approccio che sta diventando parte integrante del purpose stesso delle compagnie. In alcuni casi le prime simulazioni sono disponibili anche una settimana prima dell’evento, il che consente di avere anticipatamente un’idea dell’entità dell’evento in termini numerici e di esposizione finanziaria.

Queste informazioni permettono l’implementazione di azioni preventive e di mitigazione del danno attraverso semplici messaggi agli assicurati. La denuncia attraverso i canali digitali, oltre a ridurre il picco di lavoro per l’apertura dei sinistri, consente di migliorare la qualità dei dati disponibili e, di conseguenza, di ottimizzare l’approccio alla valutazione del danno guadagnando in reattività ed efficienza.

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