Con quali prospettive si deve guardare oggi agli investimenti climatici e soprattutto quali sono i fattori chiave che permettono realmente di costruire un futuro sostenibile? Henning Padberg, Co-Portfolio Manager della Strategia Globale per il Clima e l’Ambiente di Nordea mette a disposizione un contributo con il quale si possono identificare i cinque punti chiave per una finanza sostenibile che consente di indirizzare e alimentare uno sviluppo sostenibile.
Investimenti climatici sempre più popolari
Gli investimenti climatici, osserva Padberg, stanno ricevendo sempre maggiore attenzione e sono cresciuti esponenzialmente nell’ultimo decennio ianche sull’onda di una maggiore consapevolezza della società riguardo la sfida climatica. I temi climatici peraltro continuano a intensificarsi esacerbando tanti aspetti, dall’inquinamento dovuto alle microplastiche ad esempio a quello chimico. Non è etico e possibile “passare” queste problematiche alle future generazioni, ma è necessario sempre di più affrontarle con una alternativa più costruttiva e per molti aspetti anche più remunerativa che prevede di sviluppare e adottare soluzioni innovative per garantire al nostro pianeta di prosperare anche nel prossimo futuro.
La finanza e in particolare i temi dell’allocazione del capitale svolgono un ruolo fondamentale. Gli investitori inparticolare hanno bisogno di identificare i leader e i punti di riferimento di un futuro sostenibile. I progressi effettuati dalle tecnologie implementate in campo ambientale nell’ambito del cleantech ad esempio hanno un grande potenziale di crescita e rappresentano una significativa opportunità di investimento.
Investimenti climatici e intelligenza artificiale: il vero limite è l’energia
Quando si parla di innovazione tecnologica al giorno, si discute sempre più spesso di intelligenza artificiale, di modelli di intelligenza artificiale generativa e di applicazioni che stanno catturando l’immaginazione degli utenti.
La rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale, osserva Padberg, comporta delle sfide legate al volume di emissioni di CO2 generato dalle applicazioni di questa tecnologia nel suo intero ciclo di vita. Ad esempio, una singola ricerca condotta con ChatGPT consuma circa 10 volte più energia rispetto a una effettuata attraverso Google. Le emissioni effettive associate all’AI restano comunque difficili da misurare. Considerando la catena di produzione di NVIDIA, uno dei maggiori player nel campo dell’AI a oggi, 1,5 milioni di unità di server AI verranno spediti entro il 2027. Funzionando a pieno regime, queste unità possono consumare da 85,4 a 134 terawatt/ora (TWh) di elettricità all’anno. Solo per dare una idea delle dimensioni di questo consumo si deve pensare che l’intera Irlanda nel 2022 ha visto un consumo di 30,6 TWh a titolo di riferimento.
L’esigenza di implementare soluzioni dedicate a mitigare il consumo energetico seguendo l’analisi di Padberg è quindi molto forte e merita la massima attenzione per chi guarda al ruolo degli investimenti climatici. Diverse aziende che forniscono prodotti o servizi dedicati all’efficienza energetica nel settore tecnologico si stanno concentrando su questa sfida. Synopsis, azienda leader nella progettazione elettronica, crea software che consentono di ideare progetti più efficienti e configurazioni di packaging avanzate, che ottimizzano le prestazioni e riducono il consumo energetico.
Attenzione a scarti e rifiuti, anche questo è un tema chiave per gli investimenti climatici
Per Padberg le aziende nel settore della gestione dei rifiuti sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi di Net Zero attraverso le attività di raccolta, smistamento, trattamento di materiale riciclabile e la riduzione della carbon footprint associata alla produzione di nuovi prodotti in un contesto che punta alla produzione sostenibile dove trovano spazio anche fenomeni come il remanufacturing..
Nonostante i progressi compiuti, il tasso di riciclaggio dei rifiuti solidi urbani rimane basso, attestandosi attorno al 48% in Europa e al 32% negli Stati Uniti. A livello globale la situazione è ancora meno rosea. Con una grande quantità di rifiuti ancora inviati in discarica, aziende come Republic Services, Waste Management e GFL Environmental sono sempre più focalizzate sull’implementazione di impianti “landfill-to-gas”, in grado di catturare il metano emesso dai rifiuti in decomposizione convertendolo in energia.
