FINANZA

Energie pulite e combustibili fossili: fatti e percezioni sui flussi di investimento



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Una analisi critica della situazione legata alle scelte di investimento che premiano il mondo della energie rinnovabili o i combustibili fossili da parte di Dario Mangilli, Head of Sustainability di Impact Sgr

Pubblicato il 31 ago 2024



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Dario Mangilli, Head of Sustainability di IMPact sgr.

Una delle criticità che accompagnano i dibattiti legati ai temi della sostenibilità e dello sviluppo sostenibile è legata alla dimensione emotiva, al fatto che alcuni fenomeni non sono correttamente vissuti nella loro oggettività, ma prevale una sorta di percezione del fenomeno che, appunto, non sempre corrisponde al dato reale. Per cercare di comprendere al meglio queste dimensioni vogliamo dare spazio a un contributo che arriva da Dario Mangilli, Head of Sustainability di Impact Sgr.

Mangilli inizia la sua analisi sottolineando come l’International Energy Agency (IEA), abbia calcolato gli investimenti annuali in energie pulite a valori che sono stabilmente il doppio rispetto a quelli nei combustibili fossili. In particolare gli investimenti globali in energia nel 2024 dovrebbero per la prima volta superare i 3mila miliardi di dollari, con 2mila miliardi di dollari destinati alle tecnologie e alle infrastrutture per l’energia pulita.

La spinta e gli sviluppi del fotovoltaico

Quando si guarda alle energie pulite occorre poi prestare una particolare attenzione al tema delle energie rinnovabili e in merito a questo profilo Mangilli ricorda come si preveda che i soli investimenti nella tecnologia solare fotovoltaica (PV) nel 2024 supereranno i 500 miliardi di dollari, un valore complessivamente superiore a quello prodotto da tutte le altre fonti di generazione elettrica combinate.

Un altro dato significativo riguarda il fatto che nel 2023 ogni dollaro investito in energia eolica e solare PV ha prodotto 2,5 volte più energia rispetto a un dollaro investito nella stessa tecnologia un decennio prima. Se infatti si guarda al 2015, il rapporto tra investimenti in energia pulita e investimenti in energia fossile era circa 2:1; nel 2024 questo rapporto ha raggiunto 10:1.

Continua la corsa delle rinnovabili

Appare doveroso a questo punto comparare i risultati delle rinnovabili e quelli prodotti dai combustibili fossili e anche da questo rapporto emerge una lettura molto interessante che possiamo cogliere nel contributo di Dario Mangilli.

Le rinnovabili hanno registrato un aumento nel 2023 che sta proseguendo nel primo semestre 2024, al contrario gli investimenti di capitale in capacità di generazione termoelettrica sono diminuiti nel 2023 del 10%, a 90 miliardi di dollari, una diminuzione che è in particolare da attribuire alle riduzioni nell’energia da carbone. Se si guarda alle prospettive entro la fine 2024 l’IEA prevede una ulteriore diminuzione, a 80 miliardi di dollari, ancora una volta da addebitare al carbone (-30%) e in misura inferiore dal gas naturale (-8%).

Il ruolo chiave delle reti elettriche

Gli investimenti in energia nucleare, stabili nel 2023, sono previsti in crescita del 20% entro fine 2024 in particolare per le operazioni legate alle estensioni della vita utile di centrali nucleari.

Una particolare attenzione meritano gli investimenti nelle reti elettriche per i quali ci sono prospettive di investimenti per oltre 400 miliardi di USD entro fine 2024, una svolta dopo un lungo periodo di stabilita a quota 300 miliardi di USD dal 2015. Le ragioni sono da ricercare nella necessità di sostenere un processo di elettrificazione che ha evidentemente bisogno di potenziare le infrastrutture di trasmissione e distribuzione. Il dato positivo va però letto anche nella sua prospettiva geografica ovvero nel fatto che l’80% di questi investimenti è riconducibile a economie avanzate e alla Cina in particolare.

