Dieci dei 31 ETF europei che replicano i benchmark climatici dell’Ue hanno ottenuto la designazione Morningstar Low carbon, che viene assegnata ai portafogli che hanno bassi punteggi di rischio carbonio e contenuti livelli di esposizione ai combustibili fossili. La designazione è un indicatore che le aziende detenute in portafoglio sono allineate con la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.
Lo afferma Morningstar, società di servizi finanziari che fornisce servizi di ricerca e gestione degli investimenti, nei giorni di Cop26, spiegando che per ricevere la designazione, un portafoglio deve soddisfare due criteri:
- Il Morningstar portfolio carbon risk score medio degli ultimi dodici mesi deve essere inferiore a 10. Per calcolare il punteggio, Morningstar utilizza le valutazioni sul rischio carbonio delle aziende forniti da Sustainalytics, che indicano le sfide che le aziende devono affrontare nella transizione verso un’economia a basse emissioni di CO2. La scala va da 0 a 100, dove i punteggi più bassi sono migliori, indicando un minore rischio carbonio. Per ricevere lo score, almeno il 67% delle attività del portafoglio deve essere coperto da Sustainalytics.
- Un’esposizione media su 12 mesi ai combustibili fossili inferiore al 7% degli asset, che corrisponde a un sottopeso di circa il 33% rispetto all’universo azionario globale. Questo dato è un fattore chiave per il calcolo dell’intensità di carbonio complessiva.
La designazione Low carbon viene attribuita su base trimestrale.
Gli ETF con designazione Low carbon
Gli ETF basati sui benchmark climatici dell’Unione europea hanno un rischio carbonio inferiore alla media dei concorrenti e un’esposizione ai combustibili fossili ben al di sotto del 7%. In base ai dati di portafoglio disponibili, BNPP Easy Low Carbon 100 Europe PAB ETF è l’unico fondo con un’esposizione ai combustibili fossili pari a zero. Lyxor Net Zero 2050 S&P500 Climate PAB ha il punteggio di rischio carbonio più basso tra gli ETF con Morningstar Low carbon designation (tutte le metriche carbon sono calcolate al 30 giugno 2021).
Morningstar prevede che altri ETF che replicano i benchmark climatici dell’Ue ricevano la designazione nei prossimi mesi, man mano che la disponibilità di dati e la copertura aumenteranno. Molti di questi fondi sono stati lanciati di recente e non hanno ancora soddisfatto i requisiti per i calcoli. Infatti, i comparti ricevono la designazione Low carbon su base trimestrale in base ai dati degli ultimi dodici mesi.
Gli indici climatici Ue
A fine 2019, l’Unione europea ha adottato un nuovo Regolamento (n. 2019/2089), introducendo due tipi di indici climatici: l’EU Climate transition benchmark (EU CTB) e l’EU Paris-aligned benchmark (EU PAB).
Gli indici climatici dell’UE hanno quattro obiettivi principali:
- Permettere un livello significativo di comparabilità delle metodologie dei benchmark climatici, lasciando agli index provider un importante livello di flessibilità nella progettazione della loro metodologia;
- Fornire agli investitori uno strumento appropriato che sia allineato con la loro strategia di investimento;
- Aumentare la trasparenza sull’impatto degli investitori, in particolare per quanto riguarda il cambiamento climatico e la transizione energetica;
- Disincentivare il greenwashing.
Gli ETF sui benchmark climatici dell’UE
Negli ultimi anni, con l’attuazione del piano d’azione dell’Ue sulla finanza sostenibile, l’universo dei fondi climatici ha visto una crescita costante. Lo sviluppo dei prodotti ha raggiunto livelli record nel 2020, con 52 nuovi prodotti arrivati sul mercato ed è proseguito quest’anno. In particolare, sono stati lanciati numerosi fondi basati sull’indice Paris-Aligned, come l’Amundi Euro iStoxx Climate Paris Aligned PAB, il Franklin STOXX Europe 600 Paris Aligned Climate e il Lyxor S&P Europe Paris-Aligned Climate. Allo stesso modo, Amundi MSCI World Climate Transition è un esempio di fondo allineato al benchmark EU Climate Transition.
Secondo i dati Morningstar, ci sono una trentina di Exchange-traded fund (ETF) di questo tipo disponibili per gli investitori europei (al 15 ottobre 2021).
Cosa c’è dentro i panieri climatici
Morningstar spiega che nel benchmark europeo Paris-Aligned, le attività sottostanti sono selezionate in modo tale che le emissioni di gas serra del paniere di riferimento siano allineate con gli obiettivi di lungo termine previsti dall’Accordo di Parigi sul clima (COP21).
Nel caso del Climate transition benchmark, le attività sottostanti sono selezionate, ponderate o escluse per creare un portafoglio che segua una traiettoria di decarbonizzazione in conformità con gli standard minimi stabiliti dal regolatore europeo.
Nel suo Interim report 2019, il gruppo di esperti dell’Ue sulla finanza sostenibile ha spiegato che “gli investitori che utilizzano questi nuovi tipi di benchmark non solo intendono coprirsi contro i rischi derivanti dalla transizione climatica, ma hanno anche l‘ambizione di dirigere i loro investimenti verso le opportunità legate alla transizione energetica. I due tipi di benchmark climatici perseguono un obiettivo simile, ma si differenziano in termini di vincoli e ambizioni. Quelli allineati agli Accordi di Parigi sono progettati per strategie di investimento altamente ambiziose legate al clima e sono caratterizzati da requisiti minimi più severi, mentre quelli sulla transizione climatica consentono una maggiore diversificazione e sono adatti alle esigenze degli investitori istituzionali nella costruzione del portafoglio core”.
Le caratteristiche degli ETF climatici
La maggior parte degli ETF climatici monitorati da Morningstar replica un benchmark allineato agli Accordi di Parigi ed è azionario. Ne sono stati contati solo due obbligazionari. Di solito, il tipo di benchmark è indicato nel nome. Ad esempio, nell’agosto 2021 HSBC ha lanciato l‘HSBC Msci Europe Climate Paris Aligned UCITS ETF e l’HSBC Msci USA Climate Paris Aligned UCITS ETF, che replicano rispettivamente il PAB Msci Europe e USA.
In termini di dimensioni del fondo, il più grande ETF in questo segmento è l’Amundi MSCI World Climate Transition CTB con 1,94 miliardi di euro masse gestite (al 15 ottobre). Replica l’indice Msci World Climate Change CTB Select, che pondera i titoli in base alle opportunità e ai rischi associati alla transizione climatica per soddisfare i requisiti minimi del benchmark europeo Climate Transition. L’indice mira a ridurre l’intensità delle emissioni di gas serra (GHG) di almeno il 30% rispetto al paniere tradizionale (Msci World) ed è progettato per soddisfare l’obiettivo di decarbonizzazione del portafoglio del 7% su base annua.