Iniziative

Nasce l’Industrial Decarbonization Pact: obiettivo ridurre le emissioni delle industrie italiane

I rappresentanti delle associazione dei settori dell’acciaio, carta, cemento, ceramica, chimica, fonderie e vetro puntano ad abbattere le emissioni del 40% già entro il 2030

Pubblicato il 04 Nov 2021

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Un patto tra le principali industrie energivore per centrare gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione:  questo l’impegno assunto dai rappresentanti delle associazione dei settori dell’acciaio, carta, cemento, ceramica, chimica, fonderie e vetro in occasione dell’evento di presentazione dell’Industrial Decarbonization Pact, organizzato da Interconnector Energy Itala, alla presenza dei ministri Giancarlo Giorgetti, Roberto Cingolani e Stefano Patuanelli. Un impegno che potrebbe rivelarsi chiave per il nostro Paese, considerato che l’industria concorre al 20% delle emissioni nazionali di CO2, di cui gran parte legate ai settori energivori (indagine Boston Consulting Group Italia 2021). D’altra parte acciaio, carta, cemento, ceramica, chimica, fonderie e vetro hanno un ruolo chiave nel tessuto industriale italiano: complessivamente questi settori generano 88 miliardi l’anno di valore aggiunto, con una forte vocazione all’export che vale circa il 55% del loro fatturato. Oltre agli aspetti ambientali, ci sono anche ragioni economiche che spingono la decarbonizzazione di queste industrie, a partire crescenti costi per l’acquisto di CO2. Ecco perchè la svolta green è necessaria per preservare la competitività sui mercati internazionali di tutte le aziende coinvolte. Non a caso durante l’evento è stata sottolineata la necessità di avviare immediatamente il percorso di transizione energetica dei settori energivori, sviluppando le tecnologie e le infrastrutture strategiche abilitanti la riduzione di gas climalteranti dei sette comparti.

Come decarbonizzare

Ma come ? Secondo lo studio realizzato Boston Consulting Group (in collaborazione con Interconnector Energy Italia) la decarbonizzazione dei settori energivori sia perseguibile esclusivamente attraverso un portafoglio diversificato di soluzioni, operando simultaneamente su più leve tecnologiche. Efficienza energetica, economia circolare, combustibili low carbon, cattura della CO2, green fuels (idrogeno e biometano) ed elettrificazione rappresentano, infatti, elementi complementari di questo piano, che potrebbe consentire di abbattere le emissioni previste fino al 40% entro il 2030.  Più sul lungo termine occorra sfruttare a pieno il potenziale delle tre leve più “innovative”: cattura della CO2, elettrificazione e green fuels (idrogeno e biometano). Nel 2050, infatti, queste tre leve da sole potrebbero garantire il 70-80% di riduzione delle emissioni totali dei settori analizzati, mentre le restanti e già consolidate leve (economia circolare, combustibili low carbon e efficientamento energetico) supporterebbe  la riduzione della maggior parte delle emissioni rimanenti. Il successo del piano, naturalmente, passerà anche da un forte supporto istituzionale per garantire fondi e riforme dedicate, nonché il sostegno a progetti di ricerca e sviluppo.

“I settori energivori sono la spina dorsale dell’economia del Paese – ha sottolineato Antonio Gozzi, Presidente di Interconnector Energy Italia – Acciaio, carta, cemento, ceramica, chimica, fonderie e vetro danno lavoro a 700mila persone, considerando l’indotto. Sostenere lo sforzo di decarbonizzazione di queste filiere, preservandone al tempo stesso la competitività sui mercati internazionali, deve diventare un imperativo per il Paese. Solo così potremo assicurare una transizione ecologica che sia rapida ed inclusiva. L’Industrial Decarbonization Pact sancisce l’impegno dei settori coinvolti a raggiungere la neutralità carbonica al 2050. Per farlo, però, è necessario il supporto di tutti gli attori coinvolti: governo, istituzioni locali e policy makers, affinché le leve tecnologiche future siano veramente disponibili e accessibili a chi fa industria ogni giorno, sul campo”.

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