XXI ASAP Forum

Verso una servitizzazione come rivoluzione sostenibile



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La service transformation come fattore abilitante per lo sviluppo sostenibile al centro del XXI ASAP Forum che visto i contributi di ricercatori, docenti, rappresentanti di aziende impegnate nella ricerca, nello sviluppo e nell’utilizzo di soluzioni digitali. Un focus speciale è poi arrivato dalle evidenze del report “The Servitization revolution for Sustainability”

Pubblicato il 13 nov 2024

Mauro Bellini

Direttore Responsabile ESG360.it, EnergyUP.Tech e Agrifood.Tech



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La relazione, sempre più stretta e virtuosa, tra innovazione tecnologica, Intelligenza artificiale, servitizzazione e sviluppo sostenibile sta permettendo a tante realtà del mondo industriale di raggiungere nuove forme di competitività strettamente unite agli obiettivi di sostenibilità. Ed è proprio in questo senso che si colloca il messaggio principale dell’XXI ASAP Forum con l’invito a considerare la servitizzazione come una leva strategica per la sostenibilità.

La conoscenza del digitale per una gestione corretta delle risorse

Il rapporto che unisce innovazione, servizi e sostenibilità è stato indagato e approfondito sotto diverse prospettive con contributi di aziende produttrici e utenti di innovazione digitale per la servitizzazione (nel servizio Servitization, sostenibilità e digitale: sinergie e benefici per business e ambiente n.d.r.) e con approfondimenti e stimoli di analisti come Arnold Tukker, Professor of Industrial Ecology alla Leiden University che ha voluto portare l’attenzione sul rapporto tra innovazione e comportamento umano osservando subito quanto sia importante prestare attenzione, (anche a livello di progettazione e pianificazione industriale), ad una corretta conoscenza dei nostri limiti, “come esseri umani” e come pianeta.

L’invito a riflettere su un ambiente costantemente soggetto a stress e a rischi punta a far crescere una maggiore consapevolezza nei limiti nell’utilizzo delle risorse. Una consapevolezza che deve far propria la conoscenza delle conseguenze dirette e indirette nel momento non si rispetta il senso del limite. Conseguenza purtroppo spesso catastrofiche che trasformano in modo radicale e spesso irreversibile il nostro ambiente. La tecnologia dal canto suo permette di conoscere sempre meglio questi limiti e sta mettendo a disposizione tante e diverse soluzioni per affrontarli.

L’economia circolare, centrata sull’uomo e sui bisogni, rappresenta una di queste risposte, con forme di rispetto dell’ambiente ma anche con il raggiungimento di nuovi risultati di business. Tuttavia, come osserva Tukker, è necessario avviare un cambiamento importante che ha le sue basi nella conoscenza precisa dei bisogni e delle risorse necessarie per soddisfarli.

Uno sviluppo energetico orientato ai servizi

Mateusz Zając, Sustainability Leader Electrification Service di ABB ha invitato a sua volta a guardare alla transizione energetica con le opportunità di innovazione offerte dalla tecnologia considerando tutti gli apparati che concorrono a un rapporto sostenibile con l’energia, e non solo alla parte, certamente fondamentale, di produzione e delle energie rinnovabili.

ABB è attiva in questi ambiti con soluzioni progettate per supportare le imprese nel migliorare le tre dimensioni chiave dell’efficienza energetica, dell’elettrificazione e della decarbonizzazione. Tutti fattori strettamente legati ai temi della sostenibilità dove ABB è da tempo impegnata e sui quali Zając sottolinea quanto sia importante, nel caso specifico del mondo industriale, attuare nuove forme di interconnessione intelligente dell’energia tra generazione, trasmissione e distribuzione per arrivare sino al consumo finale.

Per Zając poi la sostenibilità deve essere accompagnata e sostenuta anche da un cambiamento culturale, in grado di stimolare una trasformazione nello stesso design dei prodotti che, senza rinunciare alla ricerca di performance devono sempre di più integrare i valori dell’efficienza e appunto della sostenibilità.

Relativamente ai servizi Zając sottolinea inoltre l’importanza di una manutenzione sempre più intelligente che, nella forma di servizio, permetta un aggiornamento e un controllo sempre più preciso delle performance nel tempo, una riduzione degli interventi e una serie di benefici per le imprese utenti e per l’ambiente.

Sostenibilità integrata nel design dei servizi

Efficienza, efficacia e impatto ambientale. I servizi, grazie al digitale, consentono di unire tutte queste dimensioni, ma occorre lavorare a livello di design, per predisporre dei modelli che consentano alle aziende di raggiungere al meglio tutti gli obiettivi. Per questo Coen Jeukens VP Global Customer Transformation, PTC ServiceMax sottolinea l’importanza delle logiche di collaborazione tra dipartimenti e tra diverse organizzazioni proprio per mettere a disposizione il miglior livello di conoscenza possibile. Una modalità che permette di sviluppare design capaci di migliorare l’accesso ai servizi, di attuare processi più intuitivi e naturali e di rispettare una esperienza utente capace di integrare naturalmente gli obiettivi operativi con l’attenzione alle risorse e alla sostenibilità.

