Il 26 Giugno si è svolto il convegno “Cento Leader per il Pianeta – Fondamenti del nuovo paradigma eco-energetico”. La cornice era quella prestigiosa di Palazzo Montecitorio. Nella Sala Regina, una delle più belle del Palazzo, si è tenuto un intero pomeriggio di lavori, presentazioni ed esperienze, intorno al tema della decarbonizzazione e delle sfide che esso porta con sé nel contesto del cambiamento climatico e della necessità di una “crescita verde”.
Una grande struttura di formazione e sensibilizzazione sulle tematiche ambientali
L’evento è stato organizzato dall’imprenditrice italo – francese Myriam Maestroni, Presidente fondatore di E5T, nonché ideatrice del collettivo 100 leader per il Pianeta nato con lo scopo di creare una grande struttura di formazione e sensibilizzazione sulle tematiche ambientali. L’obiettivo del collettivo è quello di preparare le élite, private e pubbliche, ad affrontare le sfide legate al cambiamento climatico ed alla necessaria transizione energetica conciliando crescita economica e neutralità carbonica. Insieme a lei molti nomi autorevoli: Gianni Lattanzio, Segretario Generale Ambientevivo; Edoardo Secchi, CEO-Fondatore di “IFG”; Alexandre del Valle geo-politologo, il Prof Matteo Caroli e la collaborazione di Luiss School of Government; Christian Di Sanzo, PHD Bercley, Deputato e Membro della Commissione Ambiente “Innovazione e sfide energetiche”. L’organizzazione è riuscita a sviluppare un’agenda ricca di contenuti e relatori che è stata in grado di approfondire diversi paradigmi, rischi e approcci alla transizione energetica.
I profili di altissimo livello che hanno contribuito allo sviluppo dei contenuti (fra cui l’economista di fama Leonardo Becchetti, la capo segretaria del Ministro Pichetto-Fratin, Francesca Salvemini, il deputato Fabio Porta unitamente a Renato Loiero, Cons. economico del Presidente del Consiglio dei Ministri, Marino Fiasella, Presidente dell’Associazione Ambientevivo, Giovanni Orsina, Direttore della LUISS School of Governement, Nicola Fantini, CDA CNR. E ancora Tullio Berlenghi, Membro CDA ENEA; Maria Michela Morese, Energy Team Leader and Senior Natural Resources Officer at FAO; Davide Tabarelli, President and co – founder of Nomisma Energia, hanno prodotto riflessioni importanti sull’attuale situazione e sulle complessità geopolitiche, stressate ed amplificate dal cambiamento del modello economico-energetico che sfide come il Green Deal stanno richiedendo, ma anche una solida linea da seguire per gli anni che verranno.
Creare e formare i Leader che dovranno raccogliere (e vincere) le sfide della transizione energetica.
100 Leader per il Pianeta, giunto al suo secondo anno di vita, ambisce a creare e formare i Leader che dovranno raccogliere (e vincere) le sfide della transizione energetica. Essi saranno chiamati a comprendere come agire per poter portare a compimento gli obiettivi di sostenibilità ed individuare tutti gli strumenti per operare in organizzazioni e contesti complessi.
Affrontiamo una materia interdisciplinare che ha a che fare con il mondo della scienza, dell’energia, della tecnologia, tutti fattori abilitanti senza i quali non si potrebbe immaginare lo sviluppo di modelli Eco-Energetici. Abbiamo a che fare con l’Economia e la Società, gli uomini come soggetti economici e con lo sforzo di comprendere come affrontare cambiamenti a modelli economici che sono consolidati da oltre 200 anni senza danneggiare la vita delle persone. Dobbiamo affrontare temi Etici, interrogarci e saper valutare se la persona è sempre al centro del cambiamento e se il cambiamento realmente si muove nell’interesse delle persone. Per muoversi in questo campo e sperare di ottenere risultati apprezzabili dobbiamo necessariamente avere intorno al tavolo tutti questi punti di vista. 100 Leader per il Pianeta si sta adoperando proprio in questa direzione.
Parole d’ordine: velocità e collaborazione
È importante essere rapidi e lo è altrettanto non lasciare indietro nessuno. Il dibattito che per anni è stato tra negazionisti ed attivisti sembra ora in gran parte risolto. La maggior parte dei dubbi sulla necessità di intervenire sono dissipati e il focus ora è un altro: l’urgenza. In altre parole, la necessità di accelerare il passo nella transizione energetica. Gli obiettivi sono certo sfidanti, forse tra i più ambiziosi che l’uomo si sia mai posto. Cambiare le fonti energetiche passando dal carbone a fonti green significa non solo andare ad intaccare grandi interessi economici, ma soprattutto andare ad influenzare lo stile e la qualità di vita di decine di milioni di persone che dall’economia di questi prodotti dipendono totalmente. Perché questo non si trasformi in un conflitto su larga scala la priorità ora è trovare delle modalità di attuazione dei piani di trasformazione energetica che siano “win-win”, per chi investe e per chi vivrà il cambiamento. Questa è l’abilità primaria che dovranno sviluppare i manager della sostenibilità. Come ricorda il prof Caroli, dell’Università Luiss Guido Carli, la sostenibilità ha 3 anime: Ambientale, Sociale ed Economica. È su queste tre anime che si deve lavorare in sinergia perché si possano sviluppare delle strategie durevoli e proficue per il sistema nel suo complesso. È necessario avere una visione sistemica, olistica dei problemi e per comprendere come risolverli si deve poter capire realmente qual è l’impatto delle politiche ambientali e come esso può essere attutito per raccoglierne i benefici.