Batterie: cresce l’attenzione degli investitori

Una delle aree più critiche dell’elettrificazione è rappresentata dai sistemi di accumulo. le aspettative, anche in termini di sviluppi tecnologici sono molto alte e lo sguardo degli investitori appare molto attento. nel contributo di Mangilli si invita a osservare che gli investimenti in sistemi di accumulo sono aumentati in modo significativo nel 2023, raggiungendo i 40 miliardi di USD, una crescita in linea con le aspettative più ambiziose dell’IEA per il 2024.

Cosa succede agli investimenti in combustibili fossili

Nello stesso tempo ci sono aspettative di un aumento del 7% nel 2024 anche per gli investimenti upstream di petrolio e gas, a 570 miliardi di dollari, dopo un aumento del 9% nel 2023. Si tratta di una crescita che riceve la spinta delle compagnie nazionali mediorientali ed asiatiche, che hanno aumentato i loro investimenti in petrolio e gas di oltre il 50% dal 2017 e che rappresentano quasi l’intero aumento della spesa per il 2023- 2024.

Da osservare che il 40% degli investimenti upstream è in progetti già esistenti, i nuovi progetti rappresentano il 33% mentre il 27% è appannaggio di progetto non convenzionali. Se poi si guarda all’intreccio tra combustibili fossili ed energie rinnovabili si può prendere come punto di sintesi i dati IEA secondo i quali ad oggi le compagnie petrolifere contribuiscono per meno del 4% agli investimenti globali in energia pulita.

La transizione energetica e la transizione finanziaria

Un tema è quello della transizione energetica, ampiamente dibattuto e sul quale sono disponibili dati ed elementi per comprenderne la portata e le criticità, un altro tema è quello dell’evoluzione nella composizione degli attori che forniscono il capitale per finanziare le fonti rinnovabili.

Le aziende rappresentano i 2/3 degli investimenti totali mentre la quota degli investimenti energetici effettuati o decisi dalle famiglie è raddoppiata tra il 2015 e il 2024, dal 9% al 18%, grazie ai benefici di tre fattori costituiti dalla crescita delle installazioni di solare sulle case, dagli investimenti per migliorare l’efficienza energetica degli edifici e dagli acquisti di veicoli elettrici.

Ancora una volta i dati IEA permettono di inquadrare al meglio il fenomeno con un dato che attribuisce alle famiglie un contributo pari a oltre il 40% dell’aumento degli investimenti globali in energia pulita dal 2016, nettamente la quota relativa più grande. Un fenomeno che Mangilli sottolinea essere particolarmente importante nelle economie avanzate, dove, grazie al forte sostegno politico, le famiglie rappresentano quasi il 60% della crescita degli investimenti energetici.

Cosa succede al debito sostenibile

Gli ultimi quattro anni non sono mancate le turbolenze tuttavia le emissioni di debito sostenibile hanno raggiunto circa 1200 miliardi dollari nel 2023, e hanno superato i 1000 miliardi dollari per il terzo anno consecutivo. Valori importanti che però non riportano questa componente finanziaria ai valori del 2021. Il 2023 per quanto brillante ha segnato una diminuzione del 14% rispetto ai livelli del 2022 mentre è ancora più evidente il calo (23%) rispetto al picco del 2021.

La riduzione delle emissioni si è concentrata principalmente nei sustainability-linked bonds, che nel 2023 hanno registrato un calo del 50% rispetto all’anno precedente, raggiungendo solo 284 miliardi di dollari. Il settore immobiliare è quello che più ha contribuito a questo calo, seguito dalle utility e dall’automotive.

Parimenti, le nuove emissioni di green bonds, sono cresciute a 650 miliardi di dollari nel 2023, rappresentando oltre la metà delle emissioni sostenibili totali.

Nel complesso i primi sei mesi del 2024 tracciano una prospettiva positiva per le emissioni di debito sostenibile dell’anno con i fondamentali del mercato delle emissioni sostenibili strutturalmente forti.

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