Jeukens ricorda come siano stati analizzati diversi modelli di design, allo scopo di integrare efficacemente operations e sostenibilità proprio perché è essenziale che i progetti siano pensati nativamente tanto per la loro efficienza quanto per produrre un impatto ambientale positivo.

Da questa prospettiva si arriva al tema relativo all’evoluzione dei modellidi business e Jeukens spiega come l’azienda abbia scelto di lavorare su modelli che fanno leva su una gestione sempre più oculata delle risorse, con una marcata attenzione al ciclo di vita dei prodotti in modo da offrire valore a lungo termine ai clienti e alle imprese stesse.

La parola chiave in questo scenario, secondo Jeukens, è modermizzazione dei processi, in un approccio che deve avere lo scopo primario di assicurare accessibilità e utilizzo dei dati in modo appropriato e sicuro da parte di tutti gli attori che partecipano alla catena del valore. E per questo PTC ServiceMax lavora sia al miglioramento dell’offerta ma anche alla identificazione dei bisogni futuri e alla creazione di un supporto, naturalmente basato sui principi della servitizzazione, che permette una conoscenza sempre più dettagliata dei bisogni reali dei clienti.

Dall’efficienza energetica alla decarbonizzazione nel segno dei servizi

Quando si parla di sostenibilità e decarbonizzazione il mondo dell’energia è evidentemente al centro dell’attenzione. In questo senso la presenza Baker Hughes, azienda high tech focalizzata sul settore energetico e sui progetti di decarbonizzazione, aggiunge una ulteriore prospettiva. Una lettura che in particolare permette di comprendere come le logiche del post-vendita nel mondo energy possono abilitare il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità.

Arriva da Stefano Terzi Digital Product Management Executive, Baker Hughes Italia e da una esperienza ingegneristica fortemente orientata ai temi della sostenibilità un invito a considerare l’importanza di una sempre crescente integrazione tra innovazione digitale, servizi e produzione e consumo di energia.

Baker Hughe opera in ambito industriale e conta su progetti di innovazione e di decarbonizzazione in diversi ambiti come aeronautica, oil & gas e automazione. Con la divisione Global Services l’azienda lavora in modo particolare all’industrializzazione di nuovi prodotti, che nascono integrando sostenibilità e innovazione grazie alle possibilità offerte da una conoscenza sempre più precisa del contesto in cui ciascuna soluzione è chiamata a operare. Nel caso delle soluzioni as a service, ad esempio, Baker Hughes ha scelto di investire in soluzioni software che si vanno a integrare nell’offerta tradizionale e permettono di creare servizi avanzati che migliorano la performance e l’agilità dei processi dei clienti.

Un altro ambito fondamentale è rappresentato dalle strategie e dalle soluzioni per gestire direttamente e indirettamente le emissioni di CO2. Terzi mette in evidenza l’importanza di un lavoro che ha portato allo sviluppo di tecnologie e competenze per il sequestro e lo stoccaggio (CCS Carbon Capture and Storage) delle emissioni grazie a innovazioni e competenze che permettono alle imprese clienti la riduzione, la gestione e la rendicontazione delle emissioni.

Relativamente poi ai progetti di trasformazione energetica un ruolo importante è svolto dalla ricerca tecnologica e adlla creazione e gestione di soluzioni per l’idrogeno verde dove Baker Hughes contribuisce con tecnologie e infrastrutture e servizi alla transizione verso modelli energetici basati sulle rinnovabili per il mondo industriale.

The Servitization revolution for Sustainability

Nicola Saccani, Board member e ASAP docente all’Università degli studi di Brescia presentando il report di ricerca ASAP The Servitization revolution for Sustainability” mostra come il passaggio ai servizi, grazie anche alla capacità di abilitare e facilitare la trasformazione di modelli di business da lineare a circolari rappresenti un importante fattore abilitante per promuovere la sostenibilità.

Nello specifico i diversi modelli di servitization consentono di attuare forme sempre più evolute ed efficaci di allineamento tra obiettivi economici e ambientali, ma necessitano di un’attenta progettazione dei business model, di investimenti in tecnologie e competenze e, non ultimo, di strumenti in grado di garantire una precisa e continua valutazione delle performance. In questo senso la transizione verso una servitization in grado di integrare e gestire obiettivi di sostenibilità necessita di un approccio olistico capace di considerare tutti gli aspetti rilevanti: dai revenue models, al pricing, dall’ottimizzazione continua alla conoscenza dei comportamenti. Grazie alla padronanza e gestione di tutte queste variabili, sottolinea Saccani, è possibile predisporre tutti i fattori che concorrono a massimizzare i benefici ambientali ed economici.

