“Con l’avvio del nuovo anno, i problemi legati alle forniture e un’inflazione elevata meno transitoria del previsto metteranno alla prova la longevità delle politiche monetarie ultra-espansionistiche e potrebbero far scoppiare alcune bolle dei mercati finanziari. Le tensioni sociali crescenti metteranno in discussione le politiche anti-Covid dei governi con la richiesta di programmi per far fronte all’aumento delle disuguaglianze e all’enorme livello di debito pubblico. Allo stesso tempo, la necessità messa in luce dalla Cop26 di contrastare il surriscaldamento climatico eserciterà ulteriori pressioni sulle autorità per tradurre finalmente gli impegni sul clima in un’azione politica decisiva”. Lo afferma Hans Stegeman, Chief Investment Strategist di Triodos Investment Management, azienda specializzata in strategie di investimento che proprio in questi giorni ha pubblicato il suo Global Investment Outlook 2022.
Secondo il documento, la parola d’ordine nel 2022 sarà fiducia. Fiducia nella politica, fiducia nei mercati e fiducia reciproca. Man mano che il ritmo spettacolare che ha caratterizzato la ripresa economica nei mercati avanzati si normalizzerà, inizieranno a emergere con forza, ma anche a entrare in collisione, alcune tematiche di breve e lungo termine. Nei mercati emergenti, il rimbalzo economico post-Covid dovrebbe protrarsi anche per il 2022, ma con significative differenze tra un paese e l’altro.
Per l’Investment Outlook 2022, il team Investments strategy di Triodos IM ha sviluppato tre scenari diversi per le economie avanzate ed emergenti: uno scenario di base, il più probabile, uno più ottimistico e uno tendenzialmente pessimistico. Nell’outlook a più lungo termine, oltre il 2022, Triodos IM prospetta un quadro economico basato sulla necessità di dare vita a un’economia più sostenibile e inclusiva, in grado di assicurare il benessere di tutti, che richiede pertanto una profonda trasformazione dell’attuale sistema e dove la fiducia dovrà svolgere un ruolo essenziale.
Outlook per i mercati sviluppati
I paesi avanzati hanno messo a segno una ripresa spettacolare nell’ultimo anno, ma ora il ritmo si sta gradualmente normalizzando. Ne consegue che le diverse tematiche di breve e lungo termine che erano rimaste in secondo piano iniziano a farsi più pressanti e in alcuni casi possono anche entrare in collisione. Le dinamiche economiche e l’andamento dell’inflazione costringeranno gli investitori a disabituarsi all’idea di uno stimolo monetario perpetuo. Questa modifica del sentiment potrebbe determinare un’inversione del trend rialzista che ha caratterizzato i mercati finanziari negli ultimi anni. Triodos IM mantiene pertanto un posizionamento prudente in termini di asset allocation.
“Dalla scorsa estate i programmi di sostegno sono stati interrotti o progressivamente ridimensionati e questo processo proseguirà nel 2022”, ha commentato Joeri de Wilde, Investment Strategist, Triodos IM. “Di conseguenza i disavanzi si ridurranno e pertanto gli stimoli fiscali non contribuiranno più alla crescita economica. Tuttavia, se le famiglie e le imprese continueranno a consumare senza più reprimere la domanda, anche l’anno prossimo l’economia potrebbe crescere più del suo potenziale”.
Outlook per i mercati emergenti
Dopo lo spaventoso crollo economico causato dalla pandemia, ora i mercati emergenti attraversano una fase di ripresa. Tuttavia l’outlook per queste economie rimane estremamente incerto. Triodos IM prevede che i mercati emergenti e sviluppati (ad eccezione della Cina) ritroveranno i livelli di Pil pre-covid soltanto a partire dal 2024. Nel lungo termine, il potenziale di crescita delle economie emergenti proseguirà la sua tendenza al ribasso. In un contesto così delicato, la fiducia e la collaborazione tra governi, istituzioni, investitori e famiglie sarà essenziale per costruire economie più resilienti.
“Il rimbalzo economico post-pandemia dovrebbe continuare nel 2022”, ha dichiarato Maritza Cabezas Ludena, Investment Strategist, Triodos IM. “Anche se il nostro scenario di base mostra un lento ritorno ai livelli pre-Covid per le economie emergenti, nel breve termine non si prospetta un miglioramento delle disuguaglianze e inoltre la transizione energetica non è ancora all’altezza rispetto a quello che servirebbe ai mercati emergenti”.
Outlook a lungo termine: trasformazione, rendimenti e fiducia
Spingendo l’analisi a più lungo termine e oltre il 2022, Triodos IM ravvisa la necessità di un’economia più sostenibile e inclusiva, che implica una trasformazione anziché un cambiamento incrementale o una semplice ripresa post-pandemia. Le trasformazioni economiche solitamente determinano turbolenze e modifiche settoriali e possono anche causare una (temporanea) contrazione dell’attività economica a livello macro. Ma senza fiducia non può avvenire alcuna trasformazione: le società basate su un livello elevato di fiducia affrontano meglio le turbolenze rispetto a quelle in cui i cittadini hanno meno fiducia nel governo e verso gli altri in generale.
Un contesto di trasformazione ha naturalmente una serie di implicazioni per gli investitori. Investire nella trasformazione offre moltissime possibilità ma i rendimenti possono diventare più volatili (anche se non necessariamente inferiori). Ma soprattutto, investire nella trasformazione implica un orizzonte di più lungo termine e la volontà di considerare come prioritario l’impatto del proprio investimento.
Triodos e la sostenibilità: un legame consolidato
Il rapporto che lega Triodos alla sostenibilità è di lunga data. Triodos Investment Management mette ormai da tempo un’ampia gamma di investitori, che desiderano impegnare il loro denaro per creare cambiamenti positivi e duraturi, in contatto con imprenditori innovativi e aziende sostenibili che operano in base agli stessi obiettivi. In questo modo funge da agente catalizzatore in settori chiave per la transizione verso un mondo più equo, sostenibile e umano.
In 25 anni ha investito in settori quali Energia e Clima, Finanza Inclusiva e Alimentazione e Agricoltura Sostenibili. Investe anche in società quotate in borsa che contribuiscono concretamente alla transizione verso una società sostenibile. Patrimonio in gestione a fine giugno 2021: 6,1 miliardi di euro.