Anche dal punto di vista dell’investitore questo settore è particolarmente interessante in quanto permette lo sviluppo di società con margini più robusti e una ciclicità ridotta storicamente derivante dai prezzi delle materie prime.
Un design innovativo dei chip come fattore chiave per gli investimenti climatici
L’analisi di Padberg osserva poi come la crescita demografica globale e la diffusione di dispositivi tecnologici interconnessi hanno spinto i semiconduttori a ricoprire un ruolo chiave nella corsa verso l’efficienza energetica anche in chiave di data driven energy. I veicoli elettrici sono un esempio in questo senso: utilizzano un elevato numero di chip e la crescita delle vendite globali attese (dal 14% nel 2022 a oltre il 60% nel 2030) si tradurrà in una forte spinta della domanda di componenti elettroniche.
Il progresso tecnologico e la necessità di adottare dispositivi elettronici sempre più veloci, più piccoli e più efficienti dal punto di vista energetico sono due fattori in costante crescita e spingono il bisogno fondamentale di utilizzare software per la progettazione di questi chip più avanzati e all’avanguardia.
Secondo Padberg il mercato in generale sta sottovalutando ancora le prospettive di crescita a lungo termine di queste società che rappresentano un importante asset per gli investimenti climatici e che operano in un segmento considerato di nicchia, ma con prospettive di raddoppiare la crescita di tali business entro la fine del decennio.
Il ruolo delle reti elettriche nell’ambito degli investimenti climatici
L’aumento delle temperature globali, gli eventi meteorologici sempre più violenti, le crescenti preoccupazioni ambientali, l’importanza della transizione energetica, caratterizzata da un significativo aumento della produzione di energia rinnovabile impongono di aumentare l’attenzione ai temi legati alle reti elettriche che rappresentano un altro importante tema per gli investimenti climatici.
L’attuale rete elettrica è stata progettata per la produzione e la distribuzione centralizzata dell’energia riflette Padberg e ora si trova ad affrontare la sfida di adattarsi alla natura intermittente delle fonti rinnovabili. Per raggiungere i diversi target di decarbonizzazione legati al processo di transizione, gli investimenti nella rete elettrica globale dovranno quasi raddoppiare entro il 2030, superando i 600 miliardi di dollari all’anno. Un segnale positivo è dato dei diversi piani e iniziative messe in atto a livello internazionale per accelerare e sostenere questo percorso.
Tutto ciò va a beneficio di società operanti nella costruzione di infrastrutture specializzate nel settore energetico in grado di fornire soluzioni ingegneristiche atte a ridefinire il framework delle reti elettriche e della generazione di energia. Anche in questo ambito, il mercato non ha ancora riconosciuto il potenziale di crescita futura e di redditività di questi business.
Il beneficio di rispettare le regole come fattore chiave degli investimenti climatici
La disclosure relativa all’impatto ambientale si è molto evoluta nell’ultimo decennio attirando l’attenzione delle autorità di regolamentazione concentrate non solo a esaminare le dichiarazioni ambientali pubblicate dalle aziende, ma anche a tutelare i consumatori. Con l’evoluzione delle varie normative ambientali è sempre più importante garantire un’adeguata trasparenza attraverso test e verifiche di terze parti per garantire la affidabilità degli investimenti climatici.
Business nella fornitura di test, ispezioni e certificazioni, che consentono alle aziende in tutti i settori di implementare processi più sostenibili e di aderire a requisiti normativi costantemente aggiornati rappresentano una importante opportunità di sviluppo.
A livello di impatto ambientale, vi sono poi ambiti di estrema rilevanza come l’inquinamento chimico che intacca le fondamenta naturali e biologiche delle varie forme di vita. Un esempio sono i PFAS, noti anche come “sostanze chimiche permanenti”, oggetto di un forte dibattito fra regolatore e aziende in territorio europeo e americano. La necessità di implementare soluzioni tecnologiche per analizzare, rilevare e segnalare queste sostanze chimiche potenzialmente pericolose, crea solide opportunità per i principali fornitori di queste apparecchiature.
La sfida climatica e ambientale mette a rischio la nostra società e il nostro pianeta ma per affrontarla si possono cogliere anche ampie opportunità di crescita: da una rete elettrica resiliente, a tecnologie efficienti, al riciclo del materiale, ecc. Per questo serve una strategia d’investimento in grado di selezionare i leader di questo cambiamento strutturale a lungo termine.