Disaccopiare crescita economica e consumo di risorse

Il rapporto di ricerca ASAP raccomanda poi di guardare alla servitizzazione non è solo come a una importante tendenza di business, ma coma a una vera e propria “rivoluzione” che promette di disaccoppiare la crescita economica dal consumo di risorse.

Un disaccoppiamento questo che ha le sue basi nel passaggio da un’economia lineare, basata sul modello “produci-usa-getta“, a un’economia circolare e performante, che guarda a un utilizzo efficiente delle risorse e a una massimizzazione del valore per il cliente.  Un vero cambiamento di paradigma per tante imprese industriali che passa anche da un cambiamento nei modelli di business.

Le logiche “as-a-service”, richiedono infatti un ripensamento nel rapporto tra prodotti e servizi, spostando il focus dall’acquisto e dal possesso di beni all’accesso e all’utilizzo degli stessi.

Per le realtà che affrontano questa sfida è necessario passare dal concetto di proprietà di un prodotto, al concetto di proprietà e di gestione di un asset attraverso il quale si erogano i servizi. Tutto questo “sposta a monte” della catena del valore il tema stesso della proprietà. Saccani cita poi il ruolo della performance economy come evoluzione di questo processo, dove trovano posto aziende remunerate sulla base dei risultati effettivamente ottenuti dai clienti, e dove naturalmente e maggior ragione cambiano le relazioni con i clienti, i modelli di business, le strategie di pricing.

Dalla servitization ai modelli di business circolari

La servitization rappresenta dunque un possibile fattore abilitante per attuare modelli circolari e Saccani sottolinea che se la service transformation è in grado di disaccoppiare la crescita economica dal consumo di risorse, è anche nella condizione di permettere una riduzione e una gestione precisa di materiali, di rifiuti e dell’impatto della produzione sull’ambiente.

Product-as-a-service” vuol anche dire prodotti più durevoli, riparabili e riciclabili e quando le aziende hanno interesse a mantenere la proprietà dell’asset durante tutto il suo ciclo di vita ecco che si crea una sorta di allineamento di interessi tra produttore e consumatore. Sul “come” il richiamo va poi al digitale, ovvero alle tecnologie che consentono nuove pratiche di manutenzione preventiva, di riparazione e di aggiornamento e che offrono al produttore nuove possibilità di recupero dei prodotti e dei materiali.

Dal punto di vista della gestione economica la servitization permette di attivare flussi di ricavi più prevedibili e più stabili, garantisce una maggiore fidelizzazione e la possibilità di misurare e rendicontare le performance di sostenibilità nella gestione di tutte le linee di business.

Smart Circular Economy Paradigm

Si entra in questo modo in un nuovo paradigma che il report ASAP definisce come “Smart Circular Economy Paradigm“, dove guida una integrazione delle tecnologie digitali con cui la servitizzazione è in grado di fornire un framework economico e tecnologico che permette di allineare gli interessi delle aziende con gli obiettivi di sostenibilità.

E il digitale svolge un ruolo chiave con l’Internet of Things e l’Intelligenza Artificiale che permettono di monitorare e ottimizzare l’uso dei prodotti durante il loro ciclo di vita, con nuove soluzioni per la la manutenzione predittiva ma anche nella gestione di tutti i parametri che attengono alla stessa durata dei prodotti. I dati, a loro volta, permettono di conoscere sempre meglio le esigenze degli utenti e consentono di progettare servizi personalizzati basati sulle prestazioni. Non ultimo, la tracciabilità dei prodotti e dei componenti aiutano le operazioni di riutilizzo e di riciclo dei materiali.

Environmental value drivers

Dal paradigma guidato dal digitale si arriva a quelli che vengono definiti come “Environmental Value Drivers” ovvero i meccanismi operativi che permettono alla servitizzazione di arrivare a ottenere benefici ambientali.

Efficienza delle risorse, estensione del ciclo di vita dei prodotti, intensificazione nell’utilizzo dei prodotti stessi, miglioramento di tutte le performance legate al riciclo e al riutilizzo, sono alcune esempi di Environmental Value Drivers e, come sottolinea Saccani, permettono di attivare anche benefici indiretti come la promozione di modelli di condivisione e di accesso che massimizzano l’utilizzo di beni eventualmente sottoutilizzati.

Per arrivare a questi Environmental Value Drivers è però necessario un approccio integrato che sia in grado di coinvolgere l’intera catena del valore. Per ottenere questo risultato occorre però disporre di metriche e sistemi di misurazione in grado di quantificare l’impatto preciso di ciascun driver in modo da integrare in modo chiaro nei processi decisionali le considerazioni economiche con i principi ambientali.

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