I “numeri” di riferimento
Secondo worldometers1 oggi il pianeta Terra è popolato da oltre 8 miliardi di individui e, secondo le stime ONU2 , nel 2100 la popolazione globale toccherà (o potrà superare) i 10 miliardi. La domanda globale di cibo (da articolo sole 24ore – “Sei uno degli otto miliardi di persone che vivono sulla Terra. Tre numeri per capirne le conseguenze3 “ ) aumenterà del 70% entro il 2050 e per soddisfare questa domanda saranno necessari circa 80 miliardi di dollari l’anno di investimento. Il rischio, in poche e realistiche parole, è che non ci sarà cibo per tutti.
Secondo un team di ricercatori della Stanford University4 la dimensione ideale della nostra specie sul pianeta terra sarebbe stata compresa tra 1,5 e 2 miliardi di persone, analisi fatta nel 1994 quando a popolare la terra c’erano “appena” 5,5 miliardi di persone. Molti altri studi e previsioni sembrano concordare con una visione abbastanza difficile, per non dire catastrofica. Secondo il WWF5 stiamo utilizzando le risorse del Pianeta come se ne avessimo a disposizione 1,75.
A questo punto risulta chiaro ed incontrovertibile come il problema siano le risorse, o meglio la loro natura non inesauribile.
Dobbiamo fare Sistema ed implementare le buone pratiche
Le alleanze, la capacità di “fare sistema”, la condivisione di buone pratiche sono certamente strumenti virtuosi per raggiungere insieme obiettivi ambiziosi. L’Italia ha stretto un’alleanza su queste tematiche con la Francia. L’obiettivo è avere un tavolo di dialogo, confronto e concertazione di buone pratiche sempre aperto. Al tempo stesso sta valorizzando il suo ruolo e la sua posizione nel mediterraneo con il Piano Mattei in lavorazione da parte del governo in carica. Un Piano potenzialmente strategico per il futuro del Paese e lo sviluppo di equilibri durevoli nel Mediterraneo.
La Francia (come la Germania e l’Austria) approva una norma che nel suo piccolo rappresenta un’azione concreta a sostegno di un problema reale. Tutti i parcheggi con oltre gli 80 posti auto dovranno essere dotati di impianti fotovoltaici. Un provvedimento che a regime potrà generare l’equivalente energetico di diverse centrali nucleari, ma in tempi molto più rapidi, rispetto alla costruzione di grandi centrali.
L’evento ha trattato tematiche energetiche, strategie per indirizzare aspetti concreti, l’emergenza clima ed i suoi danni, questioni geopolitiche legate al cambiamento del clima e delle popolazioni, ma in questa lunga narrazione l’uomo è stato un elemento centrale.
Tutte le operazioni saranno ipotizzabili e poi realizzabili se le strategie saranno pensate mantenendo centrali l’uomo ed il suo benessere. Una questione più etica che tecnologica, ma il benessere delle società non può prescindere dal benessere o dalla sostenibilità economica.
Come la sostenibilità può unire le politiche estere
Per oltre un secolo gli attriti militari e politici tra i diversi sistemi di potere sono stati smorzati e mitigati, in alcuni casi, da paralleli interessi economici contrastanti con i primi, figli di un’economia globale che ha raggiunto forse il suo massimo punto di sviluppo. In un momento storico nel quale l’economia globale sta retrocedendo in favore di politiche protezionistiche locali, ma dove le dimensioni “locali” sono comunque vaste aree geografiche e geopolitiche, la sostenibilità è e deve essere un elemento culturale ed etico-sociale nel quale ritrovare un nuovo piano di intese e di collaborazione.
La misura di tutto questo sta nel fatto che riflettendo su cosa sta accadendo, sugli effetti del cambiamento climatico che in ogni parte del pianeta mettono a rischio popoli, ci si rende forse conto con maggiore consapevolezza che questo pianeta forse è troppo piccolo per poterlo misurare solo in numeri dei PIL dei singoli paesi o il numero delle armi possedute.
Abbiamo bisogno di concertare e condividere un punto di vista probabilmente più alto, globale, e su questo fare previsioni ed azioni che siano il più possibile trasversali e condivise.
Riferimenti:
- Worldometer – statistiche mondiali in tempo reale (worldometers.info)
- World Population Prospects 2022: Summary of Results | Population Division (un.org)
- Sei uno degli otto miliardi di persone che vivono sulla Terra. Tre numeri per capirne le conseguenze – Info Data (ilsole24ore.com)
- Quante persone può gestire la Terra? – Quante persone può gestire la Terra? – BBC Future
- WWWF – Abbiamo esaurito le risorse del pianeta