La sostenibilità è sempre più rilevante per le PMI, secondo recenti ricerche il 56% delle aziende ritiene che i temi ESG abbiano un ruolo molto importante nelle scelte strategiche e di investimento, con un trend in deciso aumento rispetto al passato.
Il processo di integrazione dei criteri ESG nella strategia aziendale è di medio lungo termine, anche in considerazione della necessità di reperire le risorse necessarie a finanziare questo processo di evoluzione sostenibile delle imprese. Le PMI che hanno integrato le strategie di sostenibilità nei propri modelli di business sono solo il 17%, mentre il 54% si sta muovendo in tale direzione.
Come si finanziano delle iniziative legate alla sostenibilità?
In Italia siamo abituati a sentir parlare di un sistema “bancocentrico” molto legato al credito, i dati confermano questo aspetto, infatti, le imprese citano il credito bancario e i fondi pubblici (europei, statali o regionali), come fonte di finanziamento, il restante 47% delle PMI si autofinanzia.
Relativamente poi al credito bancario le banche sempre più spesso offrono forme di prestito pensate per finanziare progetti sostenibili.
Tra gli strumenti utilizzati per finanziare queste progettualità occorre citare i cosiddetti prestiti verdi (green loan) e i prestiti legati a obiettivi di sostenibilità (sustainability-linked loan), destinati al finanziamento di specifiche iniziative di sostenibilità ambientale, quali la realizzazione di un impianto per la produzione di energia rinnovabile, l’elettrificazione della flotta aziendale o il miglioramento dei processi produttivi in chiave di economia circolare.
Come si agisce nel caso dei green loan
Preliminarmente all’emissione dei green loan, è prevista una valutazione dell’istituto di credito sull’adeguatezza del progetto da finanziare. Il tutto considerando il suo allineamento con target ambientali identificati a livello internazionale, come nel caso degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs), oppure con la tassonomia europea delle attività ecosostenibili. Inoltre, i green loan sono caratterizzati da specifici requisiti di trasparenza, l’impresa beneficiaria deve infatti redigere una reportistica che dimostri il corretto utilizzo dei proventi del finanziamento.
Il focus dei sustainability-linked loan
I sustainability-linked loan sono invece prestiti in cui il focus di sostenibilità è sul beneficiario. Questi strumenti di credito, infatti, puntano a incentivare l’impresa debitrice a raggiungere determinati target ESG, di solito attraverso una riduzione del costo del credito.
Se i target concordati dall’impresa con la banca non vengono raggiunti, i tassi di interesse vengono alzati. Anche in questo caso ci sono precisi requisiti di trasparenza: l’impresa beneficiaria deve infatti rendicontare periodicamente il raggiungimento degli obiettivi ESG.
Strumenti di finanza sostenibile
Gli strumenti finanziari diversi dal credito, rappresentano invece un “universo da esplorare” con ampi spazi di crescita, infatti, il 50% delle PMI non li conosce o li conosce solo superficialmente.
Il più diffuso, tra le PMI, è il private debt (12%), seguito dal private equity (10%) e dai green e social bond (10%). La proposizione da parte degli operatori finanziari appare abbastanza diffusa: il 54% delle imprese ha infatti ricevuto proposte di strumenti diversi dal credito. Il quadro potrebbe cambiare in futuro, poiché oltre la metà delle PMI (56%) esprime apertura in merito a nuovi strumenti finanziari.
Il ruolo del private-debt
Il “private debt” attiene a tutti gli strumenti finanziari di debito stipulati al di fuori del sistema bancario tradizionale. Questi strumenti si stanno rivelando sempre più importanti per finanziare le piccole e medie imprese e sostenere il loro percorso di giusta transizione verso un modello di business sostenibile.
In Europa il 13% dei fondi private debt considera essenziali i fattori ESG nelle valutazioni, e il 75% ha incorporato valutazioni legate alla sostenibilità nelle loro strategie di investimento. I dati del Fondo europeo per gli investimenti, evidenziano come gli investitori in debito privato possano svolgere un ruolo significativo per accelerare la transizione ecologica e supportare le PMI nel raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030.
I green e social bond
Sempre sul fronte del debito, i green e social bond sono invece obbligazioni caratterizzate dalla specifica destinazione del capitale raccolto verso progetti sostenibili, che apportano risorse alle PMI per attuare un percorso di giusta transizione ESG.
Secondo Climate Bonds Initiative, nel 2022 le emissioni di obbligazioni verdi in Europa sono state pari a 272 miliardi di dollari e quelle di social bond hanno sfiorato il valore di 63,5 miliardi di dollari.
Un green bond è un titolo di debito associato al finanziamento o rifinanziamento di progetti a impatto ambientale positivo. Tra le attività finanziabili ci sono, per esempio, la produzione di energia da fonti rinnovabili, la gestione sostenibile dei rifiuti e delle risorse naturali, la tutela della biodiversità e l’efficientamento energetico.
I social bond per un impatto sociale positivo
I social bond sono invece obbligazioni utilizzate per il finanziamento o rifinanziamento di progetti a impatto sociale positivo. Gli ambiti finanziabili possono riguardare, per esempio, l’accesso ai servizi sanitari e abitativi, l’inclusione finanziaria, la formazione, la sicurezza alimentare e l’occupazione.
Un ruolo altrettanto importante nel supportare le PMI nel loro processo di transizione può essere svolto dagli investitori in private equity. In questo caso l’investitore non finanzia il debito, ma investe invece nel capitale di rischio di aziende non quotate con alto potenziale di sviluppo. I privati equity oltre al capitale investito nell’azienda target apportano anche know how, strategia dell’impresa e governance.
L’ingresso di un investitore sostenibile nel capitale di rischio di una PMI rappresenta un’occasione importante per progredire verso obiettivi di sostenibilità in tutte e tre le dimensioni